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sabato 4 aprile 2020

I Transiti di aprile 2020




I transiti in quanto movimenti dell’universo, hanno un’energia che influenza il nostro mondo e ciò che ci gravita intorno. Il pianeta che “cambia segno” si colora di un’energia diversa che può essere utilizzata naturalmente per agevolare gli eventi o plasmare le intenzioni. Basta conoscere con quale energia abbiamo a che fare.
Come si presenta il cielo di aprile?
Siamo nel mese che ospita la Pasqua, e con lei i colori della primavera e la luce di giornate un pò più lunghe e un po’ più miti.

L’elemento Aria si avvicina alla Terra per numero di pianeti e si affolla di passaggi promettenti. Il primo è quello di Saturno, che naviga già il primo grado dell’Acquario. Accanto a lui arriva Marte, che procederà piuttosto veloce nel segno dell’Acquario e nel corso del mese raggiungerà i 20 gradi. Ed ecco che aprile vi regala anche l’arrivo di Venere in Gemelli, a partire dal 3, una Venere che facendo avanti e indietro sosterà nel segno per ben 5 mesi.

L’elemento Terra mantiene il primato per numero di pianeti e si difende bene anche nel mese di aprile. Plutone continua il suo passaggio ai 24 gradi del Capricorno, e durante il mese inizierà un moto in retrogradazione che durerà fino ad ottobre. Giove continua a muoversi in Capricorno, superando Plutone e arrivando a toccare i 26 gradi del segno. Urano si sta spostando con una certa lentezza, e appare fermo ai 6 gradi del Toro. E poi c’è il Sole, pronto a entrare in Toro il giorno 20 aprile, e Mercurio che farà il suo ingresso in Toro solo il 28.

L’elemento Fuoco recupera un po’ di terreno grazie all’arrivo di Mercurio nel segno dell’Ariete, previsto per l’11 aprile. Mercurio farà un giro molto veloce nel segno, lasciandolo già il giorno 28. E l’Ariete al momento sta ospitando anche il Sole, che rimarrà in sua compagnia fino al 20 aprile.

L’elemento Acqua rimane a bocca asciutta ad aprile, perché l’unico pianeta che lo accompagnerà per tutto il mese sarà Nettuno, in transito nei Pesci ai 20 gradi del segno. E questo mese l’Acqua perde anche Mercurio, che abbandonerà i Pesci il giorno 11 aprile.
Abbiamo parlato tanto della famosa congiunzione di Saturno con Plutone in Capricorno, una congiunzione impegnativa, portatrice di momenti difficili che coinvolgerebbero l’umanità. La congiunzione di Saturno e Plutone ha cominciato a essere attiva da fine dicembre, (periodo in cui in Cina sono emersi i primi casi di Coronavirus) ed è stata esatta al grado il 13 gennaio, mese in cui la diffusione del virus ha cominciato a diventare qualcosa di reale e minaccioso. Una crisi difficile, che ha avuto delle ripercussioni nella vita di tutti, anche da un punto di vista economico. La paura per la nostra salute ha gettato un’ombra di preoccupazione su quello che sarà il futuro del nostro paese. Un periodo impegnativo, soprattutto per chi ha dovuto davvero confrontarsi con la malattia, e per chi tutti i giorni, e parlo soprattutto di medici, infermieri e volontari, non si è mai risparmiato nell’aiutare gli altri e nell’affrontare questa difficile emergenza.
Eppure ad aprile le energie dei pianeti fanno presagire un cambio di rotta. La congiunzione tra Marte e Saturno in Acquario parla di un nuovo inizio, di un’opportunità che ci viene data, anche se va saputa gestire. A questa congiunzione si aggiunge infatti la quadratura di Urano che potrebbe darci la sensazione di avere un piede sul freno e l’altro sull’acceleratore. Non sarà una sensazione piacevole, ma ci aiuterà sicuramente a esaminare con più attenzione tutti i fatti prima di prendere decisioni vincolanti per cui forse non siamo ancora pronti. Bisogna sicuramente agire, ma senza compiere azioni precipitose o impulsive. Si tratta comunque di un’energia potente, liberatoria, che aiuterà tutti a noi liberarci dal senso di pesantezza che ci ha accompagnato nell’ultimo periodo a causa della crisi. L’Acquario è un segno d’aria, un elemento che parla di movimento, della possibilità di spezzare alcuni meccanismi che hanno creato stagnazione, per dare vita a un nuovo ciclo.
A riportare un po’ di leggerezza nella nostra quotidianità ci sarà Venere che giorno 3 fa il suo ingresso nel segno dei Gemelli a indicare che è arrivato il momento di riprendere i contatti sociali, uscire, divertirsi, fare cose che fanno stare bene. Si tratta di un transito favorevole ai piccoli spostamenti, ai piccoli investimenti, a tutto ciò che concerne il gioco e il dare spazio alle proprie passioni personali. Qualcosa di cui sicuramente tutti noi abbiamo bisogno dopo questo periodo così faticoso. Trattandosi di Venere, anche l’ambito affettivo verrà coinvolto dal transito, e la prima ovvia manifestazione di questa Venere è quella di dare maggiore spazio al dialogo e alla comunicazione. Sarà proprio attraverso questo strumento che potremo comprendere l’altro e i suoi bisogni, osservare le situazioni da più punti di vista, e inserire nuovi stimoli all’interno della coppia. Le schermaglie verbali, le piccole provocazioni, gli scambi di idee, stimolano la curiosità, e introducono nuova energia all’interno delle relazioni.
Venere a metà mese sarà in trigono con Marte un aspetto che consentirà a molti di noi di dialogare meglio in coppia, di riaccendere vecchie passioni e/o nuove occasioni che ci aiuteranno a chiudere con un certo passato e guardare al futuro con più ottimismo.



