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sabato 6 gennaio 2018

PREVISIONI 2018



    OROSCOPO 2018 DI LOREDANA RAGOSTA


ARIETE

Il 2018 richiede concretezza, prudenza, spirito di riflessione. Saturno e Plutone in Capricorno non vi renderanno le cose facili: indicano un periodo di cambiamenti, di pulizia dal superfluo, non vi rende felici. Dovrete rivedere la vostra bussola interiore e impostarla a seconda dei casi, sarà un fatto concreto, una persona o un traguardo personale. La fine dell'anno vi porterà i primi risultati di questo lungo impegno.



TORO

Il vostro pensiero principale sarà la stabilità: rendere solide le conquiste che vi apprestate a fare nel lavoro, in amore o relative alla vostra vita personale. Saranno gli effetti del magnifico trigono di Saturno che insieme a Plutone vi renderà rocciosi e determinati. Il 2018 vi vedrà più costanti, più pratici e così realisti che a tratti potreste sembrare quasi cinici! Il passaggio di Urano in Toro tra maggio e novembre vi darà un primo assaggio dei grandi cambiamenti che vi aspettano nei prossimi anni.


GEMELLI

Inizierete l'anno sentendovi più liberi di pensare a voi stessi, ai vostri progetti personali, a coltivare i vostri interessi senza il gravame di responsabilità e preoccupazioni che negli anni precedenti a tratti vi hanno tolto il sorriso. Urano in Ariete fino a maggio e da novembre in poi vi aiuterà ad introdurre i cambiamenti necessari per sentirvi vivi e appagati. Un buon anno nel complesso, all'insegna di una ripresa che sarà essenzialmente interiore.


CANCRO

Il 2018 sarà un anno intenso e impegnativo, con momenti complicati e altri che vi faranno sentire su di giri. Aspettatevi tutto, tranne la noia: le novità saranno tante e chiederanno sempre attenzione e riflessione, per poter scegliere nel modo migliore e fare quindi la cosa giusta per voi e per la vostra famiglia. Le esortazioni astrali saranno tante, molte positive, altre invece faticose e complicate: vuol dire che cambieranno tante cose. Fatevi trovare pronti!



LEONE

Passionali e coraggiosi come siete sempre, nel 2018 non farete certo eccezione. Anzi, forse nei rapporti familiari e affettivi in genere sarete più irruenti che mai, nel tentativo di riportare chi amate con i piedi per terra. State alla larga dall'impulsività: il 2018 non sarà un anno sfavorevole, ma vi chiederà di moderarvi, di evitare gli eccessi di ogni tipo. Se seguirete questa semplice regola potrete essere certi di ricavare il massimo da un anno che vi promette però grandiosi traguardi solo alla fine.


VERGINE

Un anno che vuole vedervi sorridere e vi darà tutti i motivi per farlo, care e cari amici della Vergine! Ci sarà una bella ripresa a trecentosessanta gradi. La vostra solida concretezza vi suggerirà quali saranno le scelte migliori per rendere stabile la vostra vita pratica e affettiva, e decisioni che cambieranno, in meglio. Che bello sentirvi di nuovo sereni, sicuri di voi stessi, con meno pensieri negativi! Qualche oscillazione ci sarà, ma non come negli anni precedenti.


BILANCIA

Il 2018 potrebbe essere un anno impegnativo, caratterizzato da scelte che chiederanno massima riflessione e prudenza perché quello che non potrete inserire nelle vostre valutazioni sarà l'imprevisto. Aspettatevi quindi circostanze improvvise che, in qualche caso, potrebbero costringervi a rivedere i piani e i progetti personali, e imparate ad adattarvi alle circostanze.


SCORPIONE

Il 2018 vi riserverà un posto in prima fila nella vostra vita. Potrete scegliere lo spettacolo che più vi aggrada: amore felice, successo lavorativo, finanze in rialzo, benessere e intesa familiare. Sarete come cicloni che avanzeranno sicuri sul cammino intrapreso, certi delle vostre scelte e azioni. E non mancherà nemmeno il brivido dell'imprevisto, offerto da Urano che da maggio a novembre sarà in Toro, dove scombinerà un po' i vostri piani.



SAGITTARIO

Il 2018 sarà un anno sostanzialmente tranquillo, con qualche novità inserita in un andamento regolare e quasi lento. A fine anno il ritmo diventerà più vivace, con l'ingresso di Giove proprio nel vostro segno, che renderà visibili le vostre conquiste interiori, i vostri desideri, aiutandovi ad esprimere quello che per tanto tempo avete tenuto dentro di voi. Solo Nettuno vi remerà contro. Un transito che rappresenta qualche delusione, familiare o affettiva, ma la supererete senza problemi.


CAPRICORNO

Saturno e Plutone nel vostro segno vi aiuteranno a raggiungere i vostri obiettivi, ma potrebbero rendervi così duri e determinati che non baderete a quello che calpesterete mentre avanzate verso la realizzazione che vi sta a cuore. Non rinunciate a niente in nome del successo: meno che mai alla vostra umanità, all'empatia, alla solidarietà. Così, oltre al successo materiale, avrete ottenuto qualcosa di ancora più prezioso: la stima e la fiducia di chi vi circonda.


ACQUARIO

Scontenti, insoddisfatti, a tratti timorosi di qualcosa che nemmeno voi saprete ben definire. Guardatevi alle spalle e osservate le tante cose che avete fatto e raggiunto. Giove in Scorpione sarà anche antipatico, ma dalla vostra parte avrete sempre Urano, escluso i mesi di maggio e novembre, (quando purtroppo, accentuerà la sensazione di instabilità).


PESCI

Il 2018 sarà caratterizzato da transiti positivi. Vi sentirete forti, determinati, sicuri di voi stessi, pronti a lasciarvi alle spalle questi anni pesanti per vari motivi. E non solo: pronti soprattutto a riprendervi quello che vi spetta e che volete dalla vita, in ogni ambito e settore. Insomma, la Fortuna vi riserverà sorprese bellissime…



mercoledì 8 novembre 2017

VENERE TRANSITA NEL SEGNO DELLO SCORPIONE





Il giorno 7 novembre Venere ha fatto il suo ingresso nel segno dello Scorpione.
Il pianeta dell’amore lascerà inaspettatamente la sua forza accogliendo l'energia sexy dello Scorpione.
Nello Scorpione, Venere incontrerà Giove che non l'apprezza, per questo sarà semplice ingrandire le cose, appassionarti per qualcosa che forse non merita la tua passione. Modificherà quindi il modo di amare ci saranno passioni profonde ma sofferte.
Venere si congiunge a Giove e quindi sarà un momento importante per i segni d'acqua Cancro, Scorpione e Pesci. Momento propizio anche per il segno della Vergine e del Capricorno.
Situazione sentimentale pesante invece per Toro, Leone e Acquario

MERCURIO TRANSITA NEL SEGNO DEL SAGITTARIO




Il giorno 5 novembre Mercurio ha fatto il suo ingresso nel segno del Sagittario e vi rimarrà fino all' 11 gennaio 2018.
Mercurio transitando in questo segno, darà un modo di pensare e di fare che ama sognare, che adora l'avventura, ma che spesso rischia di illudersi trascurando la realtà. Perché in Sagittario Mercurio è in Esilio, quindi fa fatica ad esprimere le sue qualità logiche e mentali.

Questo transito faciliterà la comunicazione, gli spostamenti per Ariete, Leone, Sagittario, Bilancia e Acquario momento propizio per risolvere questioni economiche. Momento difficoltoso per Gemelli, Pesci e Vergine.






OTTAVA FATICA DI ERCOLE (Segno Scorpione): Uccisione dell’Idra di Lerna.



È attraversato dal Sole tra il 23 ottobre ed il 22 novembre di ogni anno. Occupa lo spazio dello zodiaco compreso tra il grado 210° ed il grado 239°. Il segno simboleggia: la decomposizione delle foglie e della vegetazione, che ha luogo nell'autunno.  Secondo l’esoterismo astrologico di Alice Bailey: lo Scorpione è legato all'ottava fatica di Ercole, la distruzione dell'Idra di Lerna. La leggenda narra: che presso il fiume Amimone esisteva una palude, ove si era stabilita da tempo una mostruosa Idra a nove teste, una delle quali era immortale. Distruggendo una testa ne ricrescevano immediatamente due. La strana creatura marina costituiva una calamità per la campagna circostante, poiché nessuno si poteva avvicinare alla zona. L’Istruttore ordinò ad Ercole di andare alla palude di Lerna per affrontarla ed eliminarla. Il mitico Ercole riuscì nell'impresa grazie ad una sibillina frase udita dall’istruttore: “Noi ci eleviamo inginocchiandoci, conquistiamo arrendendoci, guadagniamo rinunziando”. Il mostro era praticamente invincibile tra l’oscurità dei vapori della palude e tra fango, ma perdeva il suo potere a contatto dell’aria pulita e dei raggi del sole. Ercole si inginocchiò con tutta la sua forza sollevò il mostro al di sopra dei vapori, procurandone la morte. Mozzò infine la testa immortale e la seppellì sotto una roccia. " Il significato: l’ottava fatica di Ercole indica che un atteggiamento umile adottato nel momento opportuno può far sbilanciare l’avversario più forte e ci consente le vittorie più insperate. Se Ercole non si fosse inginocchiato ai piedi del suo nemico, sarebbe certamente stato divorato dal mostro. 

martedì 7 novembre 2017

SEGNO DELLO SCORPIONE

Scorpione.




IL SOLE HA FATTO IL SUO INGRESSO NEL SEGNO DELLO SCORPIONE 23 OTTOBRE 2017
Il glifo dello Scorpione è rappresentato da una ‘emme’ la cui coda puntuta è rivolta verso l’alto. Le prime due aste letterali stilizzano le chele dello Scorpione, mentre l’ultima simbolizza il dardo velenoso.
Il glifo inizia lo stesso movimento di interiorizzazione della Vergine: una forma ad arcate, che riflette la mentalità segreta. Tale forma è seguita da una freccia che indica la proiezione, l’esteriorizzazione e l’energia. Indica quindi una mescolanza d’interiorizzazione e di ambizione. È anche il simbolo della trasformazione che crea la vita dalla morte. I Faraoni portavano l’Uracus o Serpente sopra la testa come emblema che ricordava la loro nascita divina. Simbolo del Guardiano delle Esperidi e nel Giardino dell’Eden dei frutti del bene e del male. Rappresenta la rinascita e l'evoluzione.

Sono persone dotate di una personalità spiccata, con una vita emotiva intensa: nei desideri e nelle passioni non conoscono mezze misure, sono estremisti nel bene e nel male, nell’amore e nell’odio. Spesso sono in conflitto con loro stessi, di tanto in tanto possono attraversare delle crisi esistenziali di vasta portata, soprattutto se hanno delle difficoltà a trovare un modo di “realizzarsi”, se sentono la mancanza di pungoli stimolanti nella vita di tutti i giorni, se sono momentaneamente incapaci di uscire da certe situazioni critiche che loro stessi hanno creato in precedenza. Esteriormente, però, non rendono visibili i crucci, le angosce, le frustrazioni: i nati nello Scorpione sono noti per il loro autocontrollo, che permette di mascherare molto bene tutto quanto si agita nel fondo della loro coscienza sotto una maschera di freddezza, di flemma. Il loro bene più prezioso è la volontà, è forte, ambiziosa, decisa e determinata, a costo di fare tutto quello che desiderano non esitano a mettersi contro tutto e contro tutti. Finiscono sempre per seguire sino alla fine la linea di condotta che si erano prefissi e fanno tutto questo con ostinazione. Possiedono l’invidiabile capacità di perseverare negli sforzi: più sono grandi gli ostacoli che impediscono la riuscita, più sanno accanirsi nella lotta. Non temono i sacrifici, anzi sono pronti a caricarseli sulle spalle se ritengono che siano utili alla loro causa. Non sanno perdere perché sono molto orgogliosi: serbano a lungo il rancore per le offese ricevute, sanno diventare vendicativi sino alla crudeltà. Sono gelosi e possessivi nei confronti delle persone che amano e spesso manifestano una critica distruttiva verso il prossimo; a volte sono tirannici con le persone deboli. Non si può fare molto per cambiare la personalità di uno Scorpione: va accettato con i suoi molti difetti e con le qualità che, se adeguatamente sviluppate, possono fare di lui un personaggio eccezionale.



