mercoledì 20 aprile 2011

TERZO CONVEGNO INTERNAZIONALE DI ASTROLOGIA EDIZIONE 2011 A PERUGIA



 C.I.D.A. E ASSOCIAZIONE CULTURALE JAYAVIDYA
TERZO CONVEGNO INTERNAZIONALE DI ASTROLOGIA EDIZIONE 2011
LA PSICHE UMANA E LA VOLTA CELESTE
DOMENICA 3 LUGLIO, ORE 9:00/20:00

ORGANIZZAZIONE E DIREZIONE: MESKALILA NUNZIA COPPOLA - MODERAZIONE: DANTE VALENTE
PATROCINIO: COMUNE DI PERUGIA
MISSION: diffondere la buona astrologia, come strumento di consapevolezza e formazione al futuro; promuovere l'intercultura e il pluralismo astrologico, valutando le varie metodologie (antiche e moderne), come gioielli preziosi e differenti, deposti in uno stesso scrigno: la volta celeste.
REFERENTI IN ORDINE ALFABETICO
1.                    GRAZIA BORDONI – Astrologia moderna
PRENDIMI L'ANIMA: L'OROSCOPO COME VISSUTO PSICHICO
L’intreccio celeste che ci rappresenta e ci accompagna dal momento in cui veniamo alla luce, può essere letto su tre piani: il piano psichico, quello fisico e il destinico. Ogni singolo fattore del Tema Natale permette questi differenti livelli di lettura e di espressione, perciò rappresenta il nostro reale psichico e il nostro vissuto cosciente. Ogni Scuola o branca dell’Astrologia, secondo il proprio approccio e il modus operandi del proprio settore, privilegia un livello piuttosto che un altro. Resta, però, indubbio che l’analisi astrologica ci offre tutti gli strumenti necessari per leggere l’anima che il disegno davanti a noi così bene rappresenta e descrive … con tutti i rischi che quest’operazione comporta.
2.                    LIETTA CATONI – Astrologia uraniana
I DISORDINI DELLA PERSONALITÀ: DAL METODO D'INDAGINE DELLA SCUOLA DI AMBURGO ALLA RICERCA SPERIMENTALE DELLE FIGURE PLANETARIE
L’intervento inizierà con una breve nota storica sulla Scuola di Amburgo e i suoi pionieri. Vi sarà l’introduzione al Metodo Uraniano con il principio di simmetria, le figure planetarie e i transnettuniani. Seguiranno due esperienze in diretta sul modo d’interrogare l’oroscopo con il dial 90°, lo strumento per la raccolta delle figure planetarie. Prima esperienza - Domanda e risposta in diretta: " Che cosa accade a Perugia il 3 luglio 2011 alle h. 9.00 AM?".  Seconda Esperienza in progress: analisi specifica dei grafici, collaudata da due esempi pratici con Urano/Admetos, la figura planetaria dei disordini della personalità.
3.                    MESKALILA NUNZIA COPPOLA – Astrologia karmica
LA LUNA, LA MEMORIA E IL KARMA.
L'amigdala è la parte più antica del cervello, è la memoria emotiva preposta a registrare ciò che è stato causa di dolore. Ricordando, riusciamo a trovare strumenti di protezione e reazioni salutari. L’argentea Luna rappresenta la parte dell’organo mentale preposta al servizio di archiviazione emozionale che in un gioco di similitudine, associa l’esperienza corrente con gli accadimenti del passato: storie, melanconie, mistificazioni e intuizioni.  La memoria karmica è ricettacolo di emozioni e vissuti antichi che permeano il presente con un preciso ritmo. Nel TN karmico, l’insieme planetario della Luna indica il sistema di comparazione emotiva tra stimoli correnti ed esperienze passate, al fine di evitare, ridurre o trasformare la reiterazione di esperienze dolorosamente nocive.
4.                    DARBY COSTELLO – Astrologia psicologica
L'ANIMO UMANO HA BISOGNO DI BELLEZZA E GIOIA: COME COLTIVARE VENERE
L’animo umano sente un forte bisogno di bellezza e gioia, soprattutto nei tempi freddi e duri di Plutone in Capricorno. Tutti ereditiamo una posizione particolare di Venere alla nascita, tutti la viviamo e la sperimentiamo. In che modo conserviamo quest’energia planetaria nella nostra vita e in che modo integriamo i raggi luminosi di Venere celeste con le nostre energie interiori, man mano che ci avviamo alla vecchiaia? Tutti possiamo coltivare Venere e le sue funzioni. Il contadino si adopera per curare l’allottamento di terreno ereditato. Allo stesso modo, noi coltiviamo Venere,  affinché i tesori più preziosi siano distribuiti armoniosamente, durante la gioventù e poi goduti con tranquillità nella vecchiaia.  
5.                    LUISA DE GIULI –Matematica Stellare, Life Time Space Synthesis
LIFE TIME SPACE SYNTHESIS: IL CAMMIN DI NOSTRA VITA HA UN OROLOGIO
La matematica stellare coniugata alla “Sintesi della Vita nello Spazio e nel Tempo”, consente di entrare nel tempo con una tale precisione da poter definire il giorno degli avvenimenti e addirittura il minuto. La sintesi comprende tre Carte del cielo: l’Oroscopo di Nascita, l’Oroscopo delle Case e l’Oroscopo Karmico. Le scelte inevitabili celano un retroscena spirituale, perciò la datazione degli avvenimenti futuri ad esse collegate, fornisce previsioni utili a sostenere i punti di svolta della vita e a comprenderne il significato. Gli obiettivi della sintesi, attraverso previsioni esatte al minuto, sono la  piena realizzazione spirituale e la chiara definizione del compito da realizzare nella propria vita per accedere all’evoluzione personale.
6.                    LUCIA GANGHERI – Arte e Figure celesti
LE COSTELLAZIONI DI MIRO
“La notte, la musica e le stelle cominciarono ad avere una parte sempre più importante nei miei quadri”, affermò Joan Mirò. L’Arte è sempre stata la testimone delle trasformazioni che hanno caratterizzato la vita umana. Le Figure celesti che sovrastano la Terra sono una mirabile e naturale rappresentazione artistica. Contemplando il cielo stellato, Mirò creò la serie delle Costellazioni: ventitré piccoli dipinti che costituiscono una sezione di cielo multicolore. La visionaria interpretazione delle configurazioni astrali da parte dell’artista, ci aiuta a capire che le tendenze surrealiste del pensiero sono parti pregnanti dell’animo umano e illuminano le sue facoltà razionali, piuttosto che ottenebrarle.
7.                    DEBORAH HOULDING – Astrologia oraria
L'ASTROLOGIA ORARIA E IL POTERE DI CURA
L’astrologia oraria è molto più di una tecnica predittiva. La sua capacità di concretizzare verità derivanti dal passato, cela un valore aggiunto che mette in risalto la sua innegabile validità di cura della persona. Osservando il grafico come traccia visiva del problema da analizzare, noi apriamo un ventaglio di possibilità per il cliente, piuttosto che serrarci in una conclusione unica e inevitabile. In questo intervento, illustrando e commentando grafici recenti, unitamente al racconto dell'esperienza vissuta durante la consultazione, Deborah Houlding presenterà l’Astrologia Oraria come una potente tecnica capace di aiutare l'astrologo a prendersi cura dei clienti, accompagnandoli, attraverso il grafico e l'interazione diretta a superare le proprie paure e a implementare la fiducia nelle scelte per il proprio futuro.
                         LUNEDÌ 4 LUGLIO - Ore 10-13 (Optional)
Tavola rotonda e discussioni
Al Convegno seguirà una tavola rotonda con il Presidente Dante Valente, i Relatori disponibili e i partecipanti interessati