lunedì 10 dicembre 2018

SOLSTIZIO D'INVERNO





Solstizio d'Inverno 2018: data, significato e tradizioni

Il Solstizio d'Inverno è uno dei quattro momenti astronomici più importanti dell'anno insieme all'Equinozio d'Autunno e al Solstizio d'Estate, perché segna il passaggio da una stagione, l'autunno, all'altra, l'inverno. Sicuramente sentendo la parola solstizio avrete immaginato che ci sia di mezzo il sole, ed infatti il termine viene dal latino e dall'unione di sol (sole) con il verbo sistere (fermarsi). I solstizi sono due, uno invernale e uno estivo, e sono esattamente i due opposti sia per quanto riguarda il rapporto Terra-Sole sia, di conseguenza, per quanto concerne gli effetti sul nostro pianeta e sui due emisferi che lo compongono.


Data del Solstizio d'Inverno 2018

Qual è la data del Solstizio d'Inverno 2018? Il Solstizio d'Inverno cade il 21 dicembre 2018 e precisamente alle 22:22 di sera. È importante specificare la data quando si parla di Solstizio d'Inverno perché quest'ultimo non cade sempre lo stesso giorno, ma oscilla fra il 21 e il 22. Il motivo è relativamente semplice: noi utilizziamo un calendario chiamato gregoriano che dura 365 giorni, ma alla Terra occorrono 365 giorni e 6 ore (circa) per completare la sua orbita attorno al sole (si parla di anno siderale); ciò ha fatto sì che ci sia una variazione da un giorno all'altro e che questo disavanzo si riassesti grazie all'anno bisestile che, con l'aggiunta di un giorno in più, incorpora e integra le 6 ore lasciate indietro degli anni precedenti. Nel 2018 la data del Solstizio d'Inverno sarà dunque venerdì 21 dicembre, segnatela nel vostro calendario!


Significato del Solstizio d'Inverno

Sappiamo bene cosa significa per noi e per il nostro quotidiano l'arrivo del Solstizio d'Inverno: il passaggio alla stagione decisamente fredda che culmina nei mesi di gennaio e febbraio. Questo dipende dalla particolare posizione dell'asse terrestre rispetto al Sole, più che dalla distanza del nostro pianeta dalla stella che ci illumina e ci riscalda. Che ci crediate o meno (ma dovete crederci, perché è scienza!) Al Solstizio d'Inverno è il momento in cui la Terra si avvicina maggiormente al Sole, ma dato che l'asse terrestre la inclina verso l'esterno (e non verso il Sole) i raggi cadono con un angolo molto stretto (circa 23°). Ciò è valido per il solo emisfero boreale, mentre in quello australe succede esattamente l'opposto, visto che l'inclinazione è diversa. Nell'emisfero boreale il giorno del Solstizio d'Inverno è anche quello con il sole basso e infatti si raggiungono appena 8 ore di luce e poco più. Sebbene si ritenesse in passato che la festa di Santa Lucia fosse il giorno più corto dell'anno, questo "record" spetta invece al Solstizio d'Inverno. Giorno triste, dunque? No, perché è dall'indomani si ricomincia a camminare verso le lunghe e soleggiate giornate primaverili e invernali e pertanto il Solstizio d'Inverno assumeva anche il significato di rinascita in tempi passati.


