lunedì 31 maggio 2010

case astrologiche


Lo studio delle 12 Case dello Zodiaco è fondamentale per la compilazione del tema astrale. Esaminando la posizione dei pianeti e dei segni nelle rispettive case si ricavano moltissime informazioni sul carattere e le attitudini della persona. L'influenza delle case è riferita agli influssi esterni, così come l'influenza dei segni è riferita alle qualità intrinseche di una persona. Ariete, il primo segno dello Zodiaco, governa la Prima Casa, il Toro la Seconda, e così via fino a completare la Ruota zodiacale. A seconda della data, dell'ora e del luogo di nascita, i diversi segni possono trovarsi in ciascuna delle 12 case, conferendo particolari qualità al soggetto.
La prima casa si trova sull'Ascendente e influenza più significativamente la nostra personalità. La Settima casa si trova sulla linea del Discendente ed influenza la sfera affettiva e le nostre relazioni.
LA PRIMA CASA - dell'Ariete e di MarteParole chiave: Motivazione psicologica, benessere
E' la casa più importante del tema natale perché segna l'Ascendente; è in questa casa che si rivelano la personalità, la salute e il benessere, insieme alle attitudini e al temperamento.Un pianeta in prima casa ha una potente influenza sulla personalità, connotando in maniera significativa sia le caratteristiche dell'Ascendente, sia ciò che riguarda la casa stessa.
LA SECONDA CASA - del Toro e di VenereParole chiave: Possesso, sentimenti
La seconda casa ci parla delle attitudini verso la sicurezza, il possesso, come affrontare il rapporto con il partner. A secondo del pianeta che transita in questo casa può succedere che la persona amata o un bambino siano considerati come una proprietà.
LA TERZA CASA - dei Gemelli e di MercurioParole chiave: Fratelli, sorelle, trasporti, ambiente, studi inferiori
E' la casa dei parenti più prossimi; dà informazioni circa gli studi, sul tipo di lettura che più ci appassiona, la capacità di comunicare, i rapporti quotidiani, l'ambiente in cui si vive. La terza casa è in relazione all'uso della parola, può essere usata per comprendere in che modo un individuo ha la possibilità di esprimersi pienamente.
LA QUARTA CASA - del Cancro e della LunaParole chiave: Casa, ambiente domestico, genitori
Qui ci addentriamo nel regno del focolare domestico e il ruolo dei genitori è messo a fuoco. Attraverso questa casa osserviamo il modo in cui è vissuto il rapporto con la famiglia; emergerà il modo in cui il bambino vede i genitori ed il rapporto con ciascuno di essi. La quarta casa ci parla anche del luogo d'origine LA QUINTA CASA - del Leone e del SoleParole chiave: Creatività, piacere, figli, amori, assunzione di rischi, il padre
Si tratta della casa della creatività, non necessariamente legata all'arte; può esprimersi anche attraverso semplici abilità come ad esempio cucinare o badare alla manutenzione dell'auto.In questa casa si legge l'attitudine ad essere madre o padre, l'istinto materno e paterno, la capacità di procreare e di essere genitore; essa si occupa del rapporto che i genitori hanno con i figli. In questa casa vivace e positiva scoprirete anche il modo in cui si manifestano gli istinti affettivi. I pericoli inerenti alla quinta includono l'eccessivo ottimismo e la sfrontatezza.
LA SESTA CASA - della Vergine e di MercurioParole chiave: Salute, alimentazione, attività fisiche e ricreative, lavori quotidiani
Questa è la casa della salute, dell'alimentazione e delle attività fisiche; ha perciò un'influenza rilevante sul nostro benessere in senso lato. Da questa casa è possibile capire se una persona è disciplinata e sistematica, se è schiava delle abitudini o vittima della propria disorganizzazione.
LA SETTIMA CASA - della Bilancia e di VenereParole chiave: Associazioni, relazioni, matrimonio
Questa è la casa dei rapporti affettivi. La settima casa, sinonimo di impegno, riflette uno dei più radicati bisogni di una persona, quello cioè di unirsi a un'altra; indica perciò quale tipo di partner cerca il soggetto e, dato il rapporto simbolico di questa casa con la Bilancia, fornisce informazioni circa l'equilibrio nelle relazioni, quanto queste siano necessarie, e quanto il soggetto sia autonomo o dipendente.
L'OTTAVA CASA - dello Scorpione e di PlutoneParole chiave: Sesso, eredità, investimenti
L'ottava casa si riferisce ai beni ricevuti in eredità: è inoltre la casa della ricerca interiore, e indica la disposizione dell'individuo nei confronti della morte e dell'aldilà.L'ottava è la casa della forza vitale, dove tutti gli istinti, compreso quello sessuale, sono messi a fuoco; la tradizione afferma che è anche la casa del crimine, della ricerca scientifica e delle qualità investigative.
LA NONA CASA - del Sagittario e di GioveParole chiave: Studi superiori, lunghi viaggi, ideali, sogni, sfide
La nona casa riguarda gli studi superiori, la capacità di comunicare e di estendere le facoltà della mente; qui conosciamo quale visione del mondo ha l'individuo, se idealista e filosofica, e le sue opinioni su argomenti di tipo spirituale. In pratica è alla nona che dobbiamo guardare quando esaminiamo il caso di un abbandono scolastico o la decisione di proseguire gli studi o se ci viene posta una domanda su un viaggio.
LA DECIMA CASA - del Capricorno e di SaturnoParole chiave: Aspirazioni e ambizioni
Questa è la casa delle aspirazioni e dell'autorità, ovvero come esercitiamo tale ruolo quando ci viene delegato; pone l'accento sulle condizioni sociali di un individuo, sui valori della famiglia, la tradizione, il senso del dovere e tutto ciò che è al di fuori del focolare domestico.
L'UNDICESIMA CASA - dell'Acquario e di UranoParole chiave: Vita e coscienza sociale, obiettivi, amici
Qui troviamo rappresentati gli amici e la vita sociale, gli obiettivi riguardanti la propria vita, la sensibilità alla sofferenza del mondo che ci circonda e ai problemi ecologici. Non è una casa molto potente, ma aggiunge una dimensione in più quando si osserva la personalità di qualcuno in rapporto agli altri.
LA DODICESIMA CASA - dei Pesci e di NettunoParole chiave: Solitudine, isolamento, fede, istituzioni
E' la casa della fuga dalla realtà e dell'isolamento; collegata per tradizione agli ospedali e alle prigioni. Governa tuttavia aree forse ancora più importanti. Questa è un potente indicatore della natura dell'inconscio e delle radici profonde di questioni psicologiche. La dodicesima riguarda anche il sacrificio, argomento ricorrente nell'analisi di temi con forti valori provenienti da questa casa.