PRE-ISCRIZIONE AGEVOLATA (entro il 23 giugno 2011!)
La preiscrizione agevolata comprende la partecipazione per l’intera giornata (dalle ore 9 alle 20) e il CD degli Atti, consegnato, direttamente, in sala. Per le spese di amministrazione e organizzazione, è richiesta la libera erogazione di 20 (venti) Euro.

ISCRIZIONE ORDINARIA (dal 23 giugno al 2 luglio 2011)
Dal 23 giugno in poi, nell’iscrizione non sono compresi gli Atti. Per le spese di amministrazione e organizzazione, si richiede la libera erogazione di 20 (venti) Euro. Si potranno prenotare gli Atti con un contributo di 5 Euro aggiuntivi e riceverli in PDF, via e-mail, in data successiva al Convegno.


Per entrambe le iscrizioni, il contributo va versato sulla Postepay di
Nunzia Coppola: 4023 6005 9535 7494
Si prega di segnalare l’avvenuto pagamento all’indirizzo: associazionejayavidya@gmail.com


Segui il link per sapere Come arrivare a Perugia
Tel: 3383018220
Informazioni più dettagliate, unitamente al modulo di prenotazione e alle indicazioni logistiche, saranno pubblicate sui siti:

giovedì 3 marzo 2011

PRIMO CONVEGNO NAZIONALE DI ASTROLOGIA A LECCE

                          PRIMO CONVEGNO NAZIONALE DI ASTROLOGIA A LECCE
                                                      
                  ASSOCIAZIONE CULTURA E OLTRE
                             E PHOENIX  DI LECCE

 
 
      Presentano il giorno 17 -18 Settembre 2011
      

      Presso l’ex Convento dei Teatini a Lecce

                    

            Il Convegno dal titolo:

“Storia dell’Astronomia, Astrologia e Cosmologia nel corso dei secoli. Miti Astrali Greci e Latini”.


Obiettivi: diffusione della cultura astrologica e  astronomica nel corso del tempo.
 

Il convegno si svolgerà in due giornate: la prima viene dedicata all'astronomia; la seconda all'astrologia; in entrambe le serate l'Ottica Salmoiraghi e Viganò di Surbo, fornirà telescopi per poter osservare la volta celeste. Per informazioni e prenotazione sul convegno rivolgersi al numero 329/3531703.