GIOVE IN SCORPIONE



Giove, il pianeta della saggezza transita nel segno dello Scorpione, segno introverso
Segni fortunati da questo transito Scorpione e Pesci, Vergine e Capricorno. Meno fortunati Cancro, Toro Leone e Acquario. Situazione neutra per Gemelli, Bilancia Ariete e Sagittario.
Il giorno 10 ottobre 2017 Giove ha terminato il transito in Bilancia durato 13 mesi, e ha fatto il suo ingresso nel segno dello Scorpione dove rimarrà fino all'8 novembre 2018.
Il segno dello Scorpione
Lo Scorpione è un segno femminile, appartiene al gruppo dei segni fissi e come governatori ha Marte e Plutone. Si colloca alla fine dell'autunno quando la natura entra nella sua fase di letargo, le foglie cadono, e marcendo nel terreno creano quell'humus dal quale nascerà la nuova vita, proprio per questo rappresenta, la fase di distruzione e rinascita.
Il pianeta Giove
Giove, è considerato, l'artefice dei nostri progressi, colui che insieme a Saturno guida i nostri passi e la crescita individuale.
Incluso nella schiera degli astri benefici, lo si ritiene un portatore di fortuna per chi lo riceve in aspetto positivo. La fortuna che lui porta molto spesso è di tipo interiore perché consente, a chi sa accogliere i suoi raggi, maggiore obiettività e consapevolezza. Può favorire un periodo di maggiori opportunità durante il quale occasioni fortunate possono crearsi, ma non possono nascere dal nulla, occorre sempre una collaborazione e un lavoro preventivo, dopo di che qualche intralcio potrebbe sparire.
Giove in Scorpione
In questo segno Giove, non si trova completamente a suo agio, ma le sue capacità di trasformazione sono elevate, dice il mito che lo rappresenta, quindi non avrà difficoltà a esprimersi unendo le sue peculiarità a quelle del suo ospite.
La sua abilità espansiva può portare dei cambiamenti nella nostra vita perché avremo maggior coraggio nel prendere decisioni comprese quelle importanti. Non dimentichiamo infatti che il pianeta, quando è favorevole, dona ottimismo.
La sua saggezza, unita all'attitudine introspettiva e indagatrice dello Scorpione, possono rafforzare la capacità di osservazione e renderci più perspicaci. Forse avremo voglia di conoscerci meglio e qualcuno di noi potrebbe iniziare un percorso di autoanalisi.
Anche il denaro avrà una grossa importanza con Giove in questo segno, chi potrà farlo cercherà di risparmiare oppure, al contrario, si affronteranno spese di un certo valore tese a migliorare il futuro. Infine il denaro può arrivare nelle tasche di qualcuno tramite eredità, o qualsiasi altro tipo di entrata che non derivi dallo stipendio abituale.
Lo Scorpione, lo sappiamo, agisce nel sottofondo, la sua acqua è quella degli stagni, proprio per questa sua caratteristica possono emergere comportamenti non troppo limpidi in alcune persone, forse ignorati ma che fanno parte della loro personalità. Giove può aiutare a capirli e a correggerli, altrettanto ci aiuterà a veder chiaro nelle intenzioni di chi abbiamo accanto.


martedì 19 settembre 2017

Ottavo Convegno Nazionale di Astrologia a Roma


ROMA 22 Ottobre 2017

https://www.facebook.com/events/1538547966178192/?ti=icl

TITOLO: IL TERZO MILLENNIO E IL CAMBIAMENTO EMOTIVO, PSICOLOGICO, CULTURALE: la sfida alla comprensione da parte dell'astrologia, della psicologia e dell'antropologia.
Il Terzo millennio si è caratterizzato da subito per forti e scioccanti cambiamenti che hanno profondamente inciso su tutti noi. Allo stesso tempo si è fatto spazio un differente modo di relazionarsi e di amare, così come sono emerse nuove strutture di personalità, spesso sostenute da abitudini nate a seguito di questi mutamenti culturali.
Il convegno cercherà di dare delle risposte e proporre modelli interpretativi su basi astrologiche, psicologiche e antropologiche, cercando di trovare come sempre il nesso e il dialogo tra le varie discipline.
Il confronto sarà tra astrologi psicologi e antropologi al fine di trovare assieme, sia pure da prospettive culturali e metodologiche differenti, un punto d'incontro e di dialogo comune, al fine di giungere ad una maggiore comprensione del nuovo uomo, tutto sommato ancora un piacevole e incomprensibile mistero!


LOCATION: La splendida cornice della Domus Australia, in Via Cernaia n.14/b - Roma

ORGANIZZAZIONE: Associazione Cultura E Oltre di Lecce e Paolo Crimaldi. Il Convegno è una delle attività programmate dalla Scuola di Astrologia "Astralia" fondata dalla Associazione "Cultura E Oltre .

PROMOTORE: Paolo Crimaldi, uno dei più famosi astrologi italiani.


OBIETTIVI: Promozione della cultura astrologica e olistica

DESTINATARI: studiosi e professionisti delle discipline astrologiche e Olistiche.

CONTENUTI: Ogni relatore sceglierà il suo argomento, compatibile con l'economia del Convegno.

TEMPISTICA: Ogni relatore avrà a disposizione venti minuti, cui seguiranno dieci minuti di dibattito.

PROGRAMMA: Sessione mattutina, dalle ore 09.00 alle ore 13.00.
Sessione pomeridiana, dalle ore 15.00 alle ore 18.30

Relatori:

Manuela Mariani: "Il saper essere donne, dagli archetipi alla contemporaneità: superare delusioni e sofferenze con le Costellazioni Familiari".

Dr. Marco Lombardozzi : " Il Carattere Narcisista nel III Millennio: Femminicidi in aumento"

Grazia Bordoni: "Amor che a nullo amato amar perdona"

Paolo Crimaldi: La personalità bordeline: riflessioni psico - astrologiche.

Loredana Ragosta: Plutone: una finestra aperta nel Terzo Millennio.

Nunzy Conti: Fra Bullismo e Cyberbullismo l'esercito degli Hikikomori avanza. Indagine Astro-Antropologica sulla “Gioventù Bruciata” di questo Terzo Millennio.

Maria Rita Cesetti: " Finchè c'è morte c'è speranza".

Laura T.Tappatà: " Il fascino del rischio e delle passioni tristi".

Mario Cama: Astrologia Sperimentale, particolari possibili per l’Astrologia del Terzo Millennio

Francesca Guercio: "LA VIA DELLA CONSULENZA FILOSOFICA. Trasformazione di sé tra pensiero antico e pratica del presente"

Antonio Vitolo: Paranoia, scissione, "coniunctio": generi, individuazione.

ISCRIZIONE AL CONVEGNO: La partecipazione al Convegno è di 20€. La quota dà diritto al Convegno più l'Attestato con il monte-ore, e Atti del Convegno. Per chi è impossibilitato a partecipare al Convegno, ma desidererebbe solo gli Atti, potrà inviare 20€ e riceverli in PDF, via email, in data successiva all'evento. La segreteria riterrà valida l'iscrizione dopo aver ricevuto il modulo d'iscrizione debitamente compilato e gli estremi dell'erogazione di cui sopra.

-Per chi volesse partecipare il versamento va effettuato su Postepay Evolution intestato a Ragosta Daniela Roberta. Codice fiscale RGSDLR66P59E506C.
Numero 5333 1710 0160 8260
IBAN: IT89C0760105138273935073939

Convenzione con la Domus Australia:

Doppia € 80.00 al giorno

Singola € 75.00 al giorno

N.B: Saranno convalidate e registrate solo le iscrizioni accompagnate dalla documentazione di avvenuta erogazione della quota accompagnata dal modulo debitamente compilato. Le richieste saranno registrate e i posti riservati, secondo l'ordine cronologico di prenotazione. Farà fede la data di ricezione del modulo. In caso di esaurimento dei posti, un annuncio ufficiale comunicherà la chiusura delle iscrizioni e da quel momento, non si accetteranno più richieste.


Segreteria Organizzativa Associazione Cultura E Oltre
Via Filippo Bacile n.10- 73100 Lecce
Via Cernaia n. 14/b Roma
Email: culturaeoltreeventi@libero.it
Info cell.389/4846233



CORSO DI ASTROLOGIA A LECCE FIRMATO CULTURA E OLTRE

Domenica 8 ottobre 2017 inizia il corso base di astrologia a Lecce. Sono ancora aperte le iscrizioni.
La scuola di Astrologia Astralia di Lecce organizza anche lezioni online ma con l'obbligo degli esami nella nostra sede ufficiale di Lecce.
I corsi sono distribuiti in tutto il territorio del Salento e della Puglia per acquisire l'interpretazione del Tema natale e altre tecniche. I corsi sono tenuti da docenti iscritti all'Albo nazionale privato di Cultura E Oltre.
Queste edizioni hanno anche lo scopo di formare astrologi professionisti, creativi, determinati per eventuali collaborazioni ad eventi a tema. Con tali corsi si può accedere all'insegnamento nella scuola di Astrologia ASTRALIA. Quindi potrebbe divenire un'opportunità di lavoro.
Il corso è tenuto da vari docenti di comprovata certificazione professionale e di approcci e provenienze differenti.
Al termine di ogni anno ci sarà un esame di valutazione al fine di aiutare l’allievo a capire il livello raggiunto sia in relazione alla formazione teorica che a quella psicologica e personale.
Alla conclusione del triennio di studi, per coloro che superano l’esame, ci sarà l’iscrizione all’Albo Privato degli Astrologi di Cultura E Oltre

Segreteria Organizzativa Associazione Cultura E Oltre
Via Filippo Bacile n.10- 73100 Lecce
Email: culturaeoltre@libero.it
Info cell.389/4846233

venerdì 8 settembre 2017

MARTE HA FATTO IL SUO INGRESSO NEL SEGNO DELLA VERGINE

Marte ha fatto il suo ingresso nel segno della quotidianità e del lavoro.....
Il giorno 5 settembre il pianeta Marte ha fatto il suo ingresso nel segno della Vergine e vi rimarrà fino al 22 ottobre.
Il pianeta della guerra nel segno del lavoro si raffredda e diventa tecnico, non dimentichiamo che il Segno della Vergine è un segno critico e dell'analisi e questo porterà un periodo costruttivo nel lavoro.

I segni che godranno di questa carica di energia saranno Toro, Vergine, Capricorno,

 Marte.
La definizione più semplice che possiamo dare del pianeta Marte può essere: “il guerriero che combatte per i principi del Sole” e questo perché Marte è il pianeta psicologicamente più vicino al Sole; infatti, dei tre pianeti personali è quello che si mantiene in più stretto contatto di collaborazione perché ha il compito di rendere operativa l’energia del Sole attraverso azioni finalizzate alla conquista e alla difesa personale. Il Sole ha un gran bisogno di intendersi con questo principio perché è l’unico che può mettere a frutto i progetti con azioni dirette ed efficaci; è proprio Marte che conquisterà ciò che il Sole ha in testa ed è in questo modo il nostro Io cresce, si muove nell’ambiente ed acquisisce il concetto di forza e di capacità di penetrare nel mondo.
Dopo la fase di discriminazione – legata al pianeta Mercurio – e quella di desiderio e di scelta – legata all’archetipo di Venere – Marte diventa l’elemento che può procedere alla conquista di ciò che prima era solo un pensiero; è Marte che mette il Sole in condizione di trasformare le intenzioni in azioni ed è sempre Marte che fa da anello di congiunzione tra gli intenti del Sé (rappresentati da Plutone) e le intenzioni dell’Io conscio.
Per questo i tre pianeti dell’energia maschile in un tema natale rappresentano la grande forza che si attiva dal nostro potenziale creativo interno (Plutone), trova una meta e uno scopo attraverso l’Io (Sole) e diventa azione cosciente e causativa attraverso Marte, che rende concreti ed evidenti le intenzioni dei primi due pianeti.
Marte è il pianeta che darà il senso di “forza personale”; non vi è modo per un bambino di arrivare a provare forza e potere personale se non ha la possibilità di passare dal desiderio e un’intenzione psichici ad un’azione finalizzata e concretizzabile nel mondo.
Il campo della nostra vita dove troviamo Marte è quello in cui sperimentiamo la potenza e la forza e per questo è un punto estremamente importante del nostro tema natale: è lì che combatteremo le nostre battaglie più grandi per comprendere e portare a termine il progetto solare; è l’area dove ci saranno conflitti, sfide, battaglie tese all’affermazione e all’autonomia; lì avverranno tutti quei processi che sono legati alle varie fasi di separazione che dobbiamo affrontare per portare a termine in maniera concreta ed efficace quello che il Sé ha in serbo per noi e che l’Io deve cogliere affinché il tutto diventi parte del nostro progetto conscio.
Marte si trova domiciliato nelle tre case dove siamo chiamati ad operare un taglio dal collettivo per andare verso un’individualità ed un’autonomia: in prima casa si fa carico del taglio del cordone ombelicale che permette la vita fisica in modo indipendente; in ottava casa il taglio è psicologico e permette l’uscita dalla simbiosi materna grazie alla prima strutturazione di un Io che rappresenta la nostra nascita psicologica; in decima casa saremo chiamati a tagliare con il nutrimento e il senso di protezione ed avvolgimento della famiglia, ma anche con i valori ricevuti se questi ci rendono incapaci di assumerci la responsabilità della nostra vita.
Per questo, soprattutto le combinazioni Sole-Marte e Marte-Plutone sono sempre estremamente delicate, perché se noi abbiamo un Sole poco sviluppato, simboleggiante un Io che fatica ad orientarsi nel mondo interno ed esterno oppure abbiamo un Io che non è a contatto con l’essenza interna del Sé anche Marte avrà le sue difficoltà, perché non riceverà né l’ispirazione né la luce del Luminare, né la capacità di cogliere le vere intenzioni che giungono dal profondo. Questo significa che non ci saranno azioni vere ed intenzionali guidate da un Io che ha un ideale che deve illuminare tutti gli altri componenti.
Marte è sostanzialmente il vassallo del Sole, il “campione” (Lancillotto), che deve difendere i principi personali, ma al tempo stesso anche quello che il Sole (Re) desidera – è il campione che si batte perché il suo Re riesca ad affermare e conquistare ciò in cui crede e i principi da cui è ispirato; però se è leso è come se ci fosse un’impossibilità di comunicazione con questo Re, per cui Marte non sa esattamente quali siano i suoi valori e principi e non riuscirà ad individuare quale strada deve intraprendere. Se Marte è molto stressato nel tema natale, con molte probabilità non ha direzione, combatte alla cieca perché non è ispirato dal suo Re-Sole-Io e non sa dove dirigere l’energia, né individuerà facilmente gli scopi per cui combatte. Il risultato sarà sempre quello di una grande frustrazione dovuta ad obiettivi che non si riescono a centrare perché non sono chiari, non sono illuminati dal Sole, e l’individuo avrà sempre la sensazione di disperdere tante energie senza che vi siano risultati accettabili.
Se il Sole non riesce a dare le sue direttive a Marte, possiamo avere anche buone capacità di lotta e di conquista nonché di difesa, ma non sapremo orientarci e dirigere in modo chiaro la nostra forza. Se abbiamo Marte bloccato da aspetti dinamici, significa che per qualche motivo la nostra energia e la nostra forza non riescono ad uscire in maniera chiara e diretta, per cui a volte non riusciremo a contattarla per niente, e rimarrà bloccata all’interno facendoci vivere un senso di frustrazione e di impotenza, oppure avremo la sensazione di combattere a vuoto o di impiegare troppa energia laddove non sarebbe necessario; entrambe le condizioni non ci permetteranno di sviluppare un senso di forza personale.