mercurio


La posizione di Mercurio Mercurio è il primo pianeta del sistema solare. Compie una rivoluzione attorno al Sole in circa 88 (87,97) giorni.
Per i greci era Hermes il messaggero degli dei, caratteristica associata forse al fatto di muoversi molto più velocemente rispetto agli altri pianeti e per questo veniva raffigurato con le ali ai piedi. I romani molto probalmente fecero derivare il suo nome da mercx (merce) e da mercari (acquistare, comperare).
Secondo la mitologia era considerato figlio di Giove e di Maia, e in latino divenne "Mercurius", Mercurio. Era considerato il messaggero degli dei ed era considerato il dio dell'eloquenza, dei poeti e dei commercianti.
In astrologia, Mercurio rappresenta l'intelligenza, l'astuzia, l'eloquenza, la rapidità nell'agire.
Esercita la sua influenza soprattutto nel campo commerciale, letterario e scientifico e conoscere in che segno si trovi può essere di aiuto per poter concludere meglio i propri affari.Segno del suo domicilio sono i Gemelli e la Vergine; si trova in esaltazione in Scorpione, in caduta in Toro, in esilio in Sagittario e Pesci.

sabato 15 maggio 2010

segno della vergine


VERGINE

Segno Femminile, di Terra, mobile.Domicilio di Mercurio, esilio di Giove e Nettuno
Esaltazione di Mercurio, caduta di Venere

La stagione delle Vergine è quella del raccolto, della tarda estate che già anticipa la luce e i colori dell’autunno.Il simbolo grafico, presenta la lettera M che in tutte le lingue antiche è associata all’idea di vita e di maternità. L’immagine, la fanciulla che tiene in mano la spiga di grano, ripropone il significato dei frutti della terra, la terra "vergine" dopo il raccolto.Nel ciclo evolutivo dell’uomo la Vergine rappresenta un principio di ordine, di ripartizione equilibrata delle energie per produrre opere concrete. Come processo psichico si riferisce all’intelligenza che seleziona i dati e progetta le iniziative. ...