giovedì 17 febbraio 2011

LE COSTELLAZIONI

Le Costellazioni

Dall’osservazione della volta stellata possiamo fare delle semplici osservazioni che sono all’origine delle concezioni astronomiche degli antichi e determinano ancora in larga misura le modalità con le quali il senso comune e il linguaggio ordinario si riferiscono ai fenomeni celesti. Una delle primissime distinzioni fatte nell’antichità è quella tra stelle erranti (il Sole, la Luna ed i pianeti del sistema solare) e stelle definite in erranti in quanto per la loro distanza dalla terra apparivano fisse all’osservazione ad occhio nudo. Le stelle in erranti, fin da epoche molto remote, venivano considerate in quanto immagini, figure stellate, asterismi, ovvero raggruppamenti di stelle. Esse formavano un’affascinante rappresentazione di personaggi e figure mitologiche che si è tramandata, con variazioni nei nomi e nei riferimenti a determinati miti, nelle principali grandi civiltà sviluppatesi in ogni parte della terra, dalla Mesopotamia, alla Cina, all’India, alla Grecia, all’interno della cultura araba e bizantina, nell’occidente latino, nelle culture nordiche, e così via.
Di una classificazione delle principali immagini o costellazioni troviamo molti riferimenti in opere letterarie. I greci, intorno al quarto - quinto secolo avanti Cristo, consideravano 48 costellazioni e 11 costellazioni zodiacali (poste sull’eclittica). Tolomeo ne parla diffusamente nel dodicesimo capitolo del primo libro del Quadripartito. Solo intorno al II secolo a.C. quelle che originariamente erano le stelle delle chele delle Scorpione diventano la costellazione zodiacale della Bilancia. Nel primo secolo avanti Cristo, Terenzio Varrone e Firmico Materno, menzionano una classificazione della “sfera barbarica”, che si rifà ad opere precedenti risalenti all’uranografia babilonese del terzo millennio prima di Cristo. La trattazione è una mito genesi, una spiegazione della nascita delle costellazioni e contiene una ripartizione più minuta delle caratteristiche delle singole stelle. Rispetto alla descrizione fatta da questi autori si rilevano alcune diversità in opere successive quali “Il cratere della Sapienza” di Croce ed il “Liber Hermetis” di Guido Pellegrino. Oltre le tante opere di autori del passato, in tempi recenti indichiamo un interessante lavoro, appena pubblicato, sulle origini caldee delle osservazioni astrologiche: “la Scrittura Celeste – la nascita dell’astrologia in Mesopotamia” di Giovanni Pettinato, edito dalla Mondadori. Fondamentale, utile e chiarificatore risulta il libro di recente pubblicazione “Le Dimore celesti,Segni e simboli dello zodiaco” di Giuseppe Bezza, Xenia edizioni, che parla anche dell’origine dello zodiaco e della sovrapposizione, presente già nel passato, – ma che nell’epoca attuale, nella conoscenza comunemente diffusa, ha creato travisamenti sul fondamento originario e sul valore interpretativo – del significato del segno zodiacale e della costellazione zodiacale o immagine stellata in prossimità dell’eclittica.
A questo proposito dobbiamo farci alcune domande. Cosa rappresentano i dodici segni zodiacali che oggi noi interpretiamo grandemente e che ruolo svolgono le stelle che, nei loro raggruppamenti, riconosciamo nel cielo notturno in forma di animali, di figure umane? Vi è una distinzione anche per quanto concerne l’interpretazione dei segni della cintura zodiacale e delle costellazioni?
“I primi osservatori del cielo diedero ai vari gruppi di stelle quei nomi che l’immaginazione spontaneamente suggeriva loroe pertanto la gran parte delle costellazioni dovette avere, almeno all’origine, una denominazione descrittiva, la quale, sovente, era mossa dalle necessità della coltivazione. Molte immagini ebbero, in questo modo, una denominazione descrittiva, sicché possiamo dire che esse sono naturalmente date. Prova ne è che a diverse costellazioni furono attribuite descrizioni analoghe da popoli primitivi senza contatto tra loro. In seguito vennero i miti e si aggiunsero considerazioni meteorologiche fondate sull’osservazione di asterismi o di singole stelle al loro levare o tramonto. Un’uranografia in forma compiuta, ricca in nomenclatura e in descrizione, si ritrova in società sviluppate, quali la Cina e la Mesopotamia. Dalla Mesopotamia, poi, essa si diffuse in tutto il Medio Oriente e in Grecia” (Giuseppe Bezza, Le Dimore celesti, pag. 3).
“Lo zodiaco nasce come una cintura intessuta di gruppi di stelle. Nell’uranografia greca composta di 48 costellazioni, questa cintura comprende le stelle dell’Ariete, del Toro, di Orione, del Cancro, del Leone, della Vergine, del Corvo, dello Scorpione, di Ofiuco, del Sagittario, del Capricorno, dell’Acquario, dei Pesci, della Balena. Escluse le stelle di Orione, del Corvo di Ofiuco e della Balena, che sono comprese solo parzialmente nella cintura, rimangono undici asterismi. Tuttavia già in Babilonia le pinze dello Scorpione costituivano un’immagine indipendente, chiamata in accadicozibanitum, Bilancia, o meglio, i piatti della bilancia, forse perché le sue due stelle maggiori (α e β Librae) si levano quasi simultaneamente, suggerendo un’idea di equilibrio. In Grecia queste stelle formarono dapprima le chele (chelai) dello Scorpione o i piatti della bilancia (zygoi) e solo in un secondo tempo, con Ipparco, nel II secolo a.C., abbiamo la forma singolare zygos, Bilancia.