Di tutti i pianeti, Marte è il più complesso in assoluto, anche perché ha un rapporto diretto con il corpo e lavora attraverso il sistema emotivo, o meglio è il miglior conduttore delle emozioni perché rappresenta il sangue, che – da un punto di vista psicosomatico – è appunto l’equivalente delle emozioni tant’è che il verbo “emozionare” significa letteralmente “agire sul sangue” e tutto quello che si muove dal sistema limbico viene direttamente convogliato dal sangue.
Oggi che conosciamo in modo chiaro il funzionamento dei “neuro peptidi” possiamo comprendere molto meglio di un tempo questo sofisticato meccanismo di relazione tra i contenuti emessi sotto forma di sostanze chimiche dal sistema limbico e il loro trasferirsi attraverso il sangue in tutto il nostro corpo. I neuro peptidi, che vengono considerati dalla loro scopritrice Candace Pert delle vere e proprie “molecole di emozioni”, sono sostanze chimiche che il nostro cervello secerne a seconda del tipo di umore che stiamo sperimentando; queste sostanze sono in grado di modificare sensibilmente l’umore, ma anche i sistemi biologici tra cui il sistema immunitario.
A tutt’oggi conosciamo decine di neuro peptidi relativi al controllo e all’espressione delle emozioni, il che significa che a seconda di come reagiamo a certi avvenimenti il nostro cervello secerne sostanze in linea con il nostro stato d’animo e la cosa più sorprendente è che questi “farmaci” vengono pompati dal cervello direttamente nel sangue in cui fluttuano e navigano andando a cercare e poi a aderire alla superficie di tutte le cellule corporee in cui si sono posizionati specifici recettori predisposti ad accogliere il neuro peptide giusto, esattamente come una chiave che entra solo nella sua serratura. In questo modo le nostre cellule si modulano chimicamente sulla base delle nostre emozioni esattamente come un’idea collettiva dà origine ad una serie di reazioni che influenzeranno buona parte degli individui di una società.
Questo meccanismo viene considerato un vero e proprio sistema informativo che viaggia attraverso il sangue e che mette in comunicazione non solo i grandi sistemi presenti nel nostro corpo, ma soprattutto mette il sistema psiche-soma.

Possiamo dire un’altra cosa molto interessante di Marte che riguarda il suo sistema energetico, considerato “attivo” mentre in realtà è molto re-attivo (almeno nella prima parte della vita).
Non è un caso che uno dei miti greci più accreditati voleva Marte figlio di Era ma non di Zeus, quindi figlio di sola madre. Ares nel mito greco nasce per partenogenesi di Era, senza intervento maschile, e questo, da un punto di vista psicologico e simbolico, sembra ricordarci che Marte, pur essendo un principio di affermazione atto a spingere l’identità maschile nel mondo, ha un’energia che possiamo definire “femminile”, nel senso che “viene agito” dall’inconscio e necessita di lungo tempo prima che impari ad “agire” secondo la volontà dell’Io. La sua modalità energetica è reattiva, il che significa che ci vuole molto tempo prima di portare Marte ad essere attivo.
Questa è una definizione che spesso fa rizzare i capelli alla modalità classica di intendere Marte, perché ovunque si legge che Marte è il pianeta più attivo, più diretto: in realtà Marte non è mai diretto ma è impulsivo, il che significa che segue i dettami dell’impulso (inconscio) al di fuori della volontà e della legge dell’Io e deve, nel tempo, arrivare ad essere attivo (seguire quindi i dettami della coscienza) cosa che si potrà ottenere solo dopo la fase Scorpione (a questo proposito è interessante il viaggio che descrive Alice Bailey nelle 12 fatiche di Ercole come stadi attraverso cui Marte deve passare per evolversi e mettersi al servizio dell’Io).
Quando supera la fase Scorpione/casa ottava, Marte può essere agito direttamente e non più re-agito, nel senso che non risponde più in modo compulsivo a Plutone come nella prima parte dello Zodiaco, ma lo stimolo passa attraverso la coscienza e può cominciare ad essere trattenuto e controllato – prima fase per giungere poi a padroneggiare i nostri istinti e le nostre pulsioni – e questo grazie all’intervento di Mercurio (esaltato in Scorpione).
Da quella fase in poi il Sole dovrebbe essere in grado di conoscere e di gestire molto bene ciò che si muove all’interno e Marte, di conseguenza, dovrebbe prepararsi ad affrontare la propria esaltazione in casa decima (Capricorno), fase in cui la combinazione con Saturno ed Urano fa di questa energia una vera e propria forza interiore in grado di lavorare per un progetto ed una meta che sia individuata dall’Io.
Il cammino delle dodici case è simbolicamente un viaggio personale con tutti gli stadi di crescita; lo stadio in cui dobbiamo imparare a gestire bene sia le emozioni che l’istinto è quello di casa ottava, dove tutto quello che arriva dalle zone inconsce, primitive e fuori controllo di Plutone, viene portato alla coscienza da quel fantastico messaggero e traghettatore che è Mercurio; di conseguenza fra la spinta di Plutone e la reazione di Marte comincia ad esserci uno spazio di “riflessione” che consente all’Io di trattenere e discriminare prima di agire. Prima di questa combinazione è molto difficile per Marte “agire” veramente. In effetti anche la terminologia che usiamo quando parliamo di Marte è indicativa: noi diciamo: “abbiamo reagito a…”; “siamo stati provocati da…”, e questo vuol dire che non siamo NOI – intendo “noi” con la nostra volontà cosciente – perché se siamo stati provocati vuol dire che non abbiamo la padronanza di quello che ci succede dentro; vuol dire che qualcun altro dall’esterno riesce ad attivare ciò che dovremmo essere in grado di attivare soltanto noi stessi
Indubbiamente la rabbia è l’emozione marziana in assoluto più complessa, ma ve ne sono anche altre che creano imbarazzo perché sono difficili da padroneggiare: pensiamo alla passione o alla gelosia che richiedono un’interconnessione tra Marte e Venere. Noi abbiamo molta più facilità a padroneggiare altre emozioni, mentre quelle marziane sembrano sfidarci più prepotentemente dall’interno pretendendo reazioni assolutamente istintive.
Marte è un pianeta che occupa appunto alcuni dei simboli considerati tabù nella nostra società: affermazione, sesso, difesa, rabbia… la stessa aggressività sembra essere un tema di difficile gestione poiché vi è un’aggressività normale e come tale sana ed utile, rivolta alla difesa personale, ma vi è anche un’aggressività pericolosa che tende invece alla sopraffazione degli altri.
E’ chiaro che noi tutti siamo portatori di aggressività poiché abbiamo bisogno di salvaguardare la nostra vita e, indubbiamente, Marte – unitamente a Plutone – è il pianeta più predisposto alla nostra difesa personale e a tutto ciò che concerne la sopravvivenza ed è per questo che è legato a doppio filo al grande regno dell’istinto, perché nella prima parte della nostra vita noi sopravviviamo proprio grazie al nostro istinto che ci accompagna fino a quando non siamo in condizione di provvedere da soli ai nostri bisogni. Marte si è collaudato in migliaia di anni di storia: dallo stadio animale in poi, fino ad arrivare ad oggi, è stato responsabile della nostra salvezza ed ha aiutato Plutone nella salvaguardia della nostra specie. E’ chiaro che tutta la prima parte della nostra vita è caratterizzata da una parte istintiva predominante e addirittura prepotente, ed è proprio quella che tende a salvaguardarci in qualsiasi tipo di condizione; se un bambino viene abbandonato sarà proprio il suo istinto aggressivo, la sua rabbia, il suo pianto, il suo urlare che potrà salvargli la vita… siamo dunque strutturati in modo da invitare gli altri ad occuparci di noi.
Nella seconda parte della vita – simbolicamente da quando cominciamo ad agire la nostra volontà personale e la nostra capacità di scelta – la funzione di Marte si modifica sensibilmente. La stessa struttura dello Zodiaco suggerisce questo cambiamento poiché mentre nella prima parte, dalla casa prima alla casa sesta, noi abbiamo come primo pianeta Marte e come secondo pianeta Venere, seguiti da Mercurio, nella zona sopra l’orizzonte noi abbiamo esattamente il contrario, prima Venere poi Mercurio e infine Marte, il che vuol dire che potenzialmente, o simbolicamente, abbiamo una predisposizione a questo grande cambiamento, come se la corteccia cerebrale ad un certo punto della nostra storia potesse padroneggiare la parte istintiva e decidere, dopo aver scelto, quale strategia mettere in atto, impedendo all’istinto di “re-agire” in modo automatico.

Un’altra importante funzione di Marte è quella di essere responsabile di buona parte della nostra salute fisica e psichica e questo lo fa cominciando a collaborare con il nostro obiettivo finale mettendosi definitivamente al servizio del Sole. Infatti, nella prima parte della vita, pur collaborando con il nostro Sole, Marte mantiene una sua prepotente indipendenza per cui, nelle situazioni di grande complessità, quelle in cui noi potremmo essere a rischio, Marte agisce secondo schemi istintivi rapidi, efficaci ed infallibili, tesi a difendere l’intero sistema; mentre nella seconda parte della vita Marte rientra nei ranghi, smette di essere un “soldato di ventura” e comincia a seguire i dettami dell’Io e le modalità che quest’ultimo sceglie di usare.
Ed è così che lo Zodiaco ci informa che ad un certo punto della nostra vita sviluppiamo la potenzialità di dirigere la nostra aggressività, di canalizzare la nostra rabbia, di usarla quando ci serve e non a sproposito, abbiamo la capacità di agire e non di reagire, di non essere provocati ma di provocare – e per “provocare” si intende la potenzialità di far accadere le cose, perché se non siamo in grado di far accadere non potremo mai sentirci forti e potenti. Marte ci dà modo di capire se abbiamo o non abbiamo una forza personale, ma se la sua energia non è coordinata dalla coscienza dell’Io, non riusciremo a contenere la parte istintiva e questo diverrà pian piano una frustrazione perché non ci dà modo di essere sicuri di possedere la forza che di padroneggiare ciò che accade nella nostra vita. Questo significa che non siamo in una fase di azione: per azione si intende infatti qualche cosa di cosciente, mentre quando veniamo agiti da impulsi che vanno dove vogliono loro non siamo nella condizione di poter agire.
Saremo in condizione di poter agire quando sceglieremo il comportamento più adatto per arrivare a realizzare ciò che vogliamo.

Indubbiamente Marte ha delle qualità che non sono facili da maneggiare. Un tempo Marte e Saturno erano considerati i due malefici, e anche Marte era considerato “nefasto”. Questa è indubbiamente una visione che non ha niente a che vedere con quella psicologica. A livello psicologico non c’è niente di cattivo, significa che quello che abbiamo dentro c’è, esiste e se c’è ha una ragione di essere e se noi troviamo una eccessiva aggressività, un Marte agito in maniera violenta (quando cioè Marte funziona in maniera autonoma) allora significa che a monte qualcosa non è andato per il verso giusto, perché gli esseri umani sono tutti dotati di una capacità di difendersi, ma non è vero che questa debba automaticamente sconfinare in una capacità di offendere.
Quand’è che abbiamo forza? Quando abbiamo la certezza che di fronte a qualsiasi situazione sappiamo agire bene, con proprietà e con il mezzo e l’efficacia giusta; certo non può essere definita forza imbracciare un bazooka per uccidere una formica… quando si usa troppa forza vuol dire che non c’è padronanza, non c’è coordinazione, e questo rende insicuri. Marte è la forza, ma deve essere dosata rispetto a ciò che si ha di fronte. Se si reagisce con troppa enfasi vuol dire che non si è forti ma si ha paura! Vuol dire che una pseudo-forza sta coprendo una paura immensa di non potercela fare.
Forza e paura sono due cose strettamente connesse che si istaurano nell’infanzia attraverso un meccanismo primitivo e semplice, ma molto conflittuale: doversi difendere per sopravvivere ma allo stesso tempo doversi affermare per non sentirsi impotenti, voler avere quello di cui si ha bisogno, sapendo che – essendo dipendenti da altri – non li si può sfidare più di tanto, perché altrimenti si rischierebbe di perdere tutto.
Gli studi di Lorenz sull’aggressività portano alla conclusione che l’aggressività nella normalità non è diretta alla distruzione degli altri, ma è diretta alla difesa personale. Quando questa passa dalla difesa personale alla distruzione o alla sopraffazione altrui, allora si è entrati in un altro campo, quello in cui ci sono bisogni di rivendicazione, bisogni di potere per cui siamo già nel campo di Plutone…