PIANETA GOVERNATORE e MITOLOGIA E’ ancora Mercurio, come per i Gemelli. Ma qui non è più lo scanzonato e veloce messaggero degli dei, bensì il Mercurio che presiede all’intelligenza umana, raffigurato con il caduceo, il bastone con i due serpenti arrotolati, simbolo di equilibrio tra il corpo e la mente, di integrità della natura umana.
La figura della dea Vergine compare in tutte le antiche tradizioni come portatrice di purezza e castità. Nel mondo greco si associa alla Vergine il mito Demetra, la dea delle messi e dei raccolti, dea operosa che regola l’ordinata produzione della natura e che causa la sterilità della terra quando si mette alla ricerca della figlia Prosperina rapita dal dio Plutone, che ne fa la sua sposa. ...

PERSONALITA' Le qualità di Mercurio, un Mercurio di terra che ispira soprattutto grande concretezza, emergono particolarmente nella vita pratica dei Vergini. Efficienza, laboriosità, scrupolosa attenzione ai dettagli, capacità di programmazione accurata, previdenza, sono tutte doti facilmente riscontrabili nei nativi. Il loro rigore logico, alimentato poi dall’esigenza di avere una visione analitica e precisa di ogni esperienza è l’elemento di forza che determina il loro comportamento e le loro reazioni. La necessità di tenere sotto controllo ogni situazione che vivono produce un’attività mentale che affina certamente la loro lucidità di giudizio, ma può anche sconfinare in una sterile analisi che genera poi ansia e incertezze. Il punto debole della personalità Vergine è la difficoltà di rilassare la mente e tacitarne i giudizi troppo severi, per lasciarsi invece andare più serenamente alle proprie emozioni. La natura riservata e introversa del segno genera un pudore sui propri sentimenti che a volte non permette l’espressione più genuina degli impulsi del cuore, così da suscitare una sensazione di freddezza in chi li avvicina.
Amanti dell’ordine, a volte anche con qualche sfumatura un po’ maniacale, i nativi amano pianificare l’esistenza in modo da non lasciare spazio all’imprevisto e tenersi sui binari di una rassicurante routine. I cambiamenti, le novità, li destabilizzano e risvegliano le loro insicurezze, anche se di fronte a prospettive allettanti, perché spesso i Vergini nutrono più o meno segreti complessi d’inferiorità. Lo spirito critico e la sensibilità nervosa li rendono refrattari alla passione e rende più difficile liberarsi di certe inibizioni che ostacolano i loro slanci affettivi. ...

L'UOMO VERGINE

E’ soprattutto un grande lavoratore, che punta a risultati solidi e che sa amministrare le sue risorse con grande prudenza, attento a non compiere passi azzardati, a non sprecare energie in direzioni sbagliate. Ha una concezione alquanto severa della vita e quel fondo di moralismo che è presente in lui gli ispira una condotta irreprensibile, uno spiccato senso del dovere e molta parsimonia in fatto di piaceri e gioie materiali. Al lavoro sacrifica spesso e volentieri gli altri interessi e perfino gli affetti. Le gioie più grandi infatti le prova quando si impegna a sviscerare un problema, a pianificare accurate iniziative o a ricercare metodi di applicazione più produttivi. Non è dotato di particolare slancio creativo, né di ambizione, ma è un perfezionista, mai soddisfatto di quanto realizza e quindi costantemente, e ansiosamente teso a superare se stesso. In genere non aspira a posizioni di potere e ha una certa ritrosia a mettere in gioco la sua sicurezza per correre rischi; così spesso può lasciarsi sfuggire qualche buona occasione o limitare il suo raggio di esperienze, stabilizzandosi in una professione inferiore alle sue possibilità.
E’ portato a svolgere compiti di natura amministrativa e burocratica, a gestire contabilità, a esercitare il commercio, in cui ha un vero fiuto infallibile nell’individuare il buon affare. Le note dolenti vengono dalla sfera affettiva: non è un conquistatore e la passione lo spaventa, perciò cerca situazioni tranquille, che gli permettano di non sconvolgere le sue abitudine e non lo impegnino troppo sul piano emotivo. E’ un marito paziente, premuroso, ma a volte un po’ incline a recriminare sulle questioni pratiche; se ha figli è molto attento alla loro educazione e agli studi, ma ha qualche difficoltà a entrare in confidenza con loro. ...