Tradizioni del Solstizio d'Inverno

Come è facile intuire, il Solstizio d'Inverno è stata nei secoli passati una ricorrenza importante per tantissime popolazioni che festeggiavano questo momento particolare con diversi rituali. Per i celti era Yule la celebrazione che rendeva omaggio al passaggio della stagione con vari rituali. In Britannia presso Stonehenge si eseguivano riti di vario genere probabilmente nell'ora del tramonto. E i Romani? Per questo popolo era la Festa del Sol Invictus sulla quale peraltro pare sia stato rimodellato il Natale. Dal 17 al 23 dicembre per il popolo romano era anche il tempo dei Saturnali, giornate in cui si rendeva lode e sacrifici al dio dell'agricoltura e che cambiava, seppure per pochi giorni, la gerarchia della società. I servi potevano finalmente vivere qualche ora da uomini liberi e godere della vita, salvo poi tornare al punto di partenza allo scadere della festività. Come mai in molte di queste feste pagane erano diffusi sacrifici quali i riti? La ragione è che andando verso l'inverno, stagione avara di nutrimento, si eliminavano in questo modo i capi di bestiame che la popolazione non sarebbe stata in grado di nutrire. Inoltre, forse non tutti sanno che esistesse anche il Solstizio d'Inverno cinese (esattamente come esiste il Capodanno cinese) e rappresenta il momento di massima forza delle Ying.


Solstizio d'inverno a Stonehenge

Il solstizio d’inverno nella civiltà antica rappresentava numerose festività: il Natale per il cristianesimo; il Sol Invictus per i pagani e per i celti; Yule per il neopaganesimo; Alban Arthan, la festa della luce di Re Artù per la tradizione druidica e il Saturnalia nell’Antica Roma.
Stonehenge è il famoso sito neolitico che si trova a circa 130 chilometri a Sud di Londra, ad Amesbury. È composto da grosse pietre erette dette “megaliti”, poste in forma circolare. Alcuni sostengono che Stonehenge sia un antico osservatorio astronomico e, dunque, legato ai solstizi e agli equinozi: all’alba di questi particolari giorni, la luce del Sole entra perfettamente dalla porta principale del complesso.
Non si sa ancora cosa fosse esattamente Stonehenge in origine ma, oggi, è luogo di pellegrinaggio per i seguaci della Wicca e delle altre religioni neopagane, oltre che per la festa celtica. Rituali, culti e celebrazioni inerenti al solstizio d’inverno si contano in tutto il mondo e in numerose culture: basti pensare a Machu Picchu, luogo sacro per gli Inca e dedicato alle osservazioni astronomiche, oppure alle piramidi egiziane disposte in base agli orientamenti solari e stellari.

Significato del solstizio d’inverno per la massoneria

Per la massoneria, il solstizio d'inverno ha un significato esoterico. Nella tradizione massonica, questo fenomeno è legato al culto di Mitra. La massoneria è un’associazione di fratellanza che si diffuse, in Europa e nel resto del mondo, con l’obiettivo di unire gli uomini affinché potessero essere portatori di un'armonia universale e perfetta.
Anche per la massoneria, dunque, il solstizio d'inverno è carico di significato. La celebrazione dei solstizi venne trasmessa dai misteri mitriaci dal mondo classico. Mitra è un dio ellenistico e romanico adorato nelle religioni misteriche dal I secolo a.C. al V secolo d.C. La sua nascita era festeggiata durante il solstizio d’inverno e il suo culto influenzò diverse tradizioni e religioni: nello specifico, si credeva in Cautes e Cautopates, due dadofori che avevano assistito Mitra durante l'uccisione di un toro, simbolo del male. Cautes rappresenta il solstizio d'estate e Cautopates quello d'inverno.
È da questo culto che la massoneria ha tratto l’idea secondo la quale si ha l’apertura della Porta degli Uomini in estate e quella degli Dei in inverno: in questo periodo, i massoni devono chiudersi in se – situazione rappresentata dalle giornate più corte – per potersi, poi, aprire alla più grande luce interiore.