Agli essere umani fa piacere provocare qualcosa. Se pensiamo di non provocare nulla da nessuna parte, cresciamo in un modo stentato, abbiamo la sensazione di non essere forti. E’ importantissimo per un individuo sentirsi capace di produrre, di far accadere qualcosa nel mondo. Se il nostro raggio di azione viene costantemente limitato dall’esterno, ci sentiamo frenati nella nostra vitalità e a volte possiamo anche cadere in depressione. Noi siamo portati istintivamente ad allargare i nostri confini e a rifiutarli se invece ci vengono imposti dall’esterno. Se questo possiamo farlo con un proposito determinato e non ostile, allora parleremo di affermazione, se invece dobbiamo farlo con un’aggressione, allora parliamo di sopraffazione.
E’ importante capire che la prima importantissima funzione di Marte ha a che fare con la definizione dei confini personali. La seconda funzione è la difesa dei nostri confini, che spesso passa attraverso la rinuncia alla dipendenza o alla protezione. Questa difesa è anche molto gestuale; basta osservare quando si è aggrediti a come si tende ad allungare le mani. Questo simboleggia, nel linguaggio del corpo, spingere in lontananza l’altro, che da un lato è una difesa, ma è anche una ridefinizione di confini nuovi. Quando spostiamo un limite si creano nuovi conflitti, proprio perché spostando i nostri confini dobbiamo rinegoziarli con qualcun altro: è chiaro che tendiamo a volerli spostare un po’ più avanti, e di conseguenza urtiamo contro il confine di quello che sta dall’altra parte. Questo è un momento in cui bisogna di nuovo delimitare. La reciproca delimitazione di sé rappresenta un processo dinamico tra le persone: se c’è molta flessibilità questo funziona bene, senza moltissimi traumi, se invece non c’è flessibilità… si arriva al conflitto.
Nelle famiglie in cui c’è un adolescente, il problema più grande riguarda proprio i confini, perché l’adolescente comincia a smontare uno per uno quelli posti dai genitori: dall’abbigliamento, agli orari, a come si mangia, tutto viene messo in discussione. C’è un confine al giorno da rimuovere. Questo sbaraglia tutto l’assetto familiare, che magari è andato avanti per dieci anni in modo rigido e senza grandi traumi; all’improvviso c’è un trauma al giorno. Questa è una fase dove spesso entra tutto in crisi, e se c’è poca elasticità la famiglia salta e tutto verrà rimesso in discussione. Se invece c’è elasticità, si fanno discussioni e mediazioni ma si riesce a “tenere”.
Ci accorgiamo di quanto questo tema sia importante solo quando qualcuno viola i nostri confini, mentre è più difficile accorgerci quando violiamo i confini altrui; quando questo accade sono gli altri a segnalarcelo. Ci sono però parecchie violazioni quotidiane, persone che si avvicinano troppo, che invadono e fanno irruzione nei confini altrui; ci sono confini nelle parole, nei pensieri, nei nostri segreti, ogni area della vita ha dei confini e Marte governa su tutti ed ha il compito di difenderli.
Diventiamo furiosi e distruttivi quando dobbiamo realmente abbattere dei confini ed abbiamo molta paura; quanto più abbiamo paura tanto più esprimiamo rabbia ed aggressività come uniche forme per tenere a bada gli altri. Urlando forte cerchiamo di fare in modo che gli altri rimangano a casa loro. Un nuovo il senso di fiducia ritornerà quando avremo stabilito un nuovo confine.
Chi crede in sé e sa di poter provocare qualcosa sa anche dove sono i suoi confini, e in realtà non ha bisogno di distruggere nulla. Se invece ha paura di non provocare nulla diventa furioso, oppure mette dei confini rigidissimi, che sono la corazza protettiva visibile. La corazza è indubbiamente un confine ben difeso, ma è anche un’impossibilità di spostarlo, perché imprigiona dentro ad un limite e non permette di allargarlo.
I confini hanno quindi un ruolo molto importante nell’educazione dei bambini, e per porli ci deve essere una dinamica costante tra la resistenza e l’attacco.

La rabbia
Parlando di Marte bisogna affrontare anche la tematica della rabbia, dei suoi significati e del ruolo che essa ha nella nostra sopravvivenza.
Marte è sicuramente quell’istanza che permette la difesa, che viene attuata all’esterno attraverso due sistemi. La difesa fisica viene innescata dal dolore e dalla paura, che sono le due emozioni che fanno scattare il bisogno di difenderci. Il dolore fisico serve a farci capire che qualcosa sta aggredendo il nostro corpo; da un punto di vista psichico il dolore è estremamente legato al meccanismo dell’ansia. Dolore fisico e dolore psichico, al loro apparire, fanno scattare la rabbia e lo fanno per difenderci. Significa che per imparare a conoscerci bene, siccome Marte è in assoluto il pianeta più vicino al Sole-Io, quello che ha lo scopo di difenderne l’integrità, dobbiamo imparare a seguire la nostra rabbia; anziché odiarla come la peste, dobbiamo imparare a riconoscerla, ad accettarla per poi riuscire a decodificare che cosa è e che cosa vuole sottoporre alla nostra attenzione e, infine, giungere a trasformarla.
Non esiste altra strada, poiché l’unico processo di trasformazione della rabbia deve prima passare attraverso la sua accettazione, non c’è altra possibilità. Occorre poterle dare voce, e ci saranno fasi nella vostra vita in cui la rabbia dovrà uscire: qualunque situazione psicologica si voglia trasformare, prima dovremo affrontare la rabbia che si stipa tra noi e la situazione psicologica in questione.
La rabbia però è anche l’emozione che viaggia più vicino al nostro vero essere. Il Sole è il nostro cuore, e ciò che sta più vicino al nostro cuore è Marte, che difende la nostra identità – il nostro cuore – usando la rabbia come mezzo per comunicarci cosa c’è che non va. Vuol dire che ogni volta che sentiamo la rabbia siamo molto vicini a noi stessi e questa emozione sta difendendo qualche cosa che è nostro, profondamente ed intimamente nostro. Se il meccanismo funziona bene noi sentiamo la nostra rabbia e sappiamo che è scattata per qualche motivo, sentiamo frustrazione, dolore, perché ci hanno pestato i piedi, ci hanno dato un calcio, ci hanno feriti… oppure, ci hanno dato un calcio psichico, o hanno pestato i nostri diritti, la nostra integrità, o hanno bloccato ed impedito di agire la nostra volontà: lì ci arrabbiamo tantissimo. Ci arrabbiamo anche quando qualcuno preme contro la nostra volontà, quando ci impedisce di dire o fare quello che vogliamo, costringendoci a trattenere o a modificare all’esterno le nostre intenzioni interne.
Marte è la volontà personale e come tale è in stretta relazione con quello che noi vogliamo, è il nostro volere. Qui dobbiamo fare una distinzione, perché spesso il volere è confuso in maniera prepotente con il dovere: nei processi educativi ci hanno volutamente confuso il significato delle due parole, mentre il nostro volere è esattamente quello che vogliamo fare, ed è mosso sicuramente da un desiderio, da una pulsione, da una spinta interna che richiede gratificazione. Nella prima parte della vita ci sono grandi pulsioni e il bambino cerca di andare immediatamente verso il soddisfacimento di qualche cosa che vuole, che desidera. Il dovere è invece qualcosa che riguarda il pianeta Saturno ed ha a che fare con i nostri compiti, con ciò che la psicologia riconosce nel Super-Io.
Man mano che cresciamo abbiamo bisogno di maggior autonomia, maggior libertà di azione, maggiore intraprendenza e vogliamo avere uno spazio più grande dentro il quale muoverci e affermarci: Marte è il pianeta che ci spinge ad andare avanti, a conquistare più spazi per l’Io e in questo senso può collaborare con Saturno sul piano dello stabilire ogni volta quale è il nuovo “limite personale”. Marte, che culmina in decima casa con Saturno, ha a che fare con l’autonomia, con la forza morale interna che ci permette di stare in piedi con le nostre gambe; ma ha anche a che fare con la difesa della nostra identità, della nostra integrità e, per far questo, deve conoscere lo spazio entro cui può muoversi ed agire.
Questo vuol dire che il nostro territorio, fisico o psichico, ha un limite “personale” che deve essere difeso da ogni intrusione esterna. Quand’è che si sprigiona la nostra rabbia? Quando ci sentiamo limitati, confinati dentro uno spazio angusto che ci priva di nostri bisogni profondi, allora sentiamo la necessità di conquistare più indipendenza e più libertà, allargando il nostro territorio, difendendolo quando è necessario e quando non viene rispettata la nostra volontà.
Il limite può condurre a riconoscere la regola, senza questo non è possibile. Nei processi educativi i limiti devono essere chiari; ed è così che il bambino impara che c’è uno spazio personale ed uno che appartiene ad altri, che esistono delle regole che dovranno valere per lui e per gli altri: si orienta e capisce fino a dove si può spingere. Marte deve conoscere fino a dove può arrivare e fino a dove può difendere le sue cose. Noi impariamo a gestire Marte nella relazione che abbiamo con l’autorità, non abbiamo altri strumenti per imparare a usarlo. Vuol dire che il bambino, non appena comincia ad affermare la propria volontà, impatta con o contro la volontà degli altri. C’è la volontà del bambino, c’è la volontà della mamma, c’è la volontà di tutti quelli che stanno attorno. E’ un gioco di volontà. Il bambino comincia ad affermare il suo volere e a volte va bene mentre a volte va male, però attraverso questo gioco sottile tra ciò che gli viene permesso e ciò che gli viene negato impara a riconoscere dove sta il proprio limite, fino a dove gli è consentito spingersi e dove invece diventerebbe pericoloso o controproducente. Il limite è la base necessaria per arrivare alla regola, non ci sarà possibilità diversa.
Questo vuol dire che Marte è strettamente legato sia alla gratificazione che alla frustrazione. E noi sappiamo usare bene la nostra aggressività se il bilancio frustrazione/gratificazione è in pari. Se riusciamo ad avere delle gratificazioni – in pratica se riusciamo di tanto in tanto a vincere – allora riusciamo anche a tollerare la frustrazione quando alcune cose non ci sono permesse. Se questo bilancio non è in pari avremo un rapporto difficilissimo con l’aggressività, perché si oscillerà tra la sensazione che tutto sia dovuto e l’impossibilità di avere gratificazioni.
Uno dei problemi giganteschi di molti giovani e non più giovani, è il non saper tollerare la frustrazione che è un ingrediente fondamentale per poter arrivare a centrare una meta. Se si deve realizzare qualche cosa nel futuro, occorre tollerare la frustrazione dell’attesa agendo direttamente ed efficacemente senza poter vedere il risultato nell’immediato, proiettandolo invece nel futuro. Non solo, tollerare la frustrazione vuol dire anche tollerare quelle fasi in cui si prova una rabbia tremenda perché il mondo pone dei limiti al fare ciò che si desidera. Come si impara a tollerare questo? Vedendo altri che tollerano questi momenti, nel bambino. Se ci siamo confrontati con un genitore che non sapeva tollerare il nostro urlare e la nostra rabbia, probabilmente neppure noi saremo in grado di tollerare sentimenti simili. Tollerare vuol dire sostenere, vuol dire pensare che la rabbia altrui non distruggerà, vuol dire non-reagire, ma pensare prima di agire. Quando una persona urla, probabilmente desidera in qualche modo una nostra reazione; se pensiamo che i comportamenti altrui sono anch’essi tendenti a far scaturire delle reazioni, se una persona ci minaccia, sta gridando o vuole una rissa sicuramente ci sta provocando, o meglio sta cercando di far accadere qualcosa che sblocchi la situazione. Tollerare la frustrazione vuol dire non farsi provocare, vuol dire tenere ciò che è personale sotto controllo e non alla mercé dei desideri o bisogni dell’altro.
Per riuscire a tollerare un altro che provoca bisogna saper prima di tutto tollerare i nostri sentimenti ambivalenti che spesso sembrano metterci in croce. Quando un genitore urla o minaccia, dentro si scatenano due sentimenti contrastanti: da un lato un sentimento affettivo, perché si è dipendenti dal genitore, dall’altro un sentimento di odio, perché mentre urla lo si considera un tiranno. Questi due sentimenti sono molto contrastanti, perché per l’Io è molto difficile capire e tollerare che colui che si ama può anche essere odiato, soprattutto quando il genitore ci sta punendo dicendo di farlo per il nostro bene…
Imparare a tollerare tutto questo dentro di noi, sentire questa doppia situazione per cui da un lato si dipende mentre dall’altro si ha bisogno è molto difficile, soprattutto quando si è piccoli e non vi è forza. Quando si è adulti ci si trova ancora in questa situazione per cui a volte si è presi in una dinamica lacerante quando la persona da cui dipendiamo per qualche motivo (emotivo, di sicurezza…) è la stessa persona che vorremmo uccidere. Con la differenza che da adulti potremmo anche agire, mentre il bambino ha solo una fantasia.
Questo è quanto viviamo quotidianamente; ad esempio quando discutiamo con un amico e, non appena la discussione si fa più animata, scatta questa dinamica perché da un lato gli vogliamo bene, ma dall’altro ci sta facendo arrabbiare terribilmente, e quindi saremo tirati tra la voglia di insultarlo ferocemente – possibilmente per farlo star zitto – e la voglia di continuare la relazione con questa persona, perché gli vogliamo anche bene. Tollerare è una di quelle imprese in cui moltissimi adulti falliscono, tuttavia, se non siamo diventati capaci di tollerare quello che ci accade dentro, non tollereremo neanche fuori.