Vi sono pertanto dodici costellazioni nella cintura zodiacale,simili in numero e nome alle dodici sezioni di 30 gradi. Queste costellazioni in quanto immagini dipinte nel cielo (zodia), hanno una figura ed una dimensione stabilite ed immutabili. Parimenti fissa e inalterabile è ciascuna delle dodici parti dello zodiaco matematicamente determinato: dell’immagine dell’Ariete, la prima stella è sempre l’orientale sulle corna, l’ultima è l’estrema sulla coda, mentre, della prima parte dello zodiaco matematico l’inizio è sempre l’equinozio vernale, la fine il trentesimo grado da esso. Se quindi immaginiamo due zodiaci, l’uno stellato o siderale, l’altro matematico o tropico, dobbiamo ritenerli entrambi fissi e permanenti in quanto alle porzioni che li compongono. Trattiamo ora, per prima cosa, del secondo zodiaco. E’ questo un circolo massimo della sfera celeste che, intersecando l’equatore in due punti opposti, è da esso diviso in due parti uguali, delle quali l’una tende verso il settentrione, l’altra verso il mezzogiorno. Lungo lo zodiaco si muovono, incessantemente, in virtù del loro moto apparente, il Sole, la Luna e i cinque pianeti percebili alla vista. Il moto apparente del Sole, in particolare, avviene precisamente lungo questo circolo, senza mai deviare, ma descrivendone la linea mediana. Questa è detta eclittica poiché, quando la Luna si unisce o si oppone al Sole giacendo su questa linea, produce un’eclissi ovvero la luce di uno dei due luminari (Sole e Luna) manca e vien meno (ekleipei). Quanto alla Luna e ai pianeti, si muovono secondo loro particolari orbite che deviano dall’eclittica ora verso settentrione, ora verso meridione. Procedono dunque con moto spiraliforme ora intersecando l’eclittica, ora allontanandosene fino a certi limiti definiti e quando transitano per l’eclittica si dice che sono nel loro nodo, alla loro massima elongazione nel loro ventre, boreale o australe.
Fu pertanto concepita una fascia o cintura zodiacale, delimitata da due circoli minori paralleli all’eclittica, per comprendere le orbite di tutti i pianeti” (Le Dimore celesti, pagg. 5 e 6).
“Il circolo zodiacale è diviso in 360°, numerati a partire da quell’intersezione dell’eclittica con l’equatore che segna l’equinozio di primavera e si divide in dodici sezioni, ciascuna delle quali comprende 30 gradi. E così come il circolo zodiacale è una pura entità matematica ed astratta, allo stesso modo i dodici segni, che provengono da una sua divisione, sono entità immaginarie ed astratte. Quando il circolo zodiacale fu diviso in dodici settori uguali di 30 gradi ciascuno, il termine zodion passò a designare anche ciascuna di queste porzioni ed altresì un arco di 30 gradi di un qualsiasi circolo della sfera. Queste accezioni di zodion, che troviamo in Grecia a partire da Ipparco, furono accolte dagli autori di astronomia e di astrologia sia greci, sia latini. Pertanto, nei primi secoli avanti la nostra era, abbiamo tre diverse accezioni tecniche di zodion e di signum, cronologicamente così disposte:
a. un’immagine celeste, ovvero un gruppo di stelle che formano una costellazione;
b. una delle dodici porzioni dello zodiaco matematico;
c. un arco di 30 gradi assunto nella sfera celeste, come unità di misura.
Di fronte all’ambiguità del termine, Tolemeo nell’Almagesto, quando tratta delle ascensioni delle dodici porzioni dello zodiaco matematico, si sente in dovere di avvertire il lettore: “Noi ci serviremo dell’uso improprio di dare il nome delle immagini (zodia) alle dodicesime porzioni (dodekatèmoria) del circolo obliquo”. Qui Tolemeo non vuole dire che accoglie il nome di zodion a indicare ciascuna dodicesima porzione (dodekatèmorion) dello zodiaco matematicamente definito, ma che cede alla consuetudine ormai comune di denominare i dodecatemori dello zodiaco secondo i nomi delle immagini celesti, ovvero di nominare Ariete il primo, Toro il secondo, Gemelli il terzo e così via. La polivalenza semantica del termine greco zodion e del latino signum si è mantenuta lungo tutto l’arco della letteratura astrologica e permane ancora oggi. Essa ha dato occasione ad errori gravi, contro i quali si scagliava ancora, sul finire del XVI secolo, Valentino Nabod nelle sue Istituzioni astronomiche. Nel prosieguo dell’esposizione, per semplicità, intenderemo con il termine segno il dodecatemorio dello zodiaco matematicamente definito, con immagine o costellazione il segno composto di stelle.” (G. Bezza, Le Dimore celesti, pagg. 7-8).