LA DONNA VERGINE

Di lei colpisce la serietà, lo spirito d’osservazione, la limpida razionalità dei giudizi. E’ certamente una donna impeccabile sotto tanti punti di vista, perché sa organizzare il lavoro, il ménage domestico, la sua vita con la precisione e l’efficienza di un direttore d’azienda, senza trascurare nessun dettaglio e senza sprechi nella sua ordinatissima pianificazione. In lei però spesso questo culto per l’efficienza tradisce una forte componente di insicurezza e di nervosismo che non le consentono di affrontare le situazioni più rilassata e fiduciosa, aperta a tutte le possibilità. Il suo senso critico spesso si punta un po’ impietosamente su se stessa e sugli altri, rendendola insofferente, mai soddisfatta e sempre alle prese con problemi anche banali, ma che lei vive come ostacoli insormontabili. E’ una donna che ama occuparsi di tutto e rendersi utile, capace di dimenticare se stessa per soddisfare le richieste altrui e compiere piccoli servizi per gli amici, dispensare le sue cure sollecite alle persone che ama. Ma ahimè, ha il lamento facile e non si accorge, quando è pressata dagli impegni di aver creato lei stessa gli ingranaggi da cui non sa più come liberarsi. Dire "no" non è semplice per questa donna fondamentalmente timida e poco intraprendente. In amore si muove con grande cautela, e con tutto il suo bagaglio di insicurezze, che non facilitano certo l’incontro con l’altro sesso.
L’attrazione è quasi sempre di tipo mentale, per lei, sostenuta anche da attente valutazioni sulle qualità del partner e sulle prospettive di sicurezza e stabilità che lui le offre. Un uomo esuberante e caldo può però risvegliare in lei il suo lato femminile più segreto e impedirle di diventare una compagna ipercritica e troppo pignola. E’ una madre scrupolosa e prodiga di cure materiali, ma anche molto ansiosa e a volte assillante con le sue richieste e le sue continue preoccupazioni. ...

IL BAMBINO VERGINE

Si presenta spesso introverso, anche se vivace e la sua timidezza a volte può farlo reagire scontrosamente alle proposte dei compagni o indurlo a organizzarsi per conto suo il gioco e il divertimento. Essendo poi un bambino molto ingegnoso, dotato di ottima manualità e di una notevole capacità di applicazione, non ha certo problemi a riempire il suo tempo con tante attività che appagano il suo bisogno di sperimentare nuovi interessi. E’ solitamente riflessivo e tranquillo, non ama le competizioni, i giochi violenti perché non ha una particolare aggressività da sfogare. E’ bene però educarlo al confronto e insegnargli a sostenere le sue ragioni, in modo che acquisti sicurezza e anche un pizzico di "grinta" che nella vita gli può fare solo bene. Va incoraggiato in tutte le sue iniziative, in modo che possa esprimere gradualmente le sue doti e non si lasci inibire da eccessivi scrupoli perfezionistici e dal timore di non essere all’altezza delle situazioni. E’ un bambino affidabile e serio, ma può avere qualche difficoltà di rapporto perché il suo metro di giudizio è molto soggettivo ed essendo un attento osservatore del comportamento altrui non ammette tutto ciò che alla sua logica appare incongruente. Non si deve poi dimenticare che ha un temperamento ansioso e va continuamente tranquillizzato, ridimensionando le sue paure con la tenerezza ma anche con ragionamenti convincenti e per lui accettabili. ...

LA SALUTE

La Vergine governa l’addome e l’intestino. I nativi, di natura cerebrale e nervosa, hanno spesso tendenza a somatizzare le tensioni a cui sono facilmente esposti, sotto forma di stitichezza, coliti, distonie neurovegetative. In genere però sono molto attenti alla loro salute, informatissimi sui metodi curativi più efficaci, i rimedi e le diete da adottare. Possono trarre giovamento dalla medicina naturale e dall’alimentazione integrale ricca di fibre. Una vita sana che escluda eccessi di ogni sorta e un equilibrato ritmo di riposo e di attività è particolarmente consigliabile a chi appartiene a questo segno. Ansiosi per natura sono soggetti anche alle malattie difficili da diagnosticare. ...

I RAPPORTI

Con i compagni di Terra, Toro e Capricorno, l’accordo è felice e molto produttivo, anche sul piano professionale. Anche con i segni d’Acqua, Cancro, Scorpione e Pesci, la Vergine si relaziona bene, perché acquista da loro profondità di sentimento e ricchezza emotiva e fornisce a sua volta costruttività ed equilibrio. Ariete e Sagittario con la loro esuberanza travolgente sono proprio incompatibili e destabilizzanti per la metodica Vergine. Con i Gemelli può esserci una forte attrazione ma anche un continuo conflitto, spesso stimolante ma anche logorante nel tempo. Bilancia e Leone, per quanto diversi di natura, possono trovare discreti punti di contatto con la Vergine. ...