Per concludere, Marte è importantissimo e rappresenta anche il legame che abbiamo con la nostra vitalità; essere scollegati da Marte significa non poter vivere, significa non riuscire ad affermare le proprie idee, la propria volontà e senza volontà si entra in un territorio di dipendenza e di sudditanza. Marte è anche l’avamposto del nostro sistema immunitario, quelle truppe di assalto che entrano in funzione non appena qualcosa di “estraneo” entra nel nostro corpo: è sostanzialmente addetto a riconoscere il Sé dal Non-Sé; senza un buon collegamento con Marte le nostre difese si attenuano e possiamo andare incontro a tematiche difficili; tipici sono gli aspetti di lesione Marte-Nettuno che spesso rappresentano “malattie autoimmuni” in cui la confusione nettuniana va a ledere proprio le capacità di Marte che anziché combattere contro ciò che è estraneo, combatte contro i nostri stessi tessuti.
Non poter esprimere apertamente Marte significa anche andare incontro a problemi di autolesione: Marte è il maggior responsabile di problemi fisici quali piccoli incidenti, infiammazioni, ulcere, ernie, tutti simboli di qualcosa di interno che vuole esplodere e che viene in qualche modo trattenuto. Nei processi infiammatori molto importante è il contenuto energetico che preme per trovare un canale di espressione; l’infiammazione ci porta a pensare al calore che deve far esplodere qualcosa all’interno. A Marte si legano però anche i meccanismi di auto frustrazione che portano a desideri inconsci di punizione: spesso lussazioni, fratture, incidenti quali tagli, piccole lesioni sono dovuti a reazioni incontrollate a cui fa seguito un meccanismo potente di punizione.
Anche la pressione sanguigna è molto soggetta a tematiche marziane: nei soggetti a pressione alta è interessante il rapporto tra il bisogno del sangue-emozioni di esprimersi e il contenimento o il restringimento dei vasi che frenano e che rallentano il flusso.
In ultimo, da un punto di vista psicologico Marte può essere la causa primaria dello scatenamento delle dinamiche di depressione: infatti questa patologia – secondo l’interpretazione junghiana – si lega ad una energia psichica imprigionata che non trova canali per uscire all’esterno e liberarsi. Vi sono però anche teorie che vedono nella depressione una modalità di aggressione passiva in cui la rabbia viene agita contro di sé producendo però un forte impatto sull’ambiente circostante che, in qualche modo, è costretto a sentirsi in colpa per il disagio che vive il depresso.
 ARES
Ares fu venerato come spirito della battaglia, dai popoli più antichi e benché membro della progenie olimpica, egli recava tracce dei miti pre-omerici, legati ai riti della Terra. Quando il culto di Ares giunse nel mondo greco, attraverso la Tracia, fino a Sparta e a Tebe, il suo carattere d’iniziatore del ciclo stagionale subì una trasformazione, fino ad assumere il duplice aspetto del combattente assetato di guerra e del giovane atleta, amante di Afrodite.
Secondo Omero, Ares nacque per partenogenesi da Era, gelosa della nascita d’Atena che Zeus aveva procreato dalla sua testa. La Dea Flora donò la pianta della fecondità ad Era che, una volta incinta, si ritirò in Tracia, fino alla nascita del bambino. In seguito, ella lo affidò a Priapo che, oltre ad insegnargli le arti belliche, ne fece un grande danzatore. Ares molto affascinante, ma bellicoso e gradasso, amava il tumulto dei combattimenti e disprezzava le leggi. Secondo una leggenda, Ares permise l’istituzione del primo tribunale degli Dei. Accusato d’omicidio volontario e citato in tribunale per aver ucciso il figlio di Poseidone, Alirrozio, egli fu assolto perché riuscì a dimostrare che Allirozio, aveva tentato di usare violenza a sua figlia Alcippe. Oltre ad assumere il ruolo di difensore dei giovani, Egli fu visto come il Punitore e il Vendicatore di tutto ciò che avesse violato i giuramenti. Risvegliando più timore che simpatia, egli fu odiato dagli immortali, tranne che dalla gemella Eris (la Discordia), dalla Dea della strage Eniò e dai figli avuti da Afrodite, Fobos (Paura) e Deimos (Terrore). Dalla Dea ebbe anche una prole più pacifica: Eros, Anteros e Armonia.
Per quanto ardito e battagliero, Ares non era invincibile. Fu sconfitto da Eracle e da Atena che lo atterrò, colpendolo con una semplice pietra. Omero narra che, sotto le mura di Troia, Diomede, riuscì a ferirlo con Afrodite. La sconfitta più amara fu quella in seguito alla quale fu rinchiuso dai giganti gemelli Aloadi in un vaso di bronzo, dove restò per tredici mesi, fino al giorno in cui fu salvato da Eribea, la matrigna degli Aloadi. Ella rivelò il segreto a Hermes che corse a liberarlo. Le sconfitte di Ares dimostrerebbero che la saggezza-Atena è in grado di vincere l’irruenza, la rozzezza e la bellicosità. Era un dio che poteva costituire un valido sostegno per un’evoluzione personale in senso spirituale. Erano sacri ad Ares il cane, il cinghiale e l’avvoltoio; i suoi attributi erano la lancia e la fiaccola.

MARS
Per i Romani, Marte signore della guerra e della primavera, era il Dio più importante dopo Giove. Condivideva con Quirino (il fondatore Romolo divinizzato) e Giove il ruolo di protettore della città di Roma. La leggenda romana afferma che fosse figlio di Giove e di Giunone, ma che non fosse molto apprezzato dal padre, a causa dei suoi istinti omicidi e combattivi. La lancia era il suo sacro attributo ed arma. Gli animali a lui attribuiti erano il picchio, il lupo, il cane e l’avvoltoio. Invocato come “Mars pater” e venerato dagli eserciti, regolava anche l’agricoltura e la forza del germoglio primaverile che rompe la crosta terrestre per vedere la luce. Secondo la tradizione, il cittadino romano era prima agricoltore, poi guerriero, e dopo la conquista di nuovi territori, di nuovo agricoltore.
A Roma era il protettore della città. Il suo tempio (Templum Martis extra Portam Capenam) si trovava fuori delle mura per evitare che in città scoppiassero liti e sommosse, I Sabini avevano la consuetudine di dedicare a Marte un’intera classe di giovani, destinati ad abbandonare la città d’origine per cercar fortuna altrove. Spesso, questa migrazione, soprannominata Ver sacrum (la primavera sacra), era accompagnata da un lupo o da un picchio. Al Dio fu consacrato il terzo mese dell’anno, stagione della guerra, durante la quale i sacerdoti Salii (“saltatori”) celebravano la sua festa con danze ed inni guerreschi. Un’altra festa, la Quinquatrus, si svolgeva il 13 giugno ed era dedicata alla lubrificazione delle armi. Mars fu chiamato Gradivus (colui che va alla battaglia), ma dagli esegeti moderni questa etimologia non è accettata.
Chi è interessato alla nomenclatura classica di Marte, può consultare il seguente riferimento: http://www.codas.it/articoli/Pianeti/Garofalo/NomenclaturaMarteGarofalo.pdf


GENERALITÀ ASTRONOMICHE

Fra i pianeti esterni, Marte è il più vicino alla Terra. Trovandosi ad una distanza dal Sole maggiore di quella terrestre, può essere osservato in qualsiasi posizione del cielo. La distanza Terra-Marte, a causa dell’eccentricità dell’orbita terrestre, può variare, all’opposizione, tra circa 55 e 101 milioni di km: tale distanza è minima durante le opposizioni. Le grandi opposizioni si verificano ogni 15-17 anni; l’ultima è avvenuta il 13 giugno 2001. Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare, contando dal Sole ed è l’ultimo dei pianeti rocciosi. La distanza media dal Sole è di 227,8 milioni di chilometri ed essendo l’eccentricità dell’orbita abbastanza marcata, tale distanza varia di un 10% circa. È uno dei cinque pianeti visibili ad occhio nudo ed appare come una brillante stella di color rosa-rossatro. Il suo diametro è di 6787 km all’equatore, con uno schiacciamento di 0,009. La sua orbita si trova tra quella di Giove e della Terra. Il periodo di rivoluzione siderale è di 1,88 anni. L’inclinazione dell’equatore marziano sul piano dell’orbita è di 23°59’, perciò le stagioni sono simili a quelle terrestri, ma più lunghe a causa del maggior periodo siderale di Marte. L’anno marziano è quasi il doppio di quello terrestre. Marte ruota su se stesso con un periodo di 24h37’23”, superiore di soli 41” al periodo di rotazione siderale della Terra. Il giorno marziano è chiamato “Sol”. Marte ha due satelliti di forma molto irregolare, Phobos e Deimos. Sembra che le due lune rappresentino i corpi maggiori di uno sciame di relitti prodotti e sollevati in passato, intorno al pianeta madre, dall’impatto di un asteroide.

GLIFO E SIMBOLOGIA

Il glifo di Marte è un cerchio sormontato da una freccia che da destra, parte in alto, quasi a mostrare l’azione di una forza che sfugge ai vincoli del movimento circolare. La freccia potrebbe indicare la possibilità di dirottare una parte dell’energia ruotante, verso obbiettivi e luoghi più lontani. Un’altra immagine è quella del germoglio primaverile che rompe l’unità del seme, perseguendo la liberazione, attraverso la tangente. Il glifo potrebbe anche ricordare il becco di un pulcino, mentre fora l’involucro dell’uovo che lo contiene: azione molto arietina, simbolo primaverile e inizio della vita. Marte è una forza auto-espressiva che agisce fin dall’inizio della vita: è la spinta che fa uscire il bambino dal ventre materno, è lo stimolo che agisce sui polmoni perché per la prima volta permettano una respirazione autonoma, è l’istinto che spinge il neonato verso il seno materno, è il desiderio di esprimersi, di essere riconosciuti nella propria specificità individuale.
L’energia di Marte è di tipo centrifugo, ossia tende ad andare dal centro alla periferia e nell’uomo, dall’interno verso l’esterno. Tale energia rappresenta l’origine del desiderio, della “libido” che spinge l’uomo ad esprimersi e manifestarsi. Nella mitologia Marte è conosciuto soprattutto come dio della guerra e come amante di Venere; questo indica che nella sua simbologia sono implicite l’aggressività e la passione, intese non solo nella loro accezione materiale, ma anche come forza di combattere per eliminare gli ostacoli sul cammino della propria realizzazione. La simbologia marziana sottende anche il desiderio che spinge l’individuo verso determinati obbiettivi. Molto attinente a Marte è la funzione che Perls attribuisce all’aggressività (Io, fame. Aggressività. F. Perls), quale tendenza vitale dell’organismo all’autoaffermazione: i denti sono i primi strumenti per assimilare il cibo. Marte, infatti, esprime la capacità dell’Io di soddisfare i propri bisogni, attraverso l’attività auto-affermativa del “mordere” e “masticare” l’ambiente “per assimilarlo, se è nutriente; o per distruggerlo, se è nocivo”.
In epoca medievale, Dante colloca Marte nel Quinto Cielo; nel canto XIV (vv. 82-139), egli si trova trascinato in un cielo alto, dove una stella risplende di luce rossastra. Secondo il sistema delle sfere delineato nel Convivio, Dante assegna al cielo di Marte la nota mediana, la chiave di volta dell’armonia cosmica, associando le sue proprietà a quelle della musica. Nel cielo di Marte, il sommo poeta assiste all’apokalipsis della Crux Christi, definita in termini musicali, come strumento sommativo e produttore d’armonia cosmica. In effetti, l’energia di Marte vissuta in senso positivo può condurre alla trascendenza. Il Mangala hindu indica anche l’ardore e il fuoco dell’ascesi.


MARTE ASTROLOGICO

Marte è un’energia planetaria del Tema natale e, come tale, racchiude nei suoi significati le informazioni necessarie all’espressione del sé in uno o più dei suoi ambiti funzionali. Va ricordato che, essendo un anello della catena potenziale evolutiva, la simbologia marziana è implicita nell’ordine dei 12 segni e dalle 12 case; con gli altri anelli essa rappresenta, simbolicamente, l’eterno passaggio dall’universale all’individuale e viceversa. Per espletare le sue funzioni, anche questo pianeta si associa ad altri corpi celesti. Le differenziazioni, ad un primo livello, sono indicate dal segno in cui Marte si trova.
Secondo la tradizione, Marte rappresenta il grado di volitività, aggressività ed energia del nativo, sfidato a diventare un maestro di strategia nella casa governata. Indica tutto ciò che ha carattere di lotta, la capacità di conquista, la volontà di agire per fini precisi e secondo strategie ben congegnate. Le emozioni marziane sono la passione, la gelosia, la paura e gli opposti di ognuna di esse.
Liz Greene e Howard Sasportas descrivono Marte come il cavaliere che combatte a favore del Sole e dei pianeti interni alla sua orbita, per la costruzione dell’identità individuale. Si tratta di un pianeta impulsivo ed impetuoso che, con il trascorrere del tempo, impara ad agire, secondo la coscienza. Marte è la forza centrifuga che fa emergere, attivandole le potenzialità individuali; è energia auto-espressiva che, partendo dal livello dall’istinto di sopravvivenza, si differenzia, fino ad arrivare alla volontà vera e propria. La sua funzione si compie, attraverso azioni finalizzate all’affermazione dell’Io nel mondo esterno, ma anche attraverso conflitti, sfide e battaglie. Il senso di forza personale, insito nell’azione marziana, convive spesso con la sicurezza delle proprie risposte e con la certezza di poter affrontare gli eventi che la vita propone. A volte, nascono emozioni così forti, che se ignorate, possono accentuarsi, sino a sopraffare altre funzioni del nativo. All’estremo, possono generare rifiuto, collera, sopraffazione e individualismo nel soddisfare i propri interessi a detrimento degli altri. In altri casi, quando l’energia marziana non è connessa alla consapevolezza e non si riesce a concretizzare la sua parte istintiva, possono emergere sentimenti e reazioni assai frustranti. In ogni caso, piuttosto che condannare o ignorare le vibrazioni di questi sentimenti, potrebbe essere utile analizzarli, cercando di scoprire il valore che assumono nella propria esistenza.
Solitamente, le corrispondenze marziane si risolvono in azioni che l’uomo compie con la forza della propria volontà, ma anche nei settori in cui bisogna essere coraggiosi, così come nelle reazioni a situazioni che non rispondono alle proprie aspettative. Si tratta d’azioni in cui occorre riesaminare il valore di quello che si sta facendo, per verificare se esistono le premesse di migliorare le proprie capacità. Ognuno possiede la facoltà del libero arbitrio, ma non tutti ne fanno un medesimo uso. Dalla posizione di Marte nell’insieme del TN si può dedurre, se e fino a che punto il soggetto sia capace di adoperare il libero arbitrio a proprio vantaggio. Tale probabilità è tanto maggiore, quanto più forte appare la posizione di Marte (per es. in Ariete, Scorpione o Capricorno).
In un tema maschile, Marte e le sue interazioni simbolizzano il modo in cui l’uomo esprime la sua mascolinità; nel TN di una donna simbolizza l’animus che proietta sul partner. Marte è anche la figura dell’amante. Nella vita di alcune donne Ariete, la figura paterna può essere dominante e repressiva. Il Padre terribile può riapparire anche molti anni dopo la fanciullezza, attraverso le istituzioni o i superiori sul posto di lavoro, oppure sotto forma di competizione ad impronta maschile per la conquista di un partner o di un premio.
Le figure simbolico-professionali correlate a Marte possono essere il guerriero, il macellaio, lo sportivo, l’operaio metallurgico, il corridore di macchine sportive, il motociclista, il domatore, il pastore, l’imprenditore, il commerciante d’armi, il pugile, il dentista, il poliziotto, il cultore di arti marziali, il cacciatore, il vigile del fuoco e simili. Tamburi e percussioni sono rappresentati da Marte e nonostante molti musicisti abbiano un Nettuno ben piazzato nel loro oroscopo, batteristi e percussionisti, di solito, hanno un forte Marte. Non dimentichiamo che Marte era anche un provetto danzatore.


