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venerdì 25 agosto 2017

LE SFIDE DI SATURNO

Oggi 25 agosto il grande saggio riprende il suo moto diretto dal 21 grado del Sagittario, sostandovi fino a Dicembre.
La ripresa del moto diretto sblocca situazioni che erano rimaste ferme, e aiuta a togliere tutto ciò che è superfluo.
Questo transito coinvolge le ultime decadi dei segni Gemelli, Vergine, Sagittario e Pesci, tagli dolorosi, ma necessari.

Le sfide di Saturno

Saturno cerca di farci sviluppare la volontà, insegnandoci come fare esattamente quello che ci piace, come rendere le nostre intenzioni più forti delle nostre paure, della nostra pigrizia e delle nostre emozioni

Domicilio: Capricorno, Acquario (antico governatore), esilio in Cancro e Leone.
Esaltazione: Bilancia, caduta in Ariete.
Periodo di Rivoluzione: 29,5 anni e rimane in un segno due anni e mezzo circa.
Passo giornaliero: pochi sessantesimi al giorno. Il periodo di rotazione assiale è di 10h e 46m.
A. T. Mann afferma: “Saturno in Acquario, denota abnegazione ed astrazione, in Capricorno, si concentra sul mondo materiale e tende ad accumulare ricchezze. Si esalta in Bilancia in quanto il tempo è importante fattore di equilibrio e di uniformità, che spinge verso la sublimazione.” (pagina 94 dal libro L'arte rotonda astrologia del tempo e dello spazio).

Astronomia
Sesto pianeta del sistema solare per distanza dal Sole, e secondo per dimensioni (inferiore solo a Giove). È quasi dieci volte più grande della Terra e percorre in circa 29 anni e mezzo un’orbita a 1427 milioni di km dal Sole. L’aspetto più appariscente di Saturno è costituito dalla serie di anelli che lo circondano, il cui studio è iniziato con Christiaan Huygens e Gian Domenico Cassini, nel Seicento. Il piano equatoriale di Saturno è molto inclinato su quello della sua orbita. Perciò, anche i suoi anelli si presentano in prospettive diverse e talvolta, visti di profilo, scompaiono quasi completamente, essendo il loro spessore medio inferiore a 200 metri.
Prima della missione dei due Voyager erano noti solo 9 satelliti di Saturno, che erano stati scoperti da osservatori terrestri, ma successivamente, con lo sviluppo della fotografia astronomica, il numero ha raggiunto quota 22. Fra i satelliti, il più grande è Titanio.

Mitologia
Saturno, dal punto di vista antropologico, è un’antichissima divinità italica. Il suo culto è legato all’agricoltura, di cui egli è considerato il fondatore e protettore. Secondo la leggenda, il dio legato al pianeta giunse in Italia dopo essere stato scacciato dall’Olimpo dal figlio Giove e si insediò sul colle Capitolino, ai piedi del quale sorse il tempio a lui dedicato. Qui, il dio cominciò a insegnare agli uomini i principi dell’agricoltura, contribuendo al superamento delle costumanze barbare e selvagge, introducendo così uno stile di vita più orientato all’ordine civile e morale. In seguito, Saturno finisce per essere assimilato a Crono, il dio divoratore dei propri figli, divenuto signore dell’universo dopo aver cacciato il padre Urano. Al riguardo, vale la pena sottolineare che, Saturno, è figlio di Urano (il Cielo) e Gea (la Terra). Saturno appartiene alla prima generazione divina, quella dei cosiddetti Uranidi. Più giovane di tutti i suoi fratelli, aiutò la madre a vendicarsi del padre succedendogli nel dominio del mondo. Ebbe così inizio il regno di Saturno, che non fu un periodo felice né durò a lungo. Unitosi in matrimonio con la sorella Rea, egli divorò i suoi figli appena nati per scongiurare l’avverarsi della profezia secondo cui, uno di questi lo avrebbe detronizzato. Generò e quindi divorò Vesta, Cerere, Giunone, Plutone e Nettuno. Rea, però, riuscì a salvare l’ultimogenito, Giove, dandolo alla luce in segreto sull’isola di Creta e, per ingannare Saturno, consegnò a questo una pietra avvolta in fasce, al posto del neonato. Pietra che, il dio divorò senza accorgersi di nulla. Cosicché, Giove, una volta cresciuto, poté avverare l’antica profezia; egli fece bere al padre una droga che lo costrinse a rigettare il sasso che Gea gli aveva fatto divorare al posto del suo ultimogenito e tutti i figli precedentemente ingoiati. Giove, quindi, scacciò il padre dall’Olimpo e successe a lui nel regno.