Principali distinzioni
Le costellazioni, sono figure di varia forma costituite da raggruppamenti di stelle che hanno ognuna delle caratteristiche e indicano una qualità, desunte dal loro colore, dalla loro facilità o difficoltà di visione ad occhio nudo (o comunque con strumenti rudimentali rispetto a quelli odierni), e così via. Le dodici costellazioni nella cintura zodiacale, poste in vicinanza dell’eclittica, – lo zodiaco stellato o siderale – abbiamo visto che sono simili in numero e in nome alle dodici sezioni di 30 gradi dello zodiaco matematico o tropico. L’originaria coincidenza della costellazione, quindi delle stelle dell’immagine dell’Ariete, in prossimità dell’equinozio di primavera, con i 30° della prima delle dodici porzioni dello zodiaco matematico o tropico (che altro non è che la suddivisione dei dodici mesi dell’anno solare) non è più presente. Pertanto, si osserva l’azione e la qualità di quelle medesime stelle a seconda della loro posizione attuale, che, per lo slittamento generato dal fenomeno della precessione degli equinozi, risulta spostata di quasi un segno. Questo significa che per buona parte del segno zodiacale (dodecatemorio) dell’Ariete, in questa porzione della cintura zodiacale, vi sono attualmente le stelle della costellazione dei Pesci, analogamente il segno zodiacale del Toro contiene buona parte delle stelle della costellazione dell’Ariete e così via per tutti gli altri segni zodiacali.
Vi sono vari modi per distinguere fra loro le costellazioni in base alle loro caratteristiche. Tolemeo propone una distinzione in due grandi gruppi delle costellazioni zodiacali:
A) I terrestri, che sono l’Ariete, il Toro, i Gemelli, il Leone, la Vergine, lo Scorpione, il Sagittario e la prima parte del Capricorno. I terrestri a loro volta si dividono in:
- antropomorfi: Gemelli, Vergine, prima parte del Sagittario e Acquario;
- quadrupedi: Ariete, Toro, Leone, seconda parte del Sagittario, prima parte del Capricorno. I quadrupedi si suddividono in ferini: Leone, seconda parte del Sagittario; domestici: Ariete, Toro e prima parte del Capricorno
- rettili: Scorpione.
B) Gli acquatici:
- acquatili: Cancro e Pesci in quanto sono interamente nell’acqua;
- parzialmente acquatici: la seconda parte del Capricorno a causa della coda, l’Acquario per la zona della cascata dell’acqua che si versa nel fiume Eridano;
- fluviali: l’Acquario ed i Pesci;
- marini: il Cancro ed il Capricorno.
Negli scritti spesso i giudizi non chiariscono se ci si sta riferendo alla costellazione zodiacale od al segno immateriale dello zodiaco. In questo caso i giudizi si fondono e descrivono entrambi.
Per costellazioni terrestri Tolemeo non si riferisce ai segni zodiacali di terra, i “beodes”, ma agli “ifersaia”, coloro che si muovono sulla terra. Più in generale, le costellazioni sono rappresentazioni degli “umani”, che si muovono sulla terra oppure no, degli “alati”, che sulla terra non si muovono, degli “acquatici” (i pesci). Dei terrestri, parte sono umani e parte no. Tutti quelli che si muovono sulla terra, che non sono umani, sono il Leone, l’Ariete, il Capricorno, lo Scorpione. Per il Sagittario la prima parte è umana e significa qualcosa che avviene agli uomini, la seconda, la parte delle stelle che descrivono la bestia, il centauro,è terrestre e significa qualcosa che avviene agli animali. I Pesci sono acquatici, l’Acquario è umano, la Bilancia corrisponde alle sue origini alle stelle che costituivano le chele dello Scorpione.
Quando parliamo di “immagini terrestri” più comunemente intendiamo le costellazioni terrestri ad esclusione degli umani. Le immagini terrestri quadrupedi, Leone, Ariete, Toro, indicano qualcosa che si verifica negli animali corrispondenti: bovini, ovini, suini e così via.
Sempre tra le terrestri vi sono le costellazioni a forma di animali striscianti, serpenti e simili; le costellazioni ferine degli animali selvaggi nocivi al genere umano, come ad esempio il Leone ed il Lupo. Inoltre, “le costellazioni di animali domestici, in quelli utili e mansueti che giovano alla fertilità della terra, secondo le forme di ciascuna, quali cavalli o buoi o pecore e simili” (Tolemeo, Quadripartito).
Tra le terrestri quelle settentrionali venivano collegate soprattutto a fenomeni quali i terremoti repentini, le meridionali venivano collegate alle inondazioni, “gli scrosci d’acqua inopinati”.
Tra le costellazioni alate, abbiamo la Vergine, in quanto figura umana fornita di ali, il Cigno, l’Aquila, il Sagittario, che sovente viene descritto con il manto che svolazza e che nell’iconografia babilonese viene rappresentato con le ali, e simili. Esse “producono eventi che riguardano gli esseri alati, soprattutto quelli che son cibo per gli uomini, in quelle natanti, tra gli animali acquatici e i pesci. Delle costellazioni che son del mare, quali il Cancro, il Capricorno e il Delfino, tra gli animali del mare, ed inoltre, riguardo la navigazione, in quelle fluviali, quali l’Acquario e i Pesci, ai fiumi e alle fonti, ma riguardo ad entrambi i generi, nella costellazione di Argo” (Tolemeo, Quadripartito).