LE TRASFORMAZIONI MARZIANE

Secondo la griglia tradizionale, Marte ha il suo domicilio in l’Ariete e Scorpione; si trova in esaltazione nel Capricorno, in caduta nel Cancro, in esilio nella Bilancia e nel Toro. Il ciclo domiciliare è Ariete (domicilio), Toro (esilio), Cancro (caduta), Bilancia (esilio), Scorpione (domicilio), Capricorno (esaltazione).
Marte in Ariete manifesta la sua forza vitale e primaria in pieno giorno, alla luce del Sole. Marte in Ariete è un intenso ed impellente impulso ad agire, senza conoscere la causa e il fine del suo impulso. Non è tortuoso, ma diretto e qualche volta, brutale. La sua imprudenza può diventare impuden­za o sfrontatezza. Marte è l’energia indispensabile alla realizzazione dell’Io individuale, ma può richiedere anche attacco o difesa, aggressività o resistenza, azione o adattamento, secondo obbiettivi che non dipendono unicamente dal Sole, ma anche dal proprio grado d’evoluzione. In linea di massima, è difficile che, avendone la possibilità, Marte non aiuti chi glielo chiede, anche se si tratta di una persona che non sopporta. Marte arietino, di solito, non serba rancore, anche se, nell’ira del momento, potrebbe aggredire. Secondo Lisa Morpurgo, in Ariete, la forza bruta del pianeta appare dissociata dalla ragione. In ogni modo, essa non potrà restare sempre al livello elementare, ma dovrà ascendere ad un settore diverso da quello che l’ha generata e affinché ciò avvenga, deve accettare un periodico ritiro.
Marte in Toro protende alla riconquista del territorio perduto, ma anche alla manutenzione di quello in cui è costretto a risiedere. A volte, sembra che non abbia realizzato di essere in esilio e ancora si ostina a voler dominare e difendere il suo territorio, anche da lontano. Può capitare anche che il “territorio” non sia realmente minacciato, ma che sia solo percepito come tale. Questo Marte in molti casi può sembrare paziente, teso come ad organizzare la sua azione in specifici ambiti, con caparbietà e fissità che molti giudicano poco ragionevoli. Ciò provoca un’aderenza ostinata al territorio, a prescindere che sia libero o soggetto a cattività. Marte in Toro non cerca la rissa e non attacca coscientemente per il gusto della sfida o per desiderio di conquista. Si tratta di un Marte passivo nei riguardi di molte provocazioni che per altri soggetti sarebbero da considerarsi dichiarazioni di guerra. Essendo in esilio, non può rispondere alle provocazioni, ma diventa fortemente reattivo in determinate situazioni. La reazione scatta, e talvolta con un certo impeto, quando si toccano certi punti sensibili o si oltrepassano determinate linee di confine. Le modalità della difesa e il rapporto con l’oggetto del possesso dipendono dal grado di coscienza personale, dalla sua evoluzione e dalla complessità della situazione. Il quadro cambia se il nativo evolve e prende coscienza di tale attaccamento, sentendosi pronto a cadere, per poi rialzarsi.
Marte nel Cancro si trova in caduta. All’esilio, ora sopraggiunge la caduta e la perdita temporanea delle proprie forze. L’energia è di tipo emotivo, si manifesta in modo incostante, ma può rivelarsi potente, seppur discontinua. L’azione marziana qui dipende dagli stati d’animo che si alternano e perciò, può apparire attiva o passiva, esagitata o stabile. La parte più instabile è mentale e rende le azioni dense, più che intense e sistematiche. L’assertività altalenante è condizionata dalla sfera circostante, pur conservando una buona forza d’affermazione, anche se non immediata. Se però i risultati tardano a realizzarsi, Marte potrebbe mollare, abbandonando l’im­presa a metà, con spreco di tempo e d’energia, nonostante le doti di concretezza che non gli mancano. Marte cancerino sa mostrare la parte piacevole della sua natura, agendo in maniera dolce, ma decisa e onesta. È sincero amante della pace, ma non è esente da sentimenti irruenti e non espressi, soprattutto se attaccato da persone poco oneste e ambigue. Potrebbe perdersi, sopportando un dolore cieco o confondendosi nelle brume di idee non facilmente attivabili. In ogni modo, in questa fase energetica, Marte resta molto legato alle sue valenze espresse o inconfessate. Questa forma marziana non possiede le capacità di saper rispondere ad azioni subdole, né sa difendersi da attacchi meschini, perciò nutre sentimenti dolorosi e laceranti che potrebbero tramutarsi in una rabbia interna, difficile da concretizzarsi in azioni. Allora, la caduta oltre ad essere dolorosa, può essere traumatica. In alcune circostanze, tale lacerazione non sussiste e anche in occasione di vessazioni subite, l’energia è orientata in altre direzioni. A volte, tende verso la devozione per certi ideali e ideologie o si realizza attraverso un progetto condiviso, ma potrebbe sviluppare una forma d’attaccamento eccessivo alle sue scelte. In ogni modo, nel pieno della sua caduta, Marte può prendere coscienza di una seconda forma d’attaccamento e dipendenza, differente da quella venusiana-taurina già superata nella fase precedente.
Marte in Bilancia. Alla dipendenza si oppone l’allontanamento o il ritiro. Così esiliato, Marte ha il tempo per soppesare tutte le possibili alternative alle questioni che lo interessano. In questa modalità espressiva, Marte può accettare ogni evidenza, tra un ripensamento e l’altro, senza grossi traumi di coscienza. Ora è ben consapevole della sua condizione. Se vuole, può riflettere e ponderare, misurare i pro e i contro, prima di agire. A volte, questa riflessione può protrarsi a lungo, altre volte può essere troppo rapida. Al meglio delle sue espressioni, Marte confinato, avendo già sperimentato tale condizione, riesce a valutare in anticipo le situazioni che arrecano discordia; anzi, essendo lontano dalla realtà considerata, può trovare ottime mediazioni e specifici compromessi per concordare azioni giuste. Inizia, infatti, ad avere la consapevolezza che la vita non è così semplice come sembra e che è necessario difendere se stesso e le persone care, nonostante il desiderio di pace e la posizione di ritiro. Si sente molto preso dal ruolo di portatore di giustizia umana o sociale, anche se obbligato ad una forzata pausa di riposo. Il problema è che la sua energia può oscillare tra alti e bassi. Al positivo, però, questa fluttuazione permette al suo potenziale d’aggressività ed egocentrismo di ridimensionarsi. Se si abbandona ad uno stato d’aggressività passiva o non ha voglia di mettersi in gioco, allora si perde in lucidi piani mentali, irrealizzabili e mutevoli, secondo le occasioni. Se, invece, riesce a decidersi, dopo aver ben ponderato le sue posizioni, può trovare ottimi alleati (interni ed esterni) per uscire dal suo esilio.
Marte in Scorpione, dopo la lunga pausa riflessiva, dopo essersi dedicato a progettare piani e strategie, è diventato un guerriero che sa puntare e colpire con fine precisione i suoi bersagli, sa tramare come un ragno e intrappolare le sue prede, con una rapida azione manipolatoria. Mentre il Marte arietino è un intrepido apri-pista che avanza, travolgendo gli ostacoli, lo scorpionico, dopo il primo esilio, la caduta e il secondo esilio, ritorna alle sue origini combattive, pronto ad affrontare gli ostacoli con la consapevolezza del rischio. Pur conservando qualcosa dell’esecutore rozzo, è fidato e fedele al mandato di Plutone. Nell’interazione con l’esperienza plutonica, Marte entra in contatto profondo con le dinamiche del potere personale ed esterno. Pur di raggiungere il suo scopo, è disposto a perdere qualcosa. In questa fase, volendo, può usufruire, realmente, della nuova e potentissima forza interiore che ha conosciuto, a tratti, nella fase precedente. La forza plutonica lo spinge a riconoscere i bisogni dell’Io, soprattutto quelli meno evidenti e intrecciati con gli istinti più profondi. Può sacrificare gli altri ai suoi bisogni o rendere sacri i suoi bisogni a favore degli altri. Questo travaglio, a tratti esplosivo, lo prepara alla fase successiva, quella più esaltante, in cui potrà usufruire della collaborazione di Saturno per acquisire la capacità di gestire la sua forza, per controllarla, farla esplodere o equilibrarla in piena maturità.
Marte in Capricorno vive la sua esaltazione alla ricerca d’autonomia, maturità e sicurezza. Può gestire e misurare la forza da usare, attraverso la disciplina e l’esperienza, ma anche attraverso l’adattamento creativo. Un Marte saturnino ha superato l’abitudine di attaccare sconsideratamente, riesce ad affermarsi bene e a difendersi con discernimento, ma può perdere la creatività, se sorgono problemi con il confine di contatto. Per inciso, il confine di contatto è il luogo in cui è possibile integrare la creatività con l’adattamento necessario al vivere sociale. La maturità, infatti, è riconducibile all’adattamento, come meta per lo sviluppo sano dell’individuo, in modo che si generi l’integrazione tra i bisogni individuali e quelli comunitari. In questa fase, Marte conosce le cause e i fini delle sua azioni, sa gestire ed orientare i suoi impeti, ma può correre il rischio di non integrarsi, di congelarsi o irrigidirsi, specialmente se c’è in gioco la sua sopravvivenza o quella dei principi in cui crede. In alcuni casi, preso dai suoi imperativi categorici e rigorosi, rischia di perdere il contatto con i suoi confini, varcando con fredda ostinazione territori impervi.


BREVE CENNO ALLE CARTE DINAMICHE MARZIANE

Marte è il pianeta che innesca le esperienze indicate dai pianeti lenti e dalle progressioni. Gli eventi indicati dalla simbologia del pianeta richiedono orbite assai strette. Il pianeta “si fa sentire” qualche grado prima o dopo l’aspetto esatto, in particolare nella congiunzione. Quando Marte transita, emana una forte carica energetica che tende alla realizzazione delle potenzialità marziane radicali Se il pianeta è transitato per progressione, e il transito più frequente è quello della Luna che in 28 anni e mezzo fa il giro della carta di nascita, nell’anno in cui la Luna al grado sopra Marte, avrà un’energia affettiva ed emotiva molto intensa. I transiti di Marte, come quelli dei pianeti apparentemente difficili, non vanno considerati come decise negatività. La casa transitata dal pianeta indica il settore nel quale la sua energia agirà e volendo, possiamo anche dirigerla in modo costruttivo. Ad esempio, se Marte sta transitando in Casa VI, indicherà grande attivismo nel lavoro e nel nostro ambito quotidiano. A rigor di logica, dovremmo redigere un calendario dei transiti di Marte nel biennio della sua rivoluzione e leggerli unitamente ai transiti dei pianeti lenti. Durante il periodo nel quale Marte insiste su certi gradi e in quella casa, sono importanti gli aspetti che entrano in gioco. Nel caso di forti dissonanze che non si esauriscono in poco tempo, è il caso di usare e consigliare prudenza. Assecondare, andare incontro, alla simbologia legata al pianeta, può rappresentare un valido supporto a vivere il transito. Nei transiti scorrevoli di Marte, potremmo dedicare alle pratiche sportive più che in altri periodi. Anche chi non si considera sportivo, può trarre soddisfazioni e vantaggi da un tale passaggio.
Con le rivoluzioni solari, Marte è considerato nella sua classica simbologia e nella casa di rivoluzione che lo ospita, indicando il fermento e la lotta dell’anno. Molto raramente, va letto in ottiche pessimistiche; salvo, quando siano presenti aspetti molto dissonanti o congiunzioni “dure” con pianeti natali (del genere Marte/Saturno ad esempio). L’Ascendente di rivoluzione che si congiunge a Marte radicale indica un tipo d’azione diretta, incisiva e improrogabile. Gli altri aspetti della rivoluzione spiegano in quale ambito questa azione avrà i suoi riflessi.
Nel tema progresso, molto importante è considerare l’eventualità che Marte divenga retrogrado, dopo la nascita e per quanto tempo (giorni/anni). Molto utile è osservare il passaggio da un segno all’altro, per capire da quando e per quanto tempo l’energia del pianeta ha mutato la sua vibrazione. Se si presenta il caso di un Ascendente progresso in avvicinamento a Marte radicale, si possono fare delle considerazioni sugli effetti di una tale configurazione.