Roberto Sicuteri afferma: “Questo grande e lento pianeta, tanto temuto e terrifico nella tradizione astrologica e popolare, costituisce il legame tra il Principio mortale, la sostanza materia e il Principio immortale, cioè lo Spirito. Questi due principi sono fusi nell’ideogramma di Saturno: vi è la croce (tempo e materia) che condiziona tutte le manifestazioni, e l’iperbole simbolo di tensione verso la ricettività illimitata. In Giove l’iperbole è rovesciata verso l’alto, in Saturno lo è verso il basso. Là era a sinistra, qui è a destra, cioè dalla parte del razionale secondo l’interpretazione esoterica. Invece, più corrente è l’interpretazione del geroglifico di Saturno quale simbolo della falce. A osservarlo bene infatti, questo simbolo, ricorda esattamente la gran falce con l’impugnatura a braccio – spalla usata dai contadini fino a qualche decennio passato. Il concetto che sostiene questa versione è che la falce di Saturno recide la pianta della vita, essendo creduto il pianeta apportatore di morte sino dai tempi assiro-babilonesi. Dalla mitologia greca proviene invece la versione più diretta e plausibile: Crono- Saturno castra il padre Urano recidendogli i genitali con un falcetto di selce afferrandoli con la mano sinistra (da cui l’uso di considerare la mano sinistra come la mano del malaugurio) che getta poi, insieme alla falce, in mare, come scrive Graves, presso Capo Drepano. Lo stesso mitografo dice che la roncola o falce di Saturno era a forma di becco di corvo e sembra fosse usata nel settimo mese dell’anno sacro per evirare la quercia recidendo il vischio. In altri riti sacri era usata la falce e il greco Crono, cioè il Padre del Tempo, incedeva con la sua falce, spesso con un corvo al fianco. Il geroglifico risponde in pieno alla storia centrale di Crono - saturno. E’ una lama che taglia, stacca, separa. Da osservare che Zeus, pur trovandosi, nella stessa situazione di Crono, come figlio odiato, non usa la falce contro il padre né altra arma. Con Zeus - Giove non c’è morte né ferimento. Con Saturno c’è la ferita e la morte, la perdita, la separazione”. (pagine 171 e 172 dal libro Astrologia e Mito).

Saturno retrogrado
Se la retrogradazione di Saturno, come quella di Marte e di Giove, è più frequente di quella di Mercurio o di Venere, non ha però meno importanza. Bisogna, dunque, interpretarla con molta attenzione perché, dopotutto, ogni difficoltà che incontriamo sulla nostra strada, nel corso della vita, può rivelarsi edificante e salutare, se è vero che la ricordiamo più facilmente delle vittorie o dei successi che otteniamo. A volte, tendiamo troppo a vedere le cose sotto un'angolazione pessimista o a dare alla vita un'interpretazione fatalista. Bisogna dunque evitare di pensare che Saturno retrogrado in un tema natale sia un cattivo presagio. L'esperienza mi ha infatti dimostrato che lo si trova spesso in retrogradazione nella carta del cielo di un individuo che si rivela assai resistente, incredibilmente tenace, una persona che sa soprattutto distinguersi, allontanarsi cioè dalle influenze contraddittorie che lo circondano per essere autenticamente se stesso. Certamente, non vi si arriva con facilità. Ma non è sbagliato dire che, più di un'altra persona, ha tutte le possibilità per arrivarvi, perché questo è il suo destino, poiché si tratta di Saturno, vi perverrà in età matura e in maniera decisamente rilevante, dal momento che non trascura mai nessuna delle sue esperienze, delle lezioni che la vita gli ha dato, delle sue acquisizioni, salvo, naturalmente, che si rifiuti di accettare o di compiere il suo destino.