La rappresentazione indiana del Capricorno è un coccodrillo che esce dal mare e che ha zampe e coda che non sono del coccodrillo. La raffigurazione tradizionale greca è quella di un capro che nella sua parte finale ha una grande coda squamosa di pesce. La costellazione dei Pesci è costituita dalle stelle dei due pesci e da un gruppo di piccole stelle “il filo dei pesci” che rappresenta un fiume. Allo stesso modo, l’Acquario è fluviale perché, le stelle della “cascata d’acqua” si rovesciano come acqua e vanno nel fiume.
Sempre Tolemeo, riferendosi più specificatamente ai segni zodiacali, dice che le stelle: “se si trovano in segni tropici (segni cardinali) od equinoziali (Ariete e Bilancia), indicano di norma i significati meteorologici che riguardano il clima e le stagioni ad essa corrispondenti. Nondimeno indicano, propriamente, quanto cresce sulla terra. E se sono presso l’equinozio primaverile riguardano la germinazione degli alberi da frutta, quali la vite, il fico e quanto giunge a maturazione in quel tempo. Presso il solstizio estivo la raccolta e l’immagazzinamento delle messi, ma in Egitto concerne in particolare la crescita del Nilo. Presso l’equinozio autunnale riguardano la semina, il foraggio e simili. Presso il solstizio invernale gli ortaggi e le specie di uccelli o pesci che abbondano in quel tempo. Inoltre, i segni equinoziali appaiono quale sintomo riguardo ai riti sacri e al culto degli dei; i tropici al mutamento del clima e al cambiamento delle consuetudini politiche; i solidi (segni fissi) alle fondamenta e alle costruzioni; i bi corporei (segni mutevoli) agli uomini e ai re”.
I segni equinoziali (Ariete e Bilancia) sono la sede dell’esaltazione del Sole e di Saturno, sono connessi al sacro ed al culto degli dei. I segni solstiziali (Cancro e Capricorno) sono la sede dell’esaltazione di Giove e di Marte, sono connessi alle consuetudini sociali, alle leggi e alla vita pubblica.
Ai fini della interpretazione delle eclissi e la previsione di eventi di carattere generale, quali le variazioni del tempo, i terremoti, le inondazioni, nella letteratura (Angelicus, Laurentianus) si elencano alcune stelle: le Pleiadi, Aldebaran e le Iadi, le stelle delle parti boreali dei Gemelli, Apollo ed Eracle (denominate anche Castore,  il molto brillante, e Polluce, il bianco splendente), del Cancro la Greppia e gli Asini, dello Scorpione la zona del pungiglione (M7),la nebulosa e Antares, dell’Acquario le stelle della cascata d’acqua (ψ 1-2-3 Aquarii).
Tra le costellazioni rivestivano un ruolo importante anche le “nebulose” o “nebule”, che solo in parte corrispondono alle stelle che nei tempi attuali sono definite astronomicamente nebulose. Le nebule sono caratterizzate da una difficoltà di risoluzione visiva. Da questo nell’antichità si traeva la conseguenza che così come la stella ha un velo che la copre e che non consente una visione limpida della stessa, in egual misura offusca e toglie limpidità alla qualità delle caratteristiche insite. Secondo questa concezione alcune stelle nebulose e tutta la via lattea, laddove interessavano il significatore del corpo fisico, venivano ritenute nocive e significatrici di un danneggiamento alla vista.
A questo scopo si osservava, al momento della nascita, l’eventuale unione alla Luna di alcune stelle quali la Greppia – la nebulosa del Granchio -, le Pleiadi – le stelle del Toro -, la freccia del Sagittario, il pungiglione dello Scorpione, le parti del Leone presso la chioma di Berenice, l’Urna dell’Acquario. La via lattea, in senso generale, si riteneva che sul grado dell’ascendente, potesse indicare un “turbamento” dell’animo dell’individuo e concorrere alle condizioni che si osservavano per i disturbi della vista. Tra le parti del cielo in cui la via lattea interseca l’eclittica vi sono i gradi da 22° Gemelli a 4° del Cancro; da 15° a 22° del Sagittario; da 5° a 8° del Capricorno.
Connesse invece ai disturbi cardiaci venivano considerate le stelle insigni, le stelle brillanti denominate cuore della costellazione. In particolare, tra le maggiori abbiamo il cuore della costellazione del Toro, la stella Aldebaran (l’occhio del Toro); della costellazione del Leone, la stella Regolo (il cuore del Leone);della costellazione dello Scorpione, la stella Antares (il cuore dello Scorpione).
In più opere vengono menzionate le stelle azemena ritenute pericolose per la salute fisica: il gruppo delle Pleiadi e Aldebaran, la Greppia (Praesepe) e gli Asini (Aselli), Denebola (cauda Leonis), la chioma di Berenice (Comae Berenicis),le stelle della fronte dello Scorpione (β, δ, κ), delle zampe (ν Scorpij) e del pungiglione (M7), la freccia del Sagittario (nebula M8), l’occhio del Sagittario (ν1, ν2Sagittarij), la coda del Capricorno (spina Capricorni: ε – κ), l’Urna dell’Acquario(ψ 1-2-3 Aquarii: lo scroscio d’acqua).