PORTAFORTUNA

Colore: grigio chiaroMetallo: mercurio, alluminioPietre: corniola, occhio di tigre, cristalloNumero: 6Giorno: mercoledì ...

martedì 20 aprile 2010

ATROLOGIA E FLORITERAPIA



ASSOCIAZIONE “CULTURA E OLTRE” LECCE


ORGANIZZA IN “ITINERARIO ROSA”


“L’EQUILIBRIO NEL COSMO ATTRAVERSO LA DONNA”



Presso Convento dei Teatini

Corso Vittorio Emanuele – Lecce

Sala Conferenze I° Piano

Dalle 18.00 alle 20.00


RELATRICI:


Loredana Ragosta, Presidente Associazione – Astrologa

Rosanna Toraldo, Naturopata – Master Teacher Reiki

Info: 329.35.31.703

sabato 10 aprile 2010

astronomia

Coordinate eclittiche Come le coordinate altazimutali e le coordinate equatoriali, le coordinate eclittiche sono un sistema di riferimento sferico ortogonale, nel quale cioè le due serie di cerchi assunti per fissare la posizione di un punto sulla sfera celeste s'intersecano a angoli retti.
Poiché il sistema è costruito in base a riferimenti celesti, le coordinate eclittiche sono in prima approssimazione solidali con le stelle fisse. Ciò significa che i due angoli usati per individuare un astro: la longitudine (eclittica) e la latitudine (eclittica) sono gli stessi per qualunque osservatore terrestre.
Fra i tre sistemi, le coordinate eclittiche sono quelle il cui uso risulta più a lungo documentato per ragioni di comodità. Come nota Claudio Tolomeo (II secolo d.C.) nell'Almagesto, la precessione equinoziale fa ruotare molto lentamente la sfera celeste attorno ai poli eclittici. Per questo motivo le coordinate eclittiche di un astro misurate in un tempo anche assai remoto possono essere facilmente aggiornate lasciando inalterata la latitudine e sommando alla longitudine una quantità pari alla precessione accumulata. Nessuno degli altri due sistemi permette una trasformazione altrettanto elementare. Eclittica
Il principale cerchio massimo di riferimento delle coordinate eclittiche, e che dà loro il nome, è l'eclittica. Corrisponde al percorso annuo del Sole attraverso lo Zodiaco ed è inclinato rispetto all'equatore celeste di un angolo, detto obliquità, oggi pari a 23°27'. Inoltre l'eclittica interseca l'equatore celeste nei due punti, diametralmente opposti, degli equinozi.
"Eclittica" significa semplicemente "(cerchio) obliquo" (in greco ekklitiké, da klinein = piegare), ciò che spiega come mai le coordinate eclittiche fossero anticamente note come il "sistema della sfera obliqua". Qualcuno ha però azzardato una derivazione da eclissi (greco ekleiptikós = relativo alle eclissi), dato che questi fenomeni possono verificarsi soltanto quando la Luna, il cui percorso è inclinato di circa 5° rispetto all'eclittica, attraversa quest'ultima in corrispondenza della posizione del Sole (congiunzione) o di quella a esso diametralmente opposta (opposizione).
Dopo il passaggio dall'astronomia geocentrica all'astronomia eliocentrica, si chiama eclittica anche il piano dell'orbita terrestre.

Poli eclittici
Il principale asse di riferimento usato nelle coordinate eclittiche è la retta passante per l'osservatore e perpendicolare al piano dell'eclittica. Esso interseca la sfera celeste in due punti: il polo nord eclittico e il polo sud eclittico.

Equinozi
Si chiamano equinozi i due punti diametralmente opposti in cui l'eclittica interseca il cerchio massimo dell'equatore celeste. Il loro nome (dal latino equam noctem = notte uguale) indica che quando il Sole vi si trova la durata del giorno è uguale alla durata della notte. Ciò accade il 21 marzo, quando il Sole, passando dall'emisfero australe a quello boreale della sfera celeste, appare nell'equinozio primaverile, e il 22 o il 23 settembre, quando il Sole, tornando nell'emisfero australe, appare nell'equinozio autunnale.
L'equinozio primaverile è detto anche punto vernale (dal latino vernum = primaverile) e oggigiorno, in gergo, punto gamma. Se infatti si divide l'eclittica in dodici segni zodiacali di 30° ciascuno, l'equinozio primaverile cade tradizionalmente all'inizio dell'Ariete, il cui simbolo astrologico somiglia alla lettera greca "gamma".