FISIOLOGIA-BIOLOGIA MARZIANA

Come tutti gli altri animali, anche l’uomo ha cercato di trovare un compromesso tra la conservazione delle proprie peculiarità e i grandi cambiamenti proposti dall’ambiente, tra le mutazioni genetiche casuali e le piccole contingenze ambientali. La posizione di Marte per segno e casa all’interno del TN fornisce informazioni sul tipo d’energia fisica e sul modo di esprimere tale forza per difendersi, rispetto agli attacchi esterni. Questa energia planetaria esprime i bisogni d’eccitazione fisica, ma anche i desideri, gli impulsi e gli entusiasmi con le rispettive reazioni fisiche. Un forte Marte nel tema può denotare una personalità competitiva, atletica, capace di assumere rischi.
Secondo l’antica tradizione astrologica, Marte governa il trigemino, il tono muscolare, gli organi maschili, il sangue, il naso e i denti. Il sangue è associabile, simbolicamente, a Marte per la funzione di trasporto d’ossigeno, dovuta all’emoglobina, proteina quaternaria, che contiene atomi di ferro e conferisce il classico colore rosso. Marte permette ad ogni emozione di agire sul sangue, stimolando l’organismo al tipo di risposta più adeguata. Nei momenti di collera, per esempio, il sangue irrora le mani, quasi a predisporre l’individuo alla difesa. Nei momenti in cui la persona è in preda alla paura, il sangue defluisce nelle gambe, quasi a favorire la fuga. Nei soggetti a pressione alta è interessante il rapporto tra il bisogno di esprimersi e il contenimento o il restringimento dei vasi che frenano e rallentano la pressione sanguigna.
Marte potrebbe essere la causa primaria dello scatenamento delle dinamiche depressive. Alcune teorie definiscono la depressione come modalità d’aggressione-passiva in cui la rabbia è agita contro di sé. Attraverso la contrazione muscolare cronica si crea una negazione delle sensazioni dell’organismo, un’insensibilità sensoriale ed emotiva, caratteristica del Marte in cattività.
Il pianeta è associato anche ad infiammazioni, ulcere, ernie e tutto ciò che dall’interno vorrebbe esplodere. Nei processi infiammatori, vi è un contenuto energetico che preme per trovare un canale d’espressione. A Marte si legano anche i meccanismi d’auto-frustrazione: lussazioni, fratture, tagli, piccole lesioni. Sul piano immunitario, Marte capricorneo è paragonabile al sistema di difesa acquisito (detto anche specifico o adattativo) che, nonostante la sua grande immuno-competenza, può non riconoscere più certi tessuti dell’organismo stesso che lo ospita, ossia alcune parti dell’Io biologico individuale (Sole-Ariete), e finire per attaccarle e distruggerle. Da qui le malattie auto immuni, come il Lupus Eritematoso Sistemico, la sclerosi multipla, il diabete, ecc. Se il Marte arietino è perfettamente riconducibile all’immunità innata, sistema di difesa più antico e primitivo, quello scorpionico è il punto di sutura tra questo e l’immunità acquisita, o adattativa, assai più complessa ed evoluta. Con Marte esaltato in Capricorno trionfa l’immunità acquisita, la capacità delle nostre difese di imparare dall’esperienza (Saturno) e di reagire con maggiore efficienza agli agenti patogeni che ci hanno attaccato in passato. Si può affermare che Marte saturnino è paragonabile alla macchina bellica che elimina con efficacia le eventuali minacce sia esogene, che endogene.

MARTE E I MERCATI FINANZIARI

Marte in ambito economico/finanziario è un pianeta molto importante. In realtà, un po’ tutti i pianeti fanno sentire la loro influenza sulla vita politica, economica e sociale. Questo pianeta però, in ambito economico ed in certi momenti, può determinare dei trend ben delineati al rialzo od al ribasso, secondo il contesto a cui si associa la sua influenza.
La sua rivoluzione intorno al Sole è di circa due anni; sugli indici azionari questo ciclo è abbastanza evidente, nel determinare dei minimi o massimi biennali molto importanti. Naturalmente, per comprendere se rispetto ad un minimo di due anni precedenti, il successivo minimo sarà più alto (quindi trend di lungo al rialzo) o più basso (trend di lungo al ribasso), è di capitale importanza conoscere anche i cicli dei pianeti più lenti (da Giove in su) ed analizzare il tutto nella globalità.
Nel passato recente, il ciclo biennale di Marte sull’indice Mib30 ha formato un minimo molto importante ad ottobre 1999, seguito da un massimo nel marzo del 2001 e dalla chiusura del ciclo con un minimo nel settembre 2001. Il ciclo successivo, partito nel settembre del 2001, presenta un’irregolarità temporale, dovuta ai cicli superiori; ha conosciuto il suo massimo nell’aprile del 2002 e la sua chiusura, con un minimo importante, appare attorno al 16 settembre 2004. A livello di cicli mensili, non è infrequente osservare minimi o massimi in prossimità di un transito lunare su Marte, soprattutto in congiunzione e opposizione, e questo perché la sua influenza si ripercuote, direttamente, sull’emotività e “sulla psicologia operativa” di tutti gli operatori e i trader. Quindi, in ambito borsistico e finanziario, Marte rappresenta l’energia di un titolo o di un indice nel contesto complessivo del mercato.
La sua combinazione con altri pianeti colora poi la sua influenza. Rapporti Marte/Mercurio possono dare delle giornate con intensissimi volumi di scambio, oppure giornate in cui le notizie danno una direzione ben precisa al mercato, sia al rialzo sia al ribasso. Con rapporti Marte/Giove, si possono creare dei massimi o minimi annuali o biennali. Rapporti positivi con altri pianeti possono determinare dei periodi euforici, mentre rapporti negativi con altri pianeti lenti possono generare giornate di vero e proprio panico. Giove, quindi, non è da considerare solo come pianeta positivo, ma anche come “acceleratore ed amplificatore” di una situazione che ha già creato i presupposti in precedenza, ma che non era ancora stata “vista”. Può essere responsabile della “speculazione”, l’ultima fase del rialzo, dove l’ottimismo si trasforma in euforia e si assiste ad una rapidissima crescita delle quotazioni dei listini azionari. Entrano sul mercato le cosiddette “mani deboli”, ossia i piccoli risparmiatori, che decidono di acquistare, quando i prezzi sono vicini ai massimi, incoraggiati dall’enfasi dei mezzi di comunicazione che descrivono il boom borsistico in corso. Di contro, può anche rappresentare, ma devono essere presenti aspetti planetari o contesti ciclici collaterali negativi, momenti in cui si manifesta un brusco declino dei prezzi, poiché tutti si accorgono che il mercato non ha più nulla da dare e vendono “al meglio” per salvarsi dal ribasso generale. Con Marte/Saturno, l’atmosfera non sarà d’euforia come con Giove, a meno di aspetti collaterali, può trattarsi di periodi dove si consolida un trend precedente. Si può anche trattare di fasi di “accumulazione”, quando la maggioranza degli investitori è ancora convinta di essere in un mercato al ribasso, le cosiddette mani forti (gli investitori professionali) iniziano ad acquistare a prezzi convenienti, nella consapevolezza che la fase ribassista è in esaurimento. Gli acquisti sono fatti, gradualmente, in modo da non muovere il listino. Si formano, così, una serie di movimenti laterali, detti anche base o bottom. Di contro, può anche trattarsi di fasi in cui gli operatori dominanti nel mercato comprendono che il mercato “toro” è finito e cominciano ad alleggerire le proprie posizioni rialziste. La fase espansiva appare indebolita e si crea un movimento laterale, chiamato di distribuzione, o di tetto o top. Gli aspetti Marte/Urano possono determinare periodi di particolare fermento nel comparto dei tecnologici, ma può trattarsi anche di eventi improvvisi, traumatici ed imprevisti nei mercati. Con Urano in Acquario, a cui nel mese di dicembre 1999 si è aggiunto Marte, il listino tecnologico Nasdaq ha registrato performances incredibili. Con Marte/Plutone il mercato può sorprendere per la sua forza intrinseca, non completamente prevista dagli analisti. Possono crearsi i presupposti e le sinergie tra aziende capaci di condurre a profonde trasformazioni per il futuro. Può anche essere il periodo di pericolose trame finanziarie condotte con troppa disinvoltura con il rischio di future vicende giudiziarie o di fallimenti.


MARTE RETROGRADO

Teoricamente, un pianeta retrogrado rappresenta una funzione la cui attività si dirige in direzione opposta al flusso naturale, anche se il termine “contro”, in questo caso, non significa, necessariamente, animosità. Nel loro moto apparente-contrario a quello dei luminari, i pianeti retrogradi possono completare quello che non è stato possibile attuare in precedenza, durante il movimento diretto.
Nel corso della vita, l’individuo si scontra con la costante necessità di adattarsi a nuove condizioni, deve affrontare il processo di crescita ed espansione interiore, deve fronteggiare i cambiamenti causati dell’ambiente circostante, deve farsi carico di problemi e questioni irrisolte. In virtù di tali necessità, i periodi di retrogradazione potrebbero costituire momenti d’approfondimento del passato, per elaborare nuove strategie comportamentali ed espressive. Marte è retrogrado per meno di un decimo del tempo che passa fra due successive congiunzioni con il Sole (circa ogni 25 mesi). Il periodo di retrogradazione marziana assume un’importanza particolare, durante il quale il pianeta indica il potere di agire e di affermarsi nel mondo. Alcune preoccupazioni della società e dell’uomo moderno sono il risultato di un uso sbagliato di questo potere. Nel periodo centrale del movimento retrogrado, Marte si trova in opposizione al Sole e non in congiunzione. Per riesaminare il proprio comportamento e apportarvi le opportune modifiche, è necessario rivedere in modo obiettivo il rapporto con il proprio Sole. Il momento migliore è il periodo d’opposizione al Sole, perché la fase illuminante potrebbe permettere una decisa obiettività. La prima metà del periodo retrogrado di Marte, fino all’opposizione al Sole è una fase preparatoria. Dopo la conclamazione dell’opposizione (retrograda), le esperienze aventi come scopo il progresso personale, possono dare i loro frutti. Le congiunzioni ed eventuali aspetti che Marte forma in stazione retrograda, possono indicare il tipo d’energia funzionale ai bisogni e agli obiettivi da conseguire per l’eventuale avanzamento personale.
CASTELLI DI RABBIA
Per una di quelle strane ma sempre interessanti sincronicità che tutti ben conosciamo, ho preso una cagnolina proprio nei giorni in cui cominciavo a scrivere questa relazione. Di per sé, i due eventi non avrebbero alcunché in comune se non fosse che, documentandomi vergineamente sull’educazione dei cuccioli, anche per compensare la mia inesperienza generale sui cani, ho letto le descrizioni delle possibili malattie più o meno rare che possono infettare i nostri amici pelosi, tra cui la rabbia. Qualche ora dopo, tornando al lavoro, stavo scrivendo alcune note sull’espressione di Marte, appunto in quanto rabbia… e mi è tornato in mente ciò che avevo letto sulla omonima malattia.
Permettetemi quindi una premessa descrittiva su questa patologia (purtroppo ancora diffusa), perché le associazioni simboliche, comportamentali e psicosomatiche con il suo “corrispondente” emozionale sono davvero interessanti.
Innanzitutto è un virus, dunque una malattia contagiosa. Non si sviluppa, non si eredita, ma si riceve e si trasmette forzatamente e per vie traumatiche: un morso, di solito; comunque un contatto della saliva infetta con il sangue. Già in queste modalità di trasmissione del virus troviamo tracce di Marte, ancor più considerando che sono sostanzialmente gli animali selvatici (pipistrelli, lupi e volpi) a poter infettare l’uomo, gli animali domestici o altri animali a sangue caldo. Ma le analogie proseguono, perché vengono infettate innanzitutto le fibre muscolari; da lì la malattia migra alle fibre nervose, e tramite i nervi cranici (in particolare il trigemino) arriva alle ghiandole salivari dove compie un’altra replicazione: il che significa che il virus non vuole più solo diffondersi nel soggetto colpito ma cerca di propagarsi verso ulteriori soggetti, inducendo altri morsi…
Anche i sintomi sono interessanti, per quanto terribili. La fase iniziale produce sintomi aspecifici e per questo pericolosamente sottovalutati o confusi con altre patologie: febbre, cefalea, depressione o inquietudine, malessere generale (astrologicamente ricordano un Marte afflitto in prima o sesta casa). Segue poi la cosiddetta fase di latenza, di durata variabile a seconda della carica infettante e della sede del morso, ma in cui si manifesta il tipico sintomo della idrofobia. L’irrequietezza aumenta fino a diventare un incontrollabile eccitamento, con spasmi dolorosi dei muscoli laringei e faringei, provocati dall’irritabilità riflessa dei centri della deglutizione e respirazione (noto uno sconfinamento simbolico dall’Ariete ai due segni successivi…): di fatto, il malato ha sete e desidera bere, ma non ci riesce. La comparsa dei sintomi specifici dopo la fase di latenza coincide quasi sempre con un esito infausto della malattia. Il virus ha ormai colonizzato il sistema nervoso centrale e infatti nella fase terminale si presentano i sintomi neurologici: nella maggioranza dei casi abbiamo la cosiddetta forma “furiosa”, con aggressività, disorientamento, allucinazioni, aumento della salivazione e della lacrimazione, priapismo, eiaculazione spontanea, contrazioni alle corde vocali, oltre che la solita idrofobia; più rara è la forma “muta”, in cui predominano i sintomi paralitici. Negli animali, questa forma può esprimersi anche in comportamenti anomali, ad esempio mancanza di timore dell’uomo o attività diurna in pipistrelli, puzzole o volpi. La morte sopraggiunge in genere dopo pochi giorni, per asfissia o paralisi generale.