giovedì 3 febbraio 2011

PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI


Rotazione, precessione e nutazione della Terra
La precessione degli equinozi è un movimento della Terra che fa cambiare in modo lento ma continuo l'orientamento del suo asse di rotazione rispetto alla sfera ideale delle stelle fisse. L'asse terrestre subisce una precessione (una rotazione dell'asse attorno alla verticale, simile a quella di una trottola) a causa della combinazione di due fattori: la forma non perfettamente sferica della Terra (che è uno sferoide oblato, sporgente all'equatore) e le forze gravitazionali della Luna e del Sole che, agendo sulla sporgenza equatoriale, cercano di allineare l'asse della Terra con la perpendicolare al piano dell'eclittica. Il risultato è un moto di precessione che compie un giro completo ogni 25.800 anni circa, periodo noto anche con il nome di anno solare, durante il quale la posizione delle stelle sulla sfera celeste cambia lentamente. Di conseguenza, anche la posizione dei poli celesti cambia: infatti, tra circa 13.000 anni, sarà Vega e non l'attuale Polaris ad indicare il polo nord sulla sfera celeste. La precessione non è perfettamente regolare, perché la Luna e il Sole non si trovano sempre nello stesso piano e si muovono l'una rispetto all'altro, causando una variazione continua della forza agente sulla Terra. Questa variazione influisce anche sul moto di nutazione terrestre.
Moti della Terra.
Prima di entrare nello specifico, conviene tenere presente i seguenti punti.
In un giorno, la Terra compie una rotazione completa in senso antiorario (per un osservatore posto sopra il Polo Nord) intorno ad un asse che attraversa i poli.
In un anno, la Terra compie una rivoluzione completa in senso antiorario (per un osservatore posto sopra il Polo Nord) intorno al Sole.
Il piano equatoriale, perpendicolare all'asse di rotazione terrestre e passante per l'equatore, non coincide con il piano dell'eclittica, contenente l'orbita descritta dalla Terra nella sua rotazione intorno al Sole, ma forma con essa un angolo di 23° 27'.
Moto di precessione dell'asse terrestre
La precessione dell'asse terrestre è dovuta, a due fattori: la forma non perfettamente sferica della Terra, che presenta un rigonfiamento all'equatore a seguito della rotazione su sé stessa e la presenza di corpi celesti che producono una coppia gravitazionale su tale rigonfiamento. Se la Terra fosse perfettamente sferica nessun corpo celeste potrebbe esercitare una coppia gravitazionale su di essa: però, a causa del rigonfiamento equatoriale, la Luna e il Sole producono una coppia gravitazionale che tende a raddrizzare la Terra, ossia a far coincidere il piano equatoriale con il piano dell'eclittica (e, di conseguenza, l'asse di rotazione con la perpendicolare all'eclittica). È questa coppia (l'equivalente del colpetto dato alla trottola descritta sopra) che provoca la precessione in senso orario dell'asse di rotazione terrestre. Poiché essa è dovuta all'effetto combinato di Luna e Sole, viene più propriamente chiamata precessione lunisolare. Anche gli altri pianeti del sistema solare, in misura nettamente minore, esercitano una attrazione sulla Terra, dando vita alla cosiddetta precessione planetaria: quest'ultima è trascurabile rispetto alla precessione lunisolare. L'effetto della precessione lunisolare è di 50,37" (0° 0' 50,37") all'anno in senso orario (di cui 30" all'anno per esclusiva influenza lunare), mentre la precessione planetaria è di 0,11" (0° 0' 0,11") all'anno in senso antiorario: pertanto, la precessione totale risulta essere di circa 50,26" all'anno in senso orario.  L'asse terrestre descrive quindi una circonferenza completa in circa 25786 anni.

Precessione oraria dell'asse terrestre
Il fatto che il moto di precessione della Terra sia orario mentre quello di rotazione su sé stessa sia antiorario. Infatti, se la Terra fosse diritta e una forza provasse a inclinarla, allora essa svilupperebbe un moto di precessione antiorario, nello stesso verso quindi della rotazione su sé stessa.  In questo caso, però, si verifica la situazione opposta: la Terra è inclinata e una forza tende a raddrizzarla, facendo nascere un moto di precessione orario, contrario al verso antiorario di rotazione della Terra.

Differenza anno solare/anno siderale
Al solstizio d'estate, la Terra si trova a sinistra rispetto al Sole, inclinata verso quest'ultimo di 23°27', standogli perfettamente di fronte. Supponiamo che la Terra, dopo circa un anno, abbia descritto un'orbita di 360° intorno al Sole, portandosi nuovamente a sinistra: anche se continua ad essere inclinata di 23°27' essa però non sta perfettamente di fronte al Sole come succedeva l'anno prima. Infatti, a causa del moto di precessione occorso in senso orario, la Terra è girata un po' a destra: dal punto di vista del Sole è come se la Terra guardasse alla sua sinistra. Se si vuole considerare il punto in cui la Terra torna a stare esattamente di fronte al Sole non bisogna arrivare a 360°: bisogna, invece, considerare 360° meno una piccola frazione di grado (50"). Di conseguenza, la Terra guarderà direttamente verso il Sole dopo aver descritto 359°59'10" e non 360. Il tempo impiegato dalla Terra per ruotare di 360° intorno al Sole corrisponde all'anno siderale, mentre quello impiegato per compiere 359°59'10" corrisponde all'anno solare o tropico: quest'ultimo è quello che, comunemente, viene chiamato anno. Il calendario gregoriano, da noi in vigore, si basa sull'anno tropico e non su quello siderale: esso, quindi, tiene conto della precessione degli equinozi e garantisce che il solstizio d'estate capiti sempre lo stesso giorno dell'anno, cosa che non succederebbe se si basasse sull'anno siderale.