Saturno, aspirazioni e insegnamenti
Bisogna aspettare che un frutto maturi per coglierlo. Un frutto acerbo non ha sapore. Il principio della maturazione, che dà tutto l'aroma al frutto, è in analogia con Saturno, astro dotato, a torto di una pessima reputazione.
Saturno è un pianeta maschile. Simboleggia: la profondità di pensiero, l’indirizzo matematico e le speculazioni astratte, l’economia, la serietà e l’ipocondria, l’onestà, e la pazienza, la povertà, eccetera.
Tale pianeta gestisce le inclinazioni del soggetto: flemmatico e suscettibile, indolente e poco comunicativo, scarso d’iniziative sul piano pratico; riflessivo e paziente, soggetto a delle brusche reazioni (forse a causa della timidezza).
Un pianeta che spinge ad essere meticoloso e spesso, avaro, cortese, ma incline a vivere nella solitudine, nel segreto. I saturniani curano poco la propria persona e conducono un’esistenza che richiede poche esigenze; amano la vita di famiglia, nella quale impongono una certa austerità di costumi; non tollerano gli scherzi di cattivo gusto e ridono poco, sono facili alla collera ed al malcontento; malgrado l’apparente modestia sono degli orgogliosi e degli ambiziosi; nella solitudine curano le proprie aspirazioni culturali, o creano delle opere di grande ammirazione. Una collocazione importante di Saturno nel tema Natale indica un temperamento introverso, serio, riservato, molto controllato e incline a reprimere le emozioni, poco sentimentale, piuttosto autoritario e rigido nei giudizi.
Gli antichi astrologi, a volte, lo chiamavano Satana ovvero “il grande malefico”, in quanto significatore dei concetti di dovere, prova, rinuncia, responsabilità, ma è una componente essenziale della maturità e saggezza dell’individuo. Saturno è associato alla depressione e alla malinconia, all’isolamento, alla sconfitta. Saturno ci insegna una virtù sopra a tutte le altre: l’autodisciplina. Questa è la chiave per comprendere la sua simbologia.
Al pari di Marte, l'altro cosiddetto "malefico", Saturno cerca di farci sviluppare la volontà, insegnandoci come fare esattamente quello che ci piace, come rendere le nostre intenzioni più forti delle nostre paure, della nostra pigrizia e delle nostre emozioni.

Come è noto, Giove è il Pianeta della fede, ma in un certo senso, è Saturno che veramente merita quel titolo. Giove ci dona il sentimento della fede, ma spesso supportandoci con migliaia di stampelle. L'approccio di Saturno alla fede non è così. Egli ci induce all’integralità. E in alcuni momenti ci mostra l'oscurità, l'impossibilità, la sicura sconfitta, domandandoci: «Hai ancora fede?». Ma questa fede non ha nulla a che fare con la religione: è la fede nella vita, in se stessi, nei nostri sogni nelle nostre visioni, nei nostri ideali. È la fede nell'idea che noi abbiamo un destino. E soltanto se quelle visioni possono reggersi da sé, senza assistenza, di fronte all’impossibilità assoluta, possiamo dire che veramente abbiamo fede. Ma fino ad allora staremo ancora pedalando con le rotelle attaccate alla bicicletta. Saturno viene spesso simboleggiano dall'eremita, che è un’immagine molto appropriata: troviamo un'area della vita dove dobbiamo agire da soli.
Saturno è il Pianeta della solitudine. Ovunque esso si trovi nella Carta natale, noi abbiamo un’area della vita nella quale dobbiamo agire da soli: un'area dove l'autosufficienza è tutto. Un'area, nella quale possiamo contare su nient'altro che noi stessi e dobbiamo procurarci da soli persino le meritate ricompense.
Se non riusciamo a imparare la lezione che Saturno ha intessuto nella nostra Carta natale, ci troveremo alla deriva, perdiamo traccia di noi stessi, la vita diventa vuota, senza significato, precipiteremo nel cinismo e nella disperazione. Al contrario, portando rispetto per Saturno ci guadagniamo quella profonda soddisfazione che soltanto il pianeta degli anelli ci può offrire; la soddisfazione che sorge dalla conoscenza e dal rispetto di sé. Senza di ciò, potremmo anche essere gioiosi, ma quella gioia sarà come un foglio lasciato in balia di se stesso, senza radici.