Longitudine (eclittica)
La prima delle due coordinate eclittiche prende il nome di longitudine (eclittica). È l'angolo, compreso fra 0° e 360°, computato da ovest verso est a partire dall'equinozio primaverile fino all'intersezione fra il meridiano eclittico dell'astro e l'eclittica.
Occorre notare che dall'antichità fino all'evo moderno si soleva dividere l'eclittica, a partire dall'equinozio primaverile, in dodici parti di 30° corrispondenti ai singoli segni zodiacali: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, ecc. Per esempio, una longitudine di 75° (= 30° + 30° + 15°) veniva indicata come 15° nei Gemelli, una longitudine di 117° (= 30° + 30° + 30° + 27°) come 27° nel Cancro, e via dicendo. Questa suddivisione, che prescinde dal progressivo sfasamento fra i settori dell'eclittica e le costellazioni zodiacali dovuto al fenomeno della precessione equinoziale, è ancor oggi usata dagli astrologi.

Latitudine (eclittica)
La seconda delle due coordinate eclittiche prende il nome di latitudine (eclittica). È l'angolo, misurato lungo il meridiano eclittico dell'astro, che separa l'eclittica dall'astro stesso. La latitudine è compresa fra 0° e 90° e i valori minimo e massimo sono toccati rispettivamente sull'eclittica e sul polo eclittico. In più la latitudine è positiva o negativa (nord o sud) a seconda che l'astro si trovi a settentrione o a meridione dell'eclittica.



mercoledì 24 marzo 2010

canalizzazione di Cristina Cataldi


Non posso parlarti di ciò che non sai, quel che verrà è scritto nei tempi.
Accogli sorella l’amore del cuore, così troverai la pace interiore, con gli occhi tu vedi le vani promesse col cuore tu senti le cose represse.
E’ questa la via che porta al perdono per chi non ha niente ma solo il dolore di avere vicino le reti del cuore, che cambiano spesso di toni e colore.
Non stuzzicarti con vani promesse, che come sai non manterrai vedi soltanto di avere vicino tutto l’amore.
A chi puoi donare perdona col cuore e non fallirai la tua missione che sgorga dal cuore.
Porta perdono a chi si condanna porta la pace a chi sa donare, allieta quei cuori che cercano oblio aiuta a capire chi perde la strada.
Dì che il perdono è fonte d’amore per chi sa dare senza premesse.
Non vedi, non senti, quando ti parlo, mi invochi col cuore cara piccina ti porto in dono solo speranza, affinché tu possa vedere la luce quella che allieta chi riesce a capire che la vita è bella e non deve finire come un qualcosa portato dal vento e che si perde in un momento.
Gioia e dolore si alternano sempre come un mantice di vera beltà, ascolta con il cuore e non ti fermare percorri la strada e non farti male.
Cosa tu cerchi se tu hai già tanto?
Prati fioriti per ogni canto.
Un cuore votato a chi ha più bisogno è un sogno divino che asciuga il tuo pianto.
Colori maestosi che portano luce a chi con il cuore porta la pace.