Mi sono dilungata nella descrizione di questa spaventosa malattia perché, quando penso a Marte, la prima associazione che mi viene in mente non è legata alla volontà affermativa, alla passione, al coraggio, alla grinta decisionale o a tutte le espressioni che pure conosco e riconosco come il Marte più sano e necessario. La mia primaria associazione è legata appunto alla rabbia, cioè all’aspetto “negativo” del pianeta, che è anche quello più represso e peggio gestito, persino temuto. Parlo innanzitutto per me, che con Marte in Bilancia ho da sempre mille difficoltà ad accettare la mia rabbia e a manifestarla prima che esploda… ma nella mia esperienza umana e professionale ho potuto notare di essere in folta compagnia, laddove l’educazione familiare e la cultura sociale spingono spesso a soffocare persino il Marte più forte per posizione zodiacale o aspetti.
Tra le tante manifestazioni del pianeta, è insomma sempre la rabbia quella che viene soffocata maggiormente, perché disconosciuta, negata, imbrigliata dalle convenzioni o dai doveri formali tanto cari al segno opposto all’Ariete. Noblesse oblige… Ma così, il passaggio dalla rabbia muta (anzi, zittita) alla rabbia furiosa (cioè ormai incontrollabile) è più o meno veloce e comunque inevitabile; e a quel punto direi anche paradossalmente salutare, per evitare spiacevoli e più o meno gravi alternative psicosomatiche. Io di solito me la cavo con occasionali eritemi, ma solo quando non lascio o non posso lasciar sfogare il mio Marte preventivamente, tramite Mercurio congiunto: viceversa, se non posso “fare” ma mi permetto almeno di “dire” … l’arma verbale funziona egregiamente e – come certi sciami sismici – impedisce all’energia affermativa o competitiva di accumulare temperatura liberandosi poi in modo più violento, seppur solo sulla frontiera epidermica. Evidentemente, almeno nel mio caso, solo la rabbia muta può diventare rabbia furiosa!
Ma vale davvero soltanto per me? Il mio è appunto un Marte in Bilancia, e si attiva prepotentemente di fronte a ciò che reputo un’ingiustizia e non necessariamente nei miei confronti. Eppure ho visto molti Marte in Ariete – da cui pure ci si aspetterebbe sempre azione diretta e, alla peggio, libera aggressività – implodere invece in emicranie invalidanti; e non parliamo delle gastriti di Marte in Cancro, delle dissenterie di Marte in Scorpione, delle talloniti di Marte in Pesci, delle sciatalgie di Marte in Sagittario… Ogni Marte trova, purtroppo o per fortuna, un modo alternativo per sfogare il proprio Fuoco mediante il corpo, ma allora la domanda non è “come” ma “perché” … Perché la rabbia è un’emozione così scomoda e faticosa da gestire? Soprattutto, a prescindere da ciò che ci fa arrabbiare, perché ci sentiamo sempre in dovere di controllarci e, se non lo facciamo, ci sentiamo a disagio o persino in colpa?
Come dicevo è una questione sostanzialmente culturale, di costume, di convenzioni socialmente stabilite e individualmente accettate come regole: se non le accetti non vieni accettato; è un meccanismo semplicissimo ancorché subdolo. Resta il fatto che, ogni tanto e chi più chi meno, tutti ci arrabbiamo: quindi, proprio come la malattia omonima, nemmeno la rabbia emozionale può considerarsi estinta né, evidentemente, esiste vaccino… E tanto varrebbe accettarne l’eventualità, comprenderne la necessità assieme ai motivi, rispettarne il valore sintomatico in quanto segnale di “squilibrio” (asse Ariete-Bilancia), per poi lavorare preferibilmente sulla prevenzione.
Già: la prevenzione. Fosse facile. La rabbia si attiva in comportamenti impulsivi e a volte plateali, ma resta un’emozione passiva: una re-azione, che in quanto tale ha poco o nulla del Marte inteso come azione volontaria, autonoma e diretta. Dunque, per evitare la rabbia o almeno gestirla senza diventarne le prime vittime, è necessario entrarci dentro (non allontanarsene), scoprire cosa nasconde la sua apparenza superficiale e fin troppo visibile; insomma capirla, a partire da quei sintomi dapprima indistinti e poi sempre più specifici che si presentano, similmente, nella malattia omonima.
Non credo che la questione del contagio sia secondaria. Pensiamoci: non ci improvvisiamo arrabbiati, non lo diventiamo per caso, insomma non siamo mai noi stessi ad arrabbiarci… ma è qualcosa o qualcuno che ci fa arrabbiare. In tale dinamica è evidente l’asse Ariete-Bilancia, o meglio l’asse tra prima e settima casa che mette a confronto il soggetto IO con gli oggetti relazionali: il TU inteso come altre persone, cose, fatti, opinioni, esperienze. Ma se vogliamo applicare alla lettera l’analogia con la malattia, dobbiamo aggiungere che chi ci fa arrabbiare è a sua volta, anzi prima di noi, “arrabbiato”; cioè in qualche modo alterato, squilibrato e reso aggressivo, anche se nei contesti relazionali ciò non è sempre evidente. Noi reagiamo con la rabbia solo se e quando veniamo attaccati, quando i nostri confini (pelle-Bilancia) vengono profanati o lesi, dunque un’eventuale prevenzione richiederebbe di riconoscere in tempo questa minaccia e depotenziarla: ma non è facile, proprio perché dall’altra parte non c’è un soggetto che ringhia o sbava, ed anzi si tratta spesso di una persona che si comporta in modo formalmente civile ma sottilmente violento, oppure di una situazione costrittiva che ci spinge mentre noi vorremmo star fermi o ci blocca mentre vorremmo muoverci… In ogni caso, avviene qualcosa contro la nostra volontà, o contro cui la nostra volontà è inefficace. Il che parrebbe confermare la mia ipotesi sul fatto che la rabbia sia un’emozione “negativa”, che nasce e si esprime da una mancanza, carenza o afflizione di Marte; cioè esattamente il contrario di ciò che sembra o che spesso si pensa (“chi ha un Marte forte si arrabbia spesso, è aggressivo, attacca gli altri” eccetera).
Va da sé che ci vuole un “sangue caldo” per essere infettati e anche per infettare. E noto di sfuggita che soltanto i pipistrelli sembrano poter essere portatori sani: sia come animali notturni che nel loro aspetto e nei loro miti, i pipistrelli sono indubbiamente creature scorpioniche, e forse è il governatore occulto dell’Ariete (Plutone) a potersi sostituire a Marte nella gestione controllata della rabbia. Non a caso, gli individui plutoniani possono vantarsi di attaccare, combattere, aggredire e “far arrabbiare” gli altri, rimanendo lucidi e distaccati… Freddi, appunto.
Al di là dei simboli, resta il fatto che per noi esseri umani il sangue caldo è sinonimo di vita, di sensibilità, di altruismo: lo associamo al calore del cuore e quindi all’amore, cioè a quel sentimento che caratterizza proprio la nostra umanità migliore. Ammesso e non concesso che l’amore sia esclusiva umana, sembra che la coppia Marte-Venere insista a rimanere legata anche quando la complicità diventa competizione o mutua esclusione. Sembra insomma che Marte non riesca ad esprimersi al meglio sui terreni di Venere e viceversa; che l’autoaffermazione sia incompatibile con la relazione, che volere e piacere non facciano rima... Ma è proprio su questa apparente contraddizione che si cela, a mio avviso, il malinteso.
Tornando ai sintomi, è proprio nella fase iniziale che casca l’asino. Anzi, casca e ricasca: dapprima perché ci esponiamo al contatto-scontro senza intercettarne il pericolo, e poi perché tendiamo a sottovalutare le sensazioni immediate che proviamo, quella sorta di fastidio o disagio “a pelle” che puntualmente viene rimosso, negato, giudicato e imbrigliato in mille forme culturali acquisite (Bilancia). I primi sintomi del contagio, come abbiamo visto, sono vaghi: mal di testa, inquietudine, aumento della temperatura corporea, malessere indefinito… banalità! E allo stesso modo pensiamo: ma no, che sarà mai, sono io che sbaglio e sono prevenuto, non è detto che questa situazione sia sbagliata o negativa, non è detto che questa persona ce l’abbia con me o sia in mala fede, non è detto che sia impossibile discutere mediare trovare un compromesso un arricchimento reciproco e blablabla. E invece sì; a volte è detto e fatto.
Ognuno dovrebbe limitarsi al proprio lavoro e ciò vale anche per i segni: ma quando l’Ariete abiura e si scompensa proprio tentando o fingendo di “bilanciarsi” … cominciano i problemi! Ariete, Marte e prima casa devono rimanere concentrati sull’IO, così come Bilancia, Venere e settima casa sul TU, e la confusione in tal senso non è mai una scorciatoia: non sono valori interscambiabili. Il punto è che non dovrebbero essere nemmeno alternativi, bensì complementari e direi pure contemporanei, per offrire un risultato efficace. Ed è proprio qui che la faccenda si complica: per vivere Marte in modo “sano”, cioè come volontà propositiva, coraggio, spirito di iniziativa, slancio decisionale o comunque tutto ciò che non nega né limita o umilia l’IO, è necessario che anche Venere sia vissuta in modo altrettanto sano e fecondo, cioè come confronto, sentimento, relazione, mediazione e partecipazione. Ma siamo in grado di amare, quando siamo arrabbiati? No. In quei momenti non amiamo la persona che ci ha fatto arrabbiare, non amiamo il mondo, la vita e neppure noi stessi. La rabbia ha più a che fare con l’odio che con l’amore; ed essendo l’odio un sentimento distruttivo, nemmeno nella rabbia c’è granché di utile, visto che trattenerla e negarla ci intossica, quanto sfogarla impropriamente lascia residui dolorosi di affaticamento, disagio, rammarico o vergogna.
Non si costruisce niente con la rabbia. Per lo meno non soltanto con la rabbia, perché è una condizione forzata, passiva e tardiva, tutt’altro che “sana”; e può essere utile solo come veicolo coatto di comprensione, laddove ci sforziamo davvero di capirne, accettarne e accoglierne i motivi. Tant’è che lavorare con la rabbia significa innanzitutto tornare indietro: non solo alle cause contingenti che possono scatenarla, ma a quelle più antiche di cui ogni sfogo successivo è forse conseguenza.
Credo che per tutti noi esista un “morso” primario, originale, primitivo. Qualcosa che ha aggredito la nostra capacità di autoaffermazione e contaminato il nostro istintivo e spavaldo “IO SONO, IO VOGLIO, IO FACCIO!” trasformandolo in un “vorrei ma non posso, potrei ma non devo” …
E dunque, non si può costruire con la rabbia o sulla rabbia, ma ciò non significa che la rabbia non abbia valore costruttivo, seppur indiretto. E’ un po’ come per i castelli di sabbia: erigerli è un divertimento per i bimbi di ogni epoca, che pure rimangono sempre dispiaciuti quando le onde del mare li dissolvono; non a caso ne associamo l’immagine ai sogni infondati, alle delusioni più cocenti. Ma non è necessario avere un passato d’architetto come me per sapere che nessun materiale di costruzione può essere composto solo di sostanze inerti: i mattoni sono fatti di argilla miscelata all’acqua, persino il calcestruzzo armato è fatto di sabbia e pietrisco resi plastici dall’acqua e deve la propria resistenza non solo al ferro (Marte) delle armature o alla forma (Venere) delle carpenterie, ma all’elasticità legante del cemento, che protegge il ferro dall’umidità pur essendo a sua volta necessariamente umidificato.
Anche l’idrofobia, l’abbiamo visto, è insieme paura dell’acqua e mancanza-desiderio di acqua; così come nel linguaggio contadino un terreno “arrabbiato” è un terreno insterilito dalla siccità, per essere stato lavorato in fretta o nel periodo sbagliato. Aggiungiamo i tipici condimenti “all’arrabbiata” che tanto fanno onore ai primi piatti italiani, e che sono solitamente piccanti o salati… e il malinteso, il paradosso, pare proprio servito! La rabbia dipende davvero da un Marte afflitto o non piuttosto da un Marte inflazionato? Insomma, è un troppo o un poco?
Né una cosa né l’altra, forse. Forse la risposta è difficile perché la domanda è sbagliata, a sua volta contaminata da virus culturali. Forse non ci arrabbiamo quando non riusciamo ad affermarci individualmente, ma quando non riusciamo a farlo socialmente; e dunque è un problema di Venere più che di Marte, con la complicità della Luna e che quindi ben si inquadra nella Croce Cardinale tra Ariete, Cancro e Bilancia (con il Capricorno appunto simbolo di costruzione). Non a caso le esplosioni più accese di rabbia sono definite “isteriche”, cioè… “uterine”; e in fondo proprio l’animale emblema della omonima malattia, il cane, è anche un animale fortemente sociale.
Il virus della rabbia cerca di propagarsi e si manifesta in forme sintomatiche tali da favorire la diffusione. Il cane rabbioso è temuto e isolato, eppure anela disperatamente un contatto; vitale come acqua nel suo deserto. Analogamente, noi non ci arrabbiamo perché ci sentiamo attaccati ma al contrario perché ci sentiamo rifiutati, incompresi, forzati ad essere diversi e quindi non apprezzati per ciò che siamo: di fatto considerati inabili alla partecipazione, esclusi dal confronto, inutili alla costruzione di una coppia, di un gruppo, di un “branco”.
La rabbia, allora, altro non è che l’espressione più disperata della nostra solitudine: un estremo grido di dolore, sterile e scomposto come i castelli di sabbia ormai invasi dalle onde, che pure nasconde il tentativo di essere trasmesso, la speranza di essere ascoltato; l’ancestrale bisogno e diritto di essere accolto.

Ecco l’antidoto. La cura nella malattia. E non mi dispiace apparire banale o retorica: ho già premesso il mio Marte in Bilancia e quindi volentieri metto il Dio della Guerra al servizio e alla difesa della Dea dell’Amore; Spada e Bilancia come in ogni immagine mitologica e religiosa di verità e giustizia.
D’altra parte, Marte e Venere hanno in comune almeno una cosa: la scelta. Ed è solo per scelta – non per forza – che possiamo evitare di arrabbiarci, di fronte alle circostanze della vita che hanno soltanto la colpa di somigliare ad antiche ferite (Luna), o magari non ci piacciono (Venere) o mettono limiti (Saturno) alla nostra libera affermazione. E soprattutto di fronte a chi ci aggredisce o ci innervosisce… forse soltanto per richiamare e provocare, come fanno i cani quando ululano, una partecipazione; ma che è semplicemente un individuo solo, che grida verso di noi (non contro) la propria rabbiosa richiesta di amore.