Effetti della precessione
Spostamento degli equinozi
La linea degli equinozi è quella che congiunge il punto in cui si verifica l'equinozio di primavera con quello in cui si verifica l'equinozio d'autunno. Come accade per i solstizi, anche gli equinozi si spostano di 50,26" l'anno in senso orario o, equivalentemente, di 1° ogni 71,6 anni circa. La linea degli equinozi quindi si sposta nel tempo girando in senso orario e compiendo un giro completo di 360° in circa 25800 anni: la Terra, di conseguenza, assume inclinazioni opposte ogni 12.900 anni circa. È proprio dal fatto che la linea degli equinozi si anticipa di anno in anno che l'intero fenomeno prende il nome di precessione degli equinozi: il termine precessione deriva dal latino e significa precedere, appunto a ricordare che gli equinozi ogni anno si presentano con un leggero anticipo rispetto all'anno precedente. La precessione fa sì che il ciclo delle stagioni - associato all'anno tropico e pari al tempo richiesto per ritornare nello stesso solstizio o equinozio, della durata di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi - sia di circa 20 minuti più breve del tempo necessario alla Terra per ritornare nella stessa posizione rispetto alle stelle fisse - associato all'anno siderale e pari al tempo richiesto dalla Terra per compiere una rotazione di 360°, della durata di 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 9 secondi. Già il calendario giuliano si basava sull'anno tropico così da far cadere l'inizio di una stagione sempre nello stesso giorno: era però un po' più lungo di un anno tropico reale perché inseriva un anno bisestile ogni 4 anni e quindi portava ad avere un anno medio di 365 giorni e 6 ore, ossia circa 11 minuti più di quanto avrebbe dovuto essere. L'eccedenza accumulatasi nei secoli divenne di 10 giorni alla fine del XVI secolo: fu allora adottato il calendario gregoriano, così chiamato perché voluto da papa Gregorio XIII e secondo il quale gli anni "centenari" (quelli che finiscono per "00") non divisibili per 400 non vengono più considerati bisestili. Ad esempio, il 1600 e il 2000 sono stati bisestile perché divisibili per 400 ma non lo sono stati più il 1700, 1800 e 1900 che prima, con il calendario giuliano, lo sarebbero stati. In pratica, nell'arco di 400 anni, il calendario gregoriano toglie tre anni bisestili "centenari", portando la durata media dell'anno a 365 giorni, 5 ore, 49 minuti e 12 secondi: rispetto all'anno tropico è ancora un po' lungo ma non di 11 minuti come nel calendario giuliano, bensì di soli 26 secondi.

Spostamento dei poli celesti
La precessione dell'asse terrestre comporta che esso punti nel tempo in direzioni diverse: attualmente, il polo nord della sfera celeste, la proiezione sulla sfera celeste] dell'asse terrestre in direzione del Polo Nord, si trova a meno di 1° dalla non molto luminosa stella Polare, la cui magnitudine apparente è infatti di solo 1,97: il momento di maggior vicinanza alla direzione del polo è previsto per il 2017. Nel 3000 a.C., l'asse terrestre puntava sulla ancor più debole Thuban nella costellazione del Dragone: con una magnitudine apparente di 3,67, essa è cinque volte meno luminosa della Polaris e risulta del tutto invisibile nelle odierne, illuminate aree urbane. Tra circa 12.000 anni, invece, toccherà alla brillantissima Vega assumere il ruolo di stella polare. Il polo sud si trova in una porzione di cielo particolarmente sgombra di stelle brillanti. L'attuale stella polare sud è σ Octantis che è di magnitudine 5,5 e quindi a malapena visibile ad occhio nudo anche sotto un cielo particolarmente scuro.

Cambiamento delle coordinate delle stelle
Anche se la precessione dell'asse terrestre (e quindi la rotazione della volta celeste) avviene lentamente, il livello di precisione con cui lavorano gli astronomi è tale che essa deve essere presa in considerazione se non si vuole che le posizioni delle stelle risultino sbagliate. Gli astronomi devono quindi specificare l'epoca alla quale le coordinate di un corpo celeste sono riferite. Durante la maggior parte del XX secolo è stata usata l'epoca 1950, mentre oggi si usa l'epoca 2000. In pratica, si danno le posizioni delle stelle come erano durante l'anno specificato e si applica poi un fattore correttivo (usando formule standardizzate) per tener conto della differenza tra l'anno dell'epoca e la data odierna.
Spostamento delle costellazioni zodiacali
Cambiando le coordinate delle stelle, cambiano anche quelle delle costellazioni da esse convenzionalmente composte. Tale cambiamento, quindi, interessa anche lo zodiaco, che è la fascia della sfera celeste che contiene i percorsi apparenti del Sole, della Luna e dei principali pianeti, suddivisa appunto in costellazioni. Nell'astrologia occidentale l'anno zodiacale, suddiviso in 12 segni rappresentativi di altrettante costellazioni, inizia all'equinozio di primavera, nel punto in cui il piano dell'eclittica interseca il piano equatoriale terrestre (detto punto vernale o punto gamma), caratterizzato dal passaggio del Sole dall'emisfero australe a quello boreale. La precessione degli equinozi ha fatto sì che i segni zodiacali, una volta coincidenti con le zone di cielo occupate dalle rispettive costellazioni, siano oggi in realtà spostati di una trentina di gradi: tra l'inizio di un certo segno zodiacale e l'entrata del Sole nella costellazione con lo stesso nome passa circa un mese. Considerando, infatti, che la fascia zodiacale copre 360° e supponendo, per semplicità, che le dodici costellazioni dello zodiaco siano uniformemente distribuite, si ha che ciascuna di queste ultime si estende approssimativamente per 30°: ma negli ultimi 2100 anni, la precessione ha spostato gli equinozi (e i solstizi) proprio di 30°, provocando il ritardo di un mese. Pertanto, quando una tavola astrologica indica che un certo pianeta "entra" in un segno, essa si riferisce ad un settore di cielo occupato in realtà dalla costellazione col nome del segno precedente: per esempio, nel periodo dell'Ariete, il Sole si trova in realtà nella precedente costellazione dei Pesci.