sabato 27 febbraio 2010

Astronomia e astrologia
La divinazione per mezzo degli astri. L’utilizzazione delle conoscenze astronomiche a scopo divinatorio ebbe la sua origine nella civiltà mesopotamica, ove si trovano le prime testimonianze di osservazione dei corpi celesti e dei loro movimenti, e conobbe una forte diffusione nel contesto del sincretismo ellenistico: al I sec. a.C. risalgono i più antichi testi astrologici del corpus hermeticum, mentre durante l’epoca dell’imperatore Tiberio venne composto il poema Astronomica di Manilio, pervaso di tematiche stoiche. Era stato infatti nel contesto dello stoicismo, soprattutto ad opera di Posidonio, che le dottrine astrologiche erano state connesse a tematiche propriamente filosofiche; ed è in primo luogo a partire dagli elementi rintracciabili in opere di autori latini appartenenti alla tradizione stoica (Seneca, Naturales quaestiones) o che ne avevano riportato le dottrine (Cicerone, De natura deorum, De divinatione, De fato) che gli autori dell’Alto Medioevo ne ebbero notizia. L’opera astrologica più importante dell’antichità, il Tetrabiblos di Claudio Tolomeo (II sec. d.C.), scritta in greco, venne conosciuta solo nel XII sec., quando fu tradotta dall’arabo insieme all’Almagesto dello stesso autore; a Tolomeo si era ispirato Firmico Materno (IV sec. d.C.) nella sua esposizione tecnica dell’astrologia, Matheseos libri VIII.
Scienza duplice. Due erano i termini indicanti i due aspetti della dottrina degli astri, quello descrittivo e quello divinatorio (astronomia e astrologia), distinti con chiarezza ma altrettanto esplicitamente connessi e orientati alla divinazione nel Tetrabiblos . Nella loro spiegazione, che apre il terzo libro delle Etymologiae, Isidoro di Siviglia dovette però tenere conto di un fattore nuovo: la condanna delle diverse forme di divinazione risalenti al paganesimo da parte della Chiesa, per cui egli si trovò a dover distinguere fra un’astrologia naturale e unpastrologia superstiziosa; mentre l’astronomia descrittiva, che faceva parte delle arti liberali, era indiscussa e per tutto il Medioevo formò parte del bagaglio culturale comune. La distinzione isidoriana, che dava notizia della componente divinatoria del sapere sugli astri anche se la valutava negativamente, definendola superstitio (eccesso, frivolezza), rimase centrale per molti secoli. Fino al XII sec. l’astrologia condivise con altre pratiche divinatorie antiche il carattere residuale e la diffusione negli strati sociali più bassi, venendo identificata con gli aspetti più semplici della complessa mathesis (calcolo) con cui si cercava di definire l’influsso degli astri, in particolare della luna, sulla terra e sugli uomini.
Un sapere orientale. Sorte diversa l’astrologia aveva avuto a Bisanzio, dove era sopravvissuta la trattatistica greca e dove, nonostante l’assenza di sviluppi dottrinali, fu sostenuta da personaggi rilevanti, come Manuele Comneno. Ma fu soprattutto nella civiltà islamica che, anche per l’influenza di fonti orientali, la dottrina delle influenze astrali conobbe un consistente sviluppo già a partire dal circolo di al-Kindi. Abu-Ma‘shar (Albumasar per i Latini) scrisse nel III sec. dell’Egira (IX sec. d.C.) un’opera sistematica che venne conosciuta col titolo di Grande Introduzione all’Astronomia ed ebbe nel XII sec. due distinte traduzioni latine (Liber maioris introductorii ad scientiam judiciorum astrorum secondo Giovanni di Siviglia, Introductorium Maius in Astronomiam secondo Ermanno di Carinzia). Fra le altre opere di Abu Ma‘shar, vennero tradotte una introduzione abbreviata (Ysagoge minor) e trattati sui singoli aspetti tecnici dell’astrologia (come il De revolutionibus nativitatum), che nell’opera maggiore erano stati esposti in un contesto filosofico essenzialmente aristotelico. Abu Ma‘shar e la maggior parte degli astronomi arabi mantennero strettamente connessi l’aspetto astronomico o descrittivo e quello astrologico o divinatorio e, come già Tolomeo, considerarono quest’ultimo nella sua relazione con la filosofia, ovvero con la cosmologia aristotelica. La dottrina della dipendenza di tutti i moti dal Primo Motore attribuiva infatti alle sfere celesti un ruolo di mediazione che poté, nell’interpretazione astrologica, essere assunto a fondamento della teoria dell’influenza degli astri sul mondo sublunare; l’accostamento delle dottrine fisiche di Aristotele alle dottrine astronomiche e astrologiche di Tolomeo rese possibile attribuire all’astrologia una base scientifica e integrarla nel sistema scolastico delle scienze.
