La primavera astronomica ha
bussato alle porte il 20 Marzo 2020, per la precisione alle ore 3.50 (italiane),
momento in cui si è verificato l’equinozio di primavera.
La parola "equinozio"
deriva dal latino e significa notte uguale al giorno. La definizione, riguardante
la durata del giorno è teorica, perché si basa sull'intervallo di tempo
compreso fra due intersezioni temporalmente consecutive del centro apparente
del disco solare con l'orizzonte del luogo geografico. Usando questa
definizione la lunghezza del giorno risulterebbe di 12 ore, eguagliando così la
notte. In realtà a causa degli effetti di rifrazione atmosferica, il
semidiametro e la parallasse solare fanno sì che negli equinozi la lunghezza
del giorno ecceda quella della notte. Agli equinozi, in teoria, il Sole dovrebbe
sorgere quasi esattamente ad Est e tramontare esattamente ad Ovest, ma in
realtà ciò non avviene.
L'equinozio è il momento del moto
di rivoluzione della Terra in cui il Sole si trova allo zenit dell'equatore.
Questo significa che un ipotetico osservatore posizionato in un punto specifico
sull'equatore vedrebbe il sole esattamente sopra la propria testa.
Gli equinozi possono essere
considerati anche come punti nel cielo. Il punto dell'equinozio di primavera
dell'emisfero settentrionale è anche chiamato punto vernale, punto dell'Ariete
o punto gamma (γ). Tuttavia, a causa della precessione degli equinozi, questi
punti non si trovano più nelle costellazioni da cui prendono il nome. L'istante
nel quale il Sole passa attraverso ogni punto di equinozio può essere calcolato
accuratamente, così l'equinozio è sempre e solo un particolare istante,
piuttosto che un giorno intero.
Le date precise degli equinozi
possono cambiare, in quanto la Terra non impiega esattamente un anno a ruotare
intorno al Sole, ma lo fa in circa 365 giorni e 6 ore. Per tale ragione
l'equinozio di primavera può verificarsi dal 19 fino al 21 marzo.
La storia è piena di
tradizioni e miti legati alla primavera e molti di questi si basano sul
concetto di sacrificio e successiva rinascita.
LE ADONIE - Dopo l'Equinozio, si
svolgevano nel mondo ellenico le Adonìe, feste della resurrezione di Adone,
bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite che venne ucciso da un cinghiale
(forse il dio Ares ingelosito). Questa festa ricalcava quella assiro-babilonese
nella quale la figura di Adone era rimpiazzata dal Dio Tammuz ed Afrodite dalla
Dea Ishtar. In tutti questi miti campeggia l'unione di un simbolismo celeste
con uno terreno, matrimonio fra una divinità maschile, celeste o solare, ed una
femminile, legata alla terra o alla luna. La primavera era infatti la stagione
degli accoppiamenti rituali, delle nozze sacre in cui il Dio e la Dea si
accoppiavano per propiziare la fertilità. Numerosi erano, e sono ancora oggi, i
fuochi rituali che venivano accesi sulle colline e che secondo la tradizione
più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra.
DA FESTA PAGANA A CRISTIANA- Come
molte delle antiche festività pagane, anche l’Equinozio di Primavera fu
cristianizzato: la prima domenica dopo la prima luna piena che segue
l’Equinozio (data fissata nel IV secolo D.C.), i cristiani celebrano la Pasqua.
Se traduciano la parola Pasqua in inglese essa si trasforma in Easter. Beh
senza troppa fantasia essa riporta ad un'antica divinità pagana dei popoli
nordici, la Dea Eostre (o Ostara, “la stella dell’est” cioè Venere),
assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar, la quale presiedeva ad antichi culti
legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi.
La pianta sacra dell’Equinozio di
Primavera è il trifoglio. Pianta simbolo dell’Irlanda, della quale si dice che
San Patrizio, evangelizzatore dell’Isola se ne usasse per spiegare la Trinità
cristiana (la festa di San Patrizio ricorre il 17 marzo, in prossimità
dell’equinozio). In realtà si tratta di una tradizione tarda risalente al 180
secolo e il trifoglio non era altro che la triskele, la ruota solare a quattro
bracci, mentre la varietà a quattro foglie rappresentava la croce celtica, la
ruota solare, il cerchio magico delle quattro direzioni: tutti simboli molto
più antichi del Cristianesimo.
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