I giudizi degli astri. Fra XII e XIII secolo si passa dai primi cenni di accettazione dell’astrologia nelle opere di autori come Guglielmo di Conches o Bernardo Silvestre alla discussione estesa e corredata da una ricca documentazione bibliografica dello Speculum Astronomiae [testo]. “Sotto il nome di astronomia sono comprese due grandi sapienze”, afferma l’autore dello Speculum, che una lunga tradizione ha identificato con Alberto Magno e che comunque è sicuramente uno scolastico dotato di ampia cultura scientifica e teologica e di notevole audacia intellettuale. Di esse la prima, astronomia tout-court, designa la parte descrittiva, di cui viene fornita un’ampia serie di riferimenti bibliografici che includono le opere di Tolomeo e i maggiori contributi arabi (al-Battani, al-Bitruji, al-Kwarizmi). “La seconda grande sapienza che è denominata ugualmente astronomia è la scienza dei giudizi degli astri, che costituisce il raccordo fra la filosofia naturale e la metafisica”: dal terzo capitolo alla fine la scientia iudiciorum astrorum viene delineata nella sua tradizione, che comprende i testi della tradizione ermetica, e nelle sue partizioni: la prima parte, introduttiva, concerne i principi; la seconda si divide a sua volta in quattro parti: rivoluzioni (congiunzioni dei pianeti e loro effetti sul mondo), oroscopi (configurazione del cielo alla nascita di un individuo, che permette di definirne le caratteristiche e il destino), interrogazioni (divinazione sulla base degli aspetti reciproci dei corpi celesti), elezioni (scelta, sempre sulla base degli aspetti astrali, del momento favorevole per intraprendere azioni rilevanti, sul piano sia individuale che collettivo).
Determinismo e libertà. Sul piano filosofico, lo Speculum Astronomiae introduce nel mondo latino la grande lezione dell’alchimia islamica; la validazione epistemologica dell’astrologia pone tuttavia un problema fondamentale di ordine filosofico e teologico insieme: come salvaguardare la libertà dell’uomo all’interno di un sistema cosmico ove ogni evento del mondo sublunare è determinato dai movimenti degli astri. Tommaso d’Aquino risolverà il problema asserendo che gli astri hanno influenza solo sul corpo dell’uomo, e possono dunque sì inclinarlo a compiere determinate azioni, ma non costringerlo ad esse. L’autore dello Speculum sceglie invece di rimanere più aderente alle concezioni astrologiche arabe, e attraverso un ragionamento molto articolato distingue in primo luogo fra i vari settori dell’astrologia. Alcuni aspetti di essa, infatti, anziché limitare la libertà umana la perfezionano, dando attraverso il cielo segni che aiutano a compiere scelte sagge, a prevenire difficoltà che si conoscono in anticipo, ad agire in armonia con la natura. Ma nell’ambito delle interrogazioni rimane uno ‘zoccolo duro’ di determinismo, perché nelle interrogazioni sugli eventi futuri si pone una grave questione: se ciò che gli astri prevedono è destinato ad accadere, quali sono i margini di libertà che rimangono all’uomo? Di fronte all’impossibilità di risolvere definitivamente questa difficoltà, l’autore indica una soluzione estremamente audace dal punto di vista teologico, proponendo di leggere le configurazioni astrali come segni del piano provvidenziale di Dio: “forse, se uno la guarda più da vicino, questa problematica è la stessa o almeno di genere simile a quella che riguarda la divina provvidenza; infatti nelle cose che il Signore opera mediante il cielo, il significato del cielo non è altro che la divina provvidenza.” E dunque il problema viene riportato a quello, non certo più facile ma sicuramente più ortodosso, del rapporto fra libertà umana e provvidenza divina.
Una scienza in discussione. Questa soluzione non venne accolta dagli ambienti teologici più conservatori: proposizioni astrologiche vennero incluse nella condanna del 1277 e posizioni polemiche contro i sostenitori dell’astrologia continuarono ad essere elaborate fino alla fine del Medioevo: Nicola Oresme elaborò un’articolata confutazione dell’astrologia nel suo Contra judiciarios astronomos (Contro gli astrologi); contro la fede negli astri si scagliò anche Thomas Bradwardine, e ancora alla fine del Medioevo il dibattito era estremamente acceso. Ciò non impedì tuttavia il fiorire di una tradizione di astrologi colti, da Michele Scoto agli inizi del Duecento, astrologo alla corte di Federico II e autore di un Liber Introductorius, a Cecco d’Ascoli (1269-1327), che espose l’astrologia in italiano ne L’Acerba, e Pietro d’Abano (1257-1315), che ne esaminò gli aspetti più tecnici nell’Elucidator dubitabilium astronomiae e ne analizzò il rapporto con la medicina nel Conciliator. Come gli altri saperi operativi (medicina, alchimia, magia), l’astrologia aveva avuto successo negli ambienti di corte ma, a differenza dell’alchimia e della magia, ottenne (come la medicina anche se ad oltre un secolo di distanza) di essere insegnata nelle università dalla metà del Trecento; e nel 1414 il cardinale Pietro d’Ailly offrì una complessa analisi dei problemi sollevati dall’astrologia nel quadro della teologia scolastica (Vigintiloquium de concordantia astronomicae veritatis cum theologia). Ben diversa nella sua impostazione di fondo, ma in molti tratti debitrice di questi dibattiti, sarebbe stata, ormai in età umanistica, la discussione di Giovanni Pico della Mirandola nelle sue Disputationes adversus astrologiam divinatricem (1484